La Scuola Tommaseo incontra Giovanni Impastato

Il 25 febbraio, la Scuola Tommaseo ha ospitato Giovanni Impastato, fratello della vittima di mafia Peppino Impastato, il quale ha parlato di legalità ai ragazzi, che si sono mostrati molto interessati e hanno rivolto all’ospite precise domande. “Sono convinto di una cosa, così come ne era convinto Falcone”, sostiene Impastato. “La mafia si può battere perché è costituita da gente in carne e ossa come noi, però sono anche convinto che per batterla bisogna fare leva soprattutto sul nostro impegno sociale e culturale. Non dobbiamo delegare il contrasto alle sole forze dell’ordine e ai magistrati ma dobbiamo impegnarci in prima persona. Se all’interno della società prevalesse la cultura della legalità, la mafia non avrebbe più senso di esistere”. Giovanni Impastato ricorda commosso il fratello: “Peppino è considerato un pioniere in alcune modalità di protesta che oggi hanno molto successo, come il circolo della musica che non era altro che un centro sociale attorno al quale era riuscito ad aggregare il movimento giovanile, o come la battaglia contro la speculazione edilizia. Peppino è stato l’unico a combattere la mafia con l’ironia, l’unico militante antimafia che abbia fatto ridere tutto il Paese alle spalle dei mafiosi”. Dice ancora Giovanni, fratello-erede di una pesante eredità: “Per me è stata un’occasione di grande riscatto portare avanti l’impegno antimafia e seguire la vicenda giudiziaria di mio fratello fino alla condanna all’ergastolo dei mandanti del suo omicidio avvenuto 24 anni prima. Bisogna dimostrare che chi denuncia deve poter vivere”. Peppino è ricordato da tutti oggi, anche grazie al film “I Cento Passi” di Marco Tullio Giordana, inoltre la sua casa è diventata sete dell’Associazione Casa Memoria Impastato, dove esiste il più importante centro di documentazione sulla mafia al mondo.