Osservatorio Mameli: variare il Pgt e costruire una Cittadella della Salute

“Trasformazione dell’area ex caserma Mameli: a che punto siamo”. Questo recitava il volantino di presentazione dell’assemblea pubblica organizzata dall’Osservatorio Mameli lo scorso 14 maggio presso il Circolo Acli Bicocca. L’occasione è stata utile per fare il punto della situazione a tre mesi dalla nascita dell’Osservatorio e per capire gli scenari futuri riguardanti la riqualificazione dell’area. Ricordiamo che la costituzione dell’Osservatorio Mameli, al quale a oggi hanno aderito 130 cittadini e che si esprime attraverso un coordinamento composto da 10 componenti di cui due portavoce, ha come scopo rendere attiva la cittadinanza dei nostri quartieri riguardo alla definizione degli obiettivi progettuali con le Istituzioni (Comune di Milano e Municipio 9) e con la proprietà dell’area (Cassa Depositi e Prestiti).

L’incontro, moderato da Claudio Antonelli, ha visto la partecipazione attenta dei cittadini presenti. La presentazione delle 43 slide che riassumono il lavoro svolto dall’Osservatorio è iniziata con la relazione di Attilio Gallini, che ha illustrato lo “stato di fatto”, cioè un quadro informativo delle principali realtà presenti nel Municipio 9 in cui è situata la caserma (circa 180 mila residenti, il 13,5% del totale della popolazione milanese); oltre 60 associazioni, di cui 26 culturali, 2 università (Bicocca e Politecnico Bovisa), 4 ospedali (Ca’ Granda, Cto, Galeazzi e Pio X) e 13 Residenze per anziani. L’Osservatorio ritiene che questi dati debbano essere tenuti in considerazione in fase progettuale con l’obiettivo di sviluppare nell’ex area Mameli attività culturali e assistenziali coerenti con le specificità del territorio. Roberto Medolago ha di seguito individuato quali sono i soggetti direttamente interessati al progetto dell’ ex area Mameli: Cassa deposito e prestiti, Comune di Milano, Municipalità 9, la città metropolitana, i progettisti, gli operatori economici e le associazioni culturali e assistenziali. Con i successivi interventi di Renzo Cislaghi e Mario Riva sul ruolo dell’Osservatorio Mameli e su quale debba essere realmente il futuro dell’area si è entrati nel merito del dibattito. Il coordinamento dell’Osservatorio da febbraio si è riunito con cadenza quindicinale per discutere le numerose azioni intraprese: sopralluogo alla caserma, visita a Piazza dei Mestieri di Torino esempio virtuoso di riqualificazione, incontri con Università Bicocca e Fondazione Sodalitas prima realtà a promuovere la sostenibilità d’impresa in Italia e attenta partecipazione al Piano d’ascolto del Politecnico. Quest’ultimo, su incarico del Comune di Milano, ha accompagnato il procedimento urbanistico in atto attraverso l’organizzazione di 9 incontri duranti i quali sono state raccolte idee, bisogni e aspettative dei cittadini riguardo il riuso temporaneo e definitivo dell’area relativo esclusivamente alla parte destinata ad uso pubblico. Ricordiamo infatti che la Cassa deposito e prestiti, proprietaria dell’area da fine 2014, ha incaricato lo studio Onsite di stilare un progetto di trasformazione della caserma al fine di definire il planivolumetrico per la parte privata (un programma complesso di residenza per il libero mercato, residenza sociale e commercio), il progetto degli spazi aperti e il riuso della parte ceduta all’uso pubblico.

Lo studio Onsite, durante la redazione del progetto, ha dovuto necessariamente rispettare i vincoli del Piano di Governo del territorio stabilito nelle schede di indirizzo predisposte dal Comune di Milano. Il piano attuativo che ne è derivato prevede quindi, su una superficie totale di 101.000 mq, una destinazione per metà a superficie edificabile e verde privato (in parti uguali edilizia libera e edilizia residenza sociale) e per l’altra metà a spazi e servizi pubblici con una superficie assegnata a parco in misura del 30%. Proprio questo vincolo stabilito dall’attuale Pgt che prevede il 50% della superficie edificabile è stato spunto di riflessione da parte dell’Osservatorio. La considerazione che nessun Pgt (l’attuale prevede già un consumo di suolo minore rispetto ai precedenti) si può ritenere immodificabile e che al contrario si può e si deve aggiornare perseguendo l’evolversi delle necessità e delle aspirazioni dei cittadini è stata condivisa dai cittadini presenti. Assoggettare l’area Mameli a una speculazione edilizia abitativa non sembra essere in linea con le necessità attuali, non con le aspirazione delle zone circostanti né con la situazione di mercato abitativo di quest’area e neanche con le più recenti previsioni demografiche che prevedono una diminuzione degli abitanti. Altro dogma da sfatare è che la Cassa deposito e prestiti debba guadagnare con il suo “libero” investimento: non è questo il suo compito; è sufficiente che venga rimborsata remunerando tutto il capitale investito, spese di gestione comprese. Il suo ruolo è invece di favorire nuove aggregazioni sociali, imprenditoriali, lavorative, promuovendo investimenti privati e pubblici capaci di far nascere nuove attività produttive. Occorre invece pensare alla nascita di una Milano policentrica proiettata nel futuro con tanti poli di attrazione, ciascuno con proprie peculiarità culturali, artistiche e produttive. Ed ecco che nasce dall’Osservatorio la possibilità di dare vita a una “Cittadella della salute e del benessere”. Se infatti prendiamo una mappa di Milano e dintorni, e la centriamo sull’area Caserma Mameli disegnando dei centri concentrici sempre più larghi sino a inglobare il centro e il sud della città e i suoi dintorni (Monza, Sesto S.G., Garbagnate, Lainate …) constateremo la presenza di numerose attività collegabili alla “salute” (ospedali, cliniche, case di cura, case di riposo…) e al “benessere” (vendita di materiali Bio o a km 0, associazioni culturali ed artistiche, musei, cinema, teatri…). La sinergia tra queste realtà darebbe vita ad una “Cittadella” cui rivolgersi per ottenere servizi ed assistenza di ogni genere nel settore “salute e benessere”: in campo salutistico, alimentare, culturale, artistico, abitativo temporaneo, trasporti, con attività professionali sia private che pubbliche. Un investimento che, data la grande attenzione privata nel creare e concentrare strutture in ambito salute (ospedali, cliniche, case di riposo, farmacie, parafarmacie, centri benessere, studi medici/ambulatori …) così come in quello alimentare, in particolare nel made in Italy e nei prodotti bio e a km zero potrebbe attrarre l’interesse di fondazioni e soggetti privati.

Alla fine gli intervenuti hanno ribadito come la costruzione di nuove abitazioni non rappresenti una priorità per la nostra zona dato anche il progressivo invecchiamento della popolazione. L’Osservatorio Mameli dà appuntamento all’autunno per un nuovo incontro. Chi volesse nel frattempo aderire può inviare una mail all’indirizzo info@osservatoriomameli. it.