Alessandra Orlando all’Artis con le Oche Loche

Nella nostra zona è nota per aver recentemente illustrato con variopinti murales le pareti esterne della “Casa di Alex”, disegnando giocolieri, danzatori, bambini che giocano e varie scene di convivialità, con magnifici e brillanti colori. Ora è tornata con una sua personale presso l’“Artis Caffè”, regalandoci colori e giochi. La mostra è stata, infatti, dedicata anche ad un famoso gioco da tavolo, il gioco dell’oca, che ha dato il titolo all’evento: “Le oche loche e altri quadri curiosi”, dove “loche”, come molti sanno, significa “pazze” in spagnolo. Lo spunto della mostra è stata la presentazione del progetto per la “Cooperativa Sociale Cbm – Centro del bambino maltrattato e cura della famiglia in crisi”, che recentemente ha aperto una nuova realtà abitativa di co-housing a Figino, in zona Baggio-Via Novara. Per il Cbm Alessandra Orlando ha ideato cinque opere, che diventano cinque spazi di esperienza: la stanza con il bosco e il prato tattile; la colonna totem con le finestrelle in cui i bambini potranno inserire disegni, fogli e pensieri (con la possibilità anche di richiuderle per non mostrare a nessuno i loro segreti); la porta pazza; la cartina di orientamento; infine il gioco dell’oca, disegnato su un grande tavolo. Ogni opera sarà aperta al cambiamento e avrà l’intento di favorire l’espressione della creatività di ciascuno, usando la decorazione murale per produrre interattività fra bambini ed educatori, in modo che un ambiente gradevole possa dare lo spunto per ricreare la propria storia personale. Nella mostra alcune fotografie davano un assaggio di quello che è il lavoro specifico di Alessandra, la realizzazione di enormi opere murarie, come i già i citati della “Casa di Alex”, che mostrano l’artista su scale e ponteggi per raggiungere ogni parete. Altri lavori esposti erano dei quadretti realizzati con la tecnica del “grattage”, ossia un raschiamento realizzato su diverse mani di colore: rappresentavano immagini spesso astratte, su sfondi scuri, a volte cupi. Di tutt’altro genere erano le opere che hanno dato il nome alla mostra: grandi tavoli quadrati che rappresentavano il gioco dell’oca, con la loro doppia funzione intrinseca di quadro-e-gioco insieme, per cui l’opera può essere staccata dal muro e utilizzata per uno dei più classici giochi da tavolo. In tutti i quadri il muso dell’oca diventava il protagonista, e il suo corpo, pieno di caselline, seguiva le tradizionali regole del gioco: il pozzo per stare fermo due giri, il labirinto che indica la strada sbagliata e ti fa tornare indietro, il ponte in cui salti un turno, ecc…, ma anche nuove immagini che creino nuove situazioni, come per esempio la casella dell’inverno, ove si stimola i giocatori a cercare qualcosa di caldo, ricreando ogni volta nuove regole del gioco. “Le mie oche sono una metafora”, racconta Alessandra, “rappresentano il giro della vita, e sono ricche di simbolismi, che mi piacciono tanto: così per esempio al centro del gioco c’è sempre la volpe, che per me esprime l’opposto dell’oca, il lato ombra, che disegno sempre sorridente, a illustrare la sua rivincita”.
Contatti: www.atelieracerenza.com oppure www.dipintodiblustudio.it.