Cinema a scuola: proiettati al Mic

Al Progetto “Cinema a Scuola”, curato da Luigi Allori, in collaborazione con il Mic (Museo Interattivo del Cinema), presentato dal Centro Culturale della Cooperativa e patrocinato dal Consiglio di Zona 9, quattro sono state le classi aderenti per l’anno scolastico 2015/2016: la IF e la IID della Cassinis, seguite rispettivamente dalla prof.ssa Giroletti e della prof.ssa Cirillo, con il prezioso aiuto tecnico del prof. Sacco; poi la II e la IIIA della Tommaseo seguite dal prof. Carlucci e la IIC della Rodari, seguita dalla prof.ssa Consonni.
I ragazzi della IF della Cassinis, hanno interpretato “Il processo di Antigone” in veste moderna, un vero e proprio processo in cui hanno avuto modo di riflettere sulla tragedia di Sofocle; i ragazzi della IID della stessa scuola invece, hanno girato un giallo che si sviluppa durante una loro interpretazione di “Romeo e Giulietta” a scuola, quindi una scena dentro un’altra scena; la IIC della prof.ssa Consonni ha creato una storia di fantasia in cui i ragazzi vengono catapultati indietro nel tempo fino agli anni ’70; la II e la IIIA della Tommaseo hanno realizzato un cortometraggio dedicato alla Resistenza, un documentario che fa riflettere molto perché porta il ragazzo protagonista, dall’avversione per lo studio della storia alla comprensione del valore della Resistenza attraverso incontri con chi la guerra l’ha vissuta. Tutti e quattro i cortometraggi sono stati proiettati al Mic il 6 giugno. Quel giorno è stata presente al Mic anche Laura Wronoska, nipote di Matteotti e staffetta partigiana, la quale ha chiacchierato con i ragazzi.
Abbiamo chiesto ai professori un giudizio sul lavoro svolto e come i ragazzi abbiano reagito alla nuova esperienza. La prof.ssa Cirillo ha così risposto: “La nostra scuola partecipa ormai da qualche anno al Progetto Cinema a Scuola per cui è dotata di una buona attrezzatura che permette una buona qualità dell’immagine e del sonoro; i ragazzi si sono mostrati da subito felicissimi ed entusiasti, non appena è stata loro proposta la possibilità di realizzare un film hanno cominciato a cercare un soggetto che fosse interessante per tutti loro e, a ben guardare le loro prime proposte, non si sono inizialmente accorti delle possibili difficoltà di mettere in scena alcune loro idee; tutti i ragazzi frequentanti sono stati ugualmente coinvolti nelle riprese, nella creazione della sceneggiatura, nello storyboard e nella scelta delle musiche e tutti loro hanno messo grande serietà, impegno e partecipazione nell’interpretazione del proprio personaggio; il tema è stato scelto esclusivamente dai ragazzi senza alcuna imposizione esterna. Ogni ragazzo ha fatto una proposta che poi è stata votata, ovviamente la proposta più votata è stata poi scelta; la fantasia dei ragazzi di 2D è tra le più vivide che io abbia avuto modo di vedere, il problema con loro è stato quello di tenere a freno idee a volte molto belle ma poco adatte ad essere portate sullo schermo (a meno che non ci si chiami Spielberg!); sicuramente i ragazzi hanno capito che si può imparare divertendosi ma anche che pure nel divertimento sono necessari impegno e serietà, rispetto degli impegni, delle scadenze; il soggetto è stato ideato a ottobre, sono poi iniziate le fasi di preparazione dello storyboard e a seguire le riprese che si sono concluse a maggio”.
