Care lettrici, cari lettori, nel secondo numero di maggio su “Zona Franca” vi ho presentato Anna, ora ecco la sua storia. Anna, nel mio cuore, è la figlia (femmina) che non ho avuto. Una domenica di sole, a pranzo, a casa mia, tutti insieme.

Anna, conoscendo la tua vita dove nasce tutta la tua forza?

Sai, non c’è altro da fare: o ti rialzi o sei nell’abisso.

Cosa ti ha portato a essere la Anna di oggi?

Ho eliminato il passato, poi quando è nato mio figlio ho avuto di nuovo vita. Certo non è stato facile perché non avevo avuto insegnamenti! E poi, quando mi vengono incontro degli ostacoli, a volte torno al passato, a quando ero insicura e avevo paura. Quando ho conosciuto Stefano, molto più grande di me, ho trovato la salvezza: o venivo interdetta per sempre o trovavo una famiglia. È stata dura perché solo un medico, Dr. K., credeva in me e che ce l’avrei fatta. Certo, la famiglia dove dovevo andare era problematica, la mamma di Stefano era non vedente, lui è invalido come tu sai e la sorella soffriva di depressione. Trovavo una famiglia ma in un contesto difficile, ma forse fu quello che mi spronò a reagire.

Come hai passato la tua infanzia? Ti ricordi qualcosa di particolare?

Difficile, ricordo che a sette anni le assistenti sociali e i carabinieri sono venuti a casa e, senza dirci niente, ci hanno portato via tutti noi figli per le violenze psichiche e fisiche subite. Oggi però l’amore dei miei figli sono l’esistenza della mia vita. In questi anni mi sono temprata e porto avanti la mia famiglia lavorando sodo e migliorando ogni giorno il percorso che mi viene incontro. Certo la vita mi doveva dare ancora dolore. Fu quando mio padre perse la vita per mano di mio fratello, che oggi deve scontare una pena in carcere. Quando penso a mio fratello ritorno alla nostra infanzia e tutto ciò che la vita gli ha negato.

Guardando oggi nel tuo cuore cosa pensi di Anna?

Che sono fiera di quello che ho fatto e che la vita è una ruota che gira, la vita oggi mi da serenità, penso di essere buona e non porto rancore.

So che con la tua grande dignità non hai mai chiesto aiuto, ma in quel periodo…

Ero senza lavoro e si viveva con l’invalidità di mio marito e quando ho chiesto aiuto mi hanno umiliata, da quel giorno non ho più chiesto nulla, ma ho sofferto.

Cosa chiedi Anna oggi alla vita?

Chiedo serenità e di portare avanti tutto sempre con forza e coraggio e che intorno a me ci sia pace e amore. Grazie Anna per averci raccontato la tua storia. Grazie per il coraggio con cui affronti ogni tuo giorno e che ti seguirà, sono certa, per tutta la vita. Firmato: Sandra, la volontaria.