“Si vota per i nuovi Municipi, ma il decentramento non è completamente realizzato”

Intervista a Roberto Medolago, presidente della Commissione Decentramento del Consiglio di Zona 9
Dunque ci siamo. Tra un mese i cittadini milanesi saranno chiamati a eleggere i nuovi Consigli di Municipio che sostituiranno gli attuali Consigli di Zona. Come da noi anticipato sul numero di febbraio il nuovo statuto prevede che i Municipi come le attuali Zone saranno sempre 9 e non verranno modificati i confini. I consiglieri eletti saranno invece 31 (negli attuali CdZ sono 41), compreso il Presidente del Municipio. Rispetto a prima il Presidente del Municipio verrà votato dai cittadini e in caso di non raggiungimento da parte di nessun candidato del 40% delle preferenze si ricorrerà al ballottaggio tra i due più votati. Il Presidente, una volta eletto, potrà nominare tre assessori, ai quali saranno assegnate una o più deleghe specifiche nell’ambito delle competenze assegnate al Municipio. Di questi tre assessori due verranno nominati tra i consiglieri mentre uno potrà essere scelto anche al di fuori del Consiglio Municipale. Altra novità, rispetto agli attuali Consigli di Zona, è l’introduzione della figura del Presidente del Consiglio di Municipio, eletto dai consiglieri, che avrà la responsabilità di rappresentare, convocare e presiedere il Consiglio di Municipio. Queste le principali norme del nuovo statuto la cui efficacia era però subordinata a una reale attribuzione di poteri ai Municipi. E qui iniziano le dolenti note. Ricordiamo che questa riforma aveva come scopo la realizzazione di un vero decentramento con l’obiettivo di recepire in maniera tempestiva le esigenze dei cittadini. Leggendo però il regolamento approvato dal Consiglio Comunale che disciplina quali funzioni e competenze verranno attribuite ai Municipi ci siamo resi conto di come la “montagna abbia partorito un topolino”. Per capire meglio la situazione abbiamo intervistato Roberto Medolago, presidente uscente della Commissione Decentramento del Consiglio di Zona 9.
Nel nuovo regolamento vengono usati spesso, a proposito delle nuove funzioni dei Municipi e dei rapporti con la direzione comunale centrale, i termini “partecipazione”, “condivisione” e “concertazione”. Ciò contrasta con le aspirazioni di decentramento delle zone?
In effetti le aspettative, visto il lavoro che si era fatto in collaborazione con i presidenti di quasi tutte le zone, erano superiori a quanto deliberato; comunque alla luce del proverbio milanese che recita “putost che nient lè mei putost” va bene così. Ritengo comunque che nella prossima consigliatura ci saranno i margini per meglio sviluppare le competenze delle Municipalità. Per questo motivo ho ritenuto utile ricandidarmi.
Il nodo principale di questo regolamento è la mancata assegnazione ai Municipi di risorse finanziarie. Nella proposta delle Zone era invece prevista la gestione e riscossione delle entrate di propria competenza come per esempio le somme dovute per l’occupazione permanente e temporanea di spazi ed aree pubbliche.
Come entrate esplicite si avranno solo quelle relative agli introiti derivanti da concessioni temporanee di aree per orti e dei locali gestiti dalle municipalità (es. Auditorium Ca’ Granda). Rimangono comunque le risorse assegnate dalla Direzione comunale centrale in condivisione con la Conferenza permanente dei Consigli di Municipio.
Per concludere qual è il suo auspicio per i prossimi 5 anni?
Nel regolamento è stato prevista l’istituzione di un Osservatorio sulle Municipalità che ha lo scopo di verificare il processo di attuazione del decentramento amministrativo, formulare proposte per la soluzione di eventuali difficoltà interpretative od applicative e soprattutto individuare nuove funzioni da attribuire ai Municipi. Io credo che questo organo possa essere decisivo per arrivare presto al vero decentramento.