Vasca al Parco Nord: si attende la valutazione di impatto ambientale

Nell’ultimo mese non è successo molto a proposito della vasca antiesondazioni del Seveso al Parco Nord, ma ce lo aspettavamo vista la notizia bomba della bocciatura del progetto al Parco Nord da parte dell’Ente Parco e di tutti i Comuni “consortili”. Le osservazioni alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via) sono state acquisite dalla Regione e ora si attende l’esito. Riesaminiamo, avvalendoci della documentazione elaborata dall’Associazione Amici del Parco Nord e dal Comitato Acque Pulite, gli ultimi punti salienti della vicenda in attesa di riaggiornarci quando la Regione avrà pubblicato l’esito della Via.
• Si riparte da una delibera! Lunedì 4 aprile la Comunità del Parco Nord (i Comuni di Milano, Sesto, Cinisello, Bresso, Cusano, Cormano, Novate e la Città Metropolitana) ha votato all’unanimità una delibera con cui esprime parere contrario al progetto di costruzione della vasca di laminazione nel Parco Nord. È da questa deliberazione che dobbiamo ripartire! Aggiungiamo noi, come abbiamo scritto anche il mese scorso: il silenzio assordante dell’Ente Parco è stato squarciato con questo “atto d’amore” che vuole salvaguardare il nostro polmone verde e la salute dei tanti cittadini che abitano nei pressi dell’area scelta per ospitare quella che alcuni chiamano “la fogna a cielo aperto”.
• La contraddizione Il giorno dopo, martedì 5 aprile, alla Conferenza di Servizi tenutasi in Regione, un funzionario del Comune di Milano, incurante del voto espresso meno di 24 ore prima in sede di Comunità del Parco dall’assessore del suo stesso Comune, si pronuncia invece a favore della vasca: una forma di evidente e grave dissociazione. Aggiungiamo noi: speriamo che questo “cortocircuito” istituzionale non sia stato scientemente studiato per bypassare una decisione (il no alla vasca) non in linea con l’idea di Governo, Regione, Comune di Milano e Aipo (agenzia interregionale fiume Po).
• Il piano Aipo è fallito La vasca nel Parco era parte integrante di un Piano che prevedeva un totale di cinque vasche, funzio- nanti contemporaneamente, per raccogliere un totale di 4,5 milioni di mc di acqua. La decisione di unificare la vasca di Paderno e quella di Varedo in un solo mega impianto da realizzare sull’area ex Snia di Varedo, blocca tutto. L’area scelta è da bonificare e ci vogliono anni e tanti soldi: ma non ci sono né gli uni né gli altri. Il Piano è saltato. Il Comune di Bresso e il Parco Nord non ci stanno. Il Piano dimezzato espone i cittadini di Niguarda e Pratocentenaro agli stessi rischi di sempre. Aggiungiamo noi: abbiamo sin da subito espresso un parere favorevole all’accorpamento delle due vasche, da posizionare sull’ex area Snia, perché avrebbe ridotto, se non azzerato, il consumo di suolo. Vedere però come è stata gestita la vicenda non pensando alla bonifica del terreno, fa cadere le braccia. L’assenza di questo enorme vascone, per chissà quanti anni, rende inefficace tutto il piano studiato da Aipo. E questo dovrebbero ammetterlo anche coloro che si sono schierati a favore delle vasche di laminazione. Non a caso Parco Nord e Comune di Bresso hanno “fatto saltare il tavolo” perché in queste condizioni la vasca del Parco sarebbe super sfruttata ma non porterebbe significativi benefici a Niguarda e Pratocentenaro vista la sua limitata capienza.
• La soluzione? l’invarianza idraulica
L’Invarianza Idraulica, inserita nella Legge Regionale n°109 del 8/3/2016, consiste nel recupero dell’acqua piovana che cade sulle aree cementificate, finisce nelle fogne e, per il carico eccessivo, si riversa nei fiumi, in questo caso nel Seveso, per poi esondare e allagare la città. I fondi stanziati per le vasche dovrebbero essere impiegati per attuare una gestione intelligente dell’acqua piovana, che non è un rifiuto, ma una risorsa preziosa. Aggiungiamo noi: su questo punto c’è una posizione in parte diversa da chi è contro, senza se e senza ma, alle vasche. Ovvero c’è l’idea di dare sul lungo periodo piena attuazione all’invarianza idraulica, ma dando anche risposte sul breve periodo ai cittadini di Niguarda e Pratocentenaro. A suo tempo abbiamo pubblicato sulle pagine del nostro giornale un esempio virtuoso portato avanti dal Comune di Rimini, ovvero vasca di laminazione sotterranea e depuratore avveniristico. Quindi le vasche possono essere una soluzione temporanea, da attuare contestualmente a una seria ed efficace depurazione delle acque. Come scritto più volte, molte delle contrarietà al sistema vasche, fermo restando la questione di un riuso più consapevole dell’acqua piovana, che deve essere vista come un bene prezioso e non come un rifiuto, derivano dal fatto che il Seveso non è un fiume ma una fogna a cielo aperto. E non sono considerati sufficienti i pur importanti lavori attuati nell’ultimo anno per “rinaturalizzare” il Seveso, anche se non si può non notare l’impegno profuso, anche economicamente, sul versante della depurazione.