Vasca al Parco Nord 2: per la Regione si può fare ma solo ad acque bonificate

Rammentiamo questa data: 12 maggio 2016. Esattamente in questa data Regione Lombardia ha dato parere favorevole alla costruzione della vasca di laminazione nel Parco Nord. Il decreto di 35 pagine numero 4186 del 12/5/2016 a firma del dirigente Silvio Landonio così ha stabilito, non accogliendo di fatto tutte le osservazioni del Parco Nord, del Comune di Bresso, delle Associazioni e dei cittadini che puntavano a dimostrare che quell’opera, a prescindere dai giudizi circa la sua utilità, era incompatibile con un¹area protetta e di pregio qual è il Parco Nord.

Fine della trasmissione? La mazzata, per chi si è schierato contro la vasca, è stata forte però leggendo nel dettaglio la “sentenza” si scoprono alcuni punti che palesano che anche la Regione non è convinta al 100% che quella vasca stia bene dentro il Parco e sia salutare per i cittadini bressesi che abitano nel quartiere Papa Giovanni XXIII. Ma andiamo con ordine. Il principale paletto posto da Regione Lombardia alla realizzazione della vasca è una prescrizione contenuta a pagina 32 del decreto 5.5 che recita: “La realizzazione del progetto è subordinata alla conclusione del procedimento di bonifica conseguente all’individuazione della contaminazione puntuale evidenziata in fase di caratterizzazione”. La frase è, come troppo spesso accade nei documenti italici, sibillina è sarà oggetto sicuramente di varie interpretazioni. Coloro che sono contro la vasca l¹hanno così interpretata: se è così il progetto non si potrà realizzare finché non sarà messa in atto una vera e propria bonifica delle acque.

E questo passaggio non è una cosa da poco perché nelle 34 pagine del documento più volte il Seveso viene di fatto definito una fogna a cielo aperto.

Che il Seveso sia un fiume inquinato lo si sa da tempo, ma mai nessuno lo aveva dichiarato nero su bianco, come è stato fatto questa volta, proprio nelle relazioni che accompagnano il progetto per la vasca: più volte le acque del Seveso sono state definite “scadenti” e “pessime”. Secondo i rilievi di Arpa Lombardia queste acque trasportano costantemente metalli pesanti, solventi organici e prodotti fitosanitari provenienti da scarichi domestici, artigianali, agricoli e industriali.

Insomma la Regione Lombardia autorizza l¹opera nonostante l¹impatto ambientale che, per sua stessa ammissione, sarà molto pesante per il Parco e per la popolazione che vive nei dintorni. E qui entra in gioco il Sindaco di Bresso Ugo Vecchiarelli che deve tutelare la salute dei suo concittadini. Contro il decreto di compatibilità ambientale della vasca di laminazione, da realizzare nel settore milanese del Parco Nord tra il cimitero di Bruzzano, via Aldo Moro e il fiume Seveso, il primo cittadino bressese sta valutando se presentare un ricorso al Tar. Il sindaco Ugo Vecchiarelli sta valutando questa possibilità, dopo aver letto una prima volta il decreto che tiene sulla scrivania del suo ufficio: “Ora le studieremo a fondo e valuteremo se ricorrere al Tar lombardo entro 60 giorni – spiega -. Questo vale per il Comune, poi vedremo cosa fare con la Comunità del Parco Nord, che espresse all’inizio di aprile la sua contrarietà alla Vasca”.

Quindi nessuna decisione è stata ancora presa: verrà concertata assieme alla Comunità del Parco Nord ma si prospetta questa possibilità. Alla luce dei fatti sopra esposti è chiaro a tutti che sulla vicenda vasca di laminazione non siamo ancora ai titoli di coda. Appuntamento ai prossimi mesi.