A che punto siamo con la Cassinis? Intervista ad Antonella Loconsolo

La nostra classe, la III D della scuola media “Gino Cassinis”, impegnata in un’attività di scrittura giornalistica in collaborazione con la Cooperativa culturale Pandora e con la redazione di “Zona Nove”, ha incontrato Antonella Loconsolo, presidente della Commissione Istruzione ed Educazione del Consiglio di Zona 9, per chiedere spiegazioni sulla situazione attuale della nostra scuola, chiusa ormai da quasi tre anni e ancora in attesa di essere demolita e in seguito ricostruita. L’incontro si è svolto il 15 marzo nella sede di via De Calboli dove siamo attualmente dislocati.
È stata fatta una delibera dal Consiglio comunale, sono stati stanziati i fondi necessari per avviare il piano di abbattimento e di ricostruzione della Cassinis: come mai non si è fatto ancora nulla? Che cosa impedisce che si proceda?
Si è voluto che il bando prevedesse che abbattimento e ricostruzione fossero affidati alla stessa impresa, in modo da evitare lunghe interruzioni tra una fase e l’altra. Questo ha comportato dei ritardi e il bando si è chiuso solo nel giugno 2015. Tra le offerte presentate dalle aziende che hanno partecipato alla gara d’appalto ben tredici sono risultate anomale e quindi devono essere esaminate dalla commissione tecnica che non ha ancora terminato il suo compito.
Ci chiediamo allora perché si sia avuta tanta fretta nel farci abbandonare la vecchia sede, cadente ma ospitale, per trasferirci in sedi che non rispondono alle nostre esigenze. La struttura non era più in condizioni di sicurezza?
La struttura era sicura ed infatti aveva una certificazione. Il problema principale era quello dell’impianto di riscaldamento che richiedeva continui interventi di manutenzione. Ciò avrebbe richiesto ripetute interruzioni dell’attività didattica.
Come è intervenuto il Consiglio di Zona per accelerare i lavori?
Il CdZ, anche in collaborazione con il comitato “Una crepa in comune”, che ho contribuito a fondare, non ha mai smesso di segnalare e richiedere interventi di ristrutturazione e sistemazione. Oltre 10 plessi della zona hanno avuto interventi molto importanti, tutti portati a termine. Resta la sola Cassinis, per la quale l’intervento non poteva che essere radicale. Il Consiglio di Zona non ha mai mancato di sollecitare gli adempimenti previsti. Ora speriamo in un esito positivo.
Noi temiamo che il Comune pensi di adattare un’altra struttura del quartiere al momento inutilizzata per risparmiare. Che cosa ne pensa?
Impossibile, perché tutte le alternative sono già state prese in considerazione quando si è dovuta scegliere la sede provvisoria e nessuna risultava in grado di soddisfare le esigenze dei ragazzi delle medie.
Noi sappiamo che la vecchia scuola, oltre a essere un luogo di ritrovo per bande di ragazzi, è diventata un rifugio per i senzatetto. Questo non potrebbe rappresentare un ostacolo?
No, infatti più volte la polizia è intervenuta per sgomberare l’edificio. Per evitare che ciò si ripeta troppo spesso, con il rischio che qualcuno si esponga a dei pericoli, gli accessi sono stati murati.
Tra le tante rinunce una di queste riguarda la palestra che condividiamo con la scuola elementare. La palestra di via Passerini è piccola e priva dell’attrezzatura necessaria; inoltre i bambini delle elementari devono sacrificare un’ora di attività motoria per consentire a noi delle medie di fare lezione.Non si può trovare uno spazio esterno adeguato?
Sono state studiate delle possibilità, come una tensostruttura che però avrebbe dei costi molto elevati, oppure uno spazio all’interno della caserma dei Bersaglieri di viale Suzzani, ma anche in questo caso bisognerebbe aspettare la fine dei lavori di ristrutturazione e si spera che a quell’epoca il problema sia già risolto.
Le prossime elezioni amministrative possono incidere sull’avvio dei lavori?
No, perché in presenza di una delibera con tanto di progetto esecutivo anche un cambio di amministrazione non può sospendere la realizzazione dei lavori.
Le famiglie, nel frattempo, potrebbero decidere di iscrivere i propri figli in altre scuole, con il rischio che la Cassinis, col tempo, vada a scomparire. È una preoccupazione infondata?
Mi sembra che, per il momento, non ci sia motivo di allarmarsi. Certamente Niguarda non può perdere un’istituzione che ormai da quasi sessant’anni fa parte del quartiere, perché sarebbe come se perdesse un pezzo della propria identità. Siamo fiduciosi che la nostra scuola verrà ricostruita. Affinché non trascorra troppo tempo, invitiamo i cittadini a sostenere quello che è un diritto di tutti. (I ragazzi della III D della Cassinis)