La prof.ssa Giroletti ci ha detto invece che la loro scuola ha in dotazione una videocamera ma il prof. Antonio Sacco, specializzato nelle riprese e nelle operazioni di montaggio, ha spesso utilizzato la sua telecamera e il suo Pc professionali. “Per quanto riguarda gli spazi e gli ambienti”, dice la prof.ssa, “abbiamo avuto la collaborazione di Roberto Medolago, che ha messo a nostra disposizione il salone della Casa di Alex: Per alcune scene sono state adottate soluzioni di fantasia, sempre pero’ coerenti con la logica di fondo. Per gli abiti e gli accessori di scena alcuni ragazzi sono andati in soffitta e hanno recuperato oggetti utili. Una nonna ha confezionato una tunica per il nipote attore. Inizialmente gli allievi hanno accolto con gioia la proposta di partecipare ad un laboratorio di cinema, presentata e giustamente recepita come un’avventura affascinante, ma con il procedere dell’attività, l’entusiasmo in alcuni si è indebolito, perché ‘avventura’ non è propriamente sinonimo di divertimento e basta: fare cinema certamente favorisce momenti ludici, ma fondamentalmente richiede impegno, pazienza, collaborazione, curiosità e desiderio di imparare. È stata coinvolta tutta la classe, anche se con ruoli diversi e aventi un peso diverso. Gli attori, in particolare i protagonisti, hanno interpretato la loro parte con grande espressività. Non esagero se affermo che ci sono stati momenti di grande intensità emotiva, straordinaria per ragazze e ragazzi di undici anni, e di profonda commozione. Sebbene tutti fossero coinvolti, almeno attraverso la partecipazione alla giuria come attori e attraverso la stesura dello storyboard come sceneggiatori, il fatto che si sia data una diversa visibilità alle due compagne e al compagno protagonisti ha suscitato malumore in alcuni che si sono sentiti feriti e trascurati. Negli anni passati il tema e la storia da raccontare erano stati scelti dai ragazzi. Quest’anno il soggetto è stato proposto da noi adulti e devo dire che in un primo tempo la risposta è stata positiva. Scegliendo di raccontare il dramma di Antigone rivisitato ai giorni nostri con l’assegnazione alla classe del ruolo di giuria popolare, l’intento era innanzitutto quello di far conoscere una delle opere più significative del nostro patrimonio culturale e di farne apprezzare la grande bellezza; l’altro intento era quello di fare riflettere proprio i ragazzi di questa fascia d’età su una delle questioni fondamentali con cui ciascuno di noi deve fare i conti: il rapporto tra individuo e società, tra Stato ed Etica, tra la ragione del cuore e l’autorità della legge. I ragazzi, una parte di loro, si sono lamentati perché l’impegno è prevalso sul divertimento e il messaggio sullo spettacolo. Certo questa reazione suscita in noi adulti un po’ di rammarico, e quando dico adulti dico docenti perché i genitori sono più vicini ai ragazzi, ma anche soddisfazione: sono state poste le premesse per fare capire che il cinema, questo mezzo espressivo così potente proprio per la sua capacità di suggestionare, di emozionare e di suscitare risonanze profonde, può essere utilizzato come linguaggio per trasmettere valori e favorire la crescita della persona. Questa è la finalità della scuola. Dallo spettacolo siamo sommersi. Il lavoro si è svolto da febbraio a maggio (da 1 a 2 ore/settimana)”.
Il prof. Carlucci ha così commentato il lavoro: “Piccola staffetta’ è un cortometraggio che rappresenta il percorso di formazione di un ragazzo e dei suoi compagni verso la comprensione del valore attuale della Resistenza attraverso l’incontro di persone testimoni di quel periodo storico. È stato girato e montato dalle ragazze e dai ragazzi di II^ e III^A. È stato dedicato alla memoria di Laura Wronowska Fabbri, partigiana e nipote di Matteotti, e a Gildo Gastaldi, neuropsichiatra che aderì al Partito d’azione e al movimento Giustizia e Libertà. La realtà e la finzione si sono incredibilmente mescolate e i ragazzi hanno vissuto le esperienze del cortometraggio: l’incontro con la nipote di Matteotti, partigiana, la visita alle carceri “Le Nuove”, teatro di prigionia per molti partigiani, le lezioni e i filmati. La proiezione al Mic è stata per i ragazzi una motivazione eccezionale. I punti forza sono stati l’inclusività del progetto, la forte valenza formativa, la valorizzazioni di competenze multiple (sceneggiatura, scrittura, lettura, interpretazione, disegno, espressività), la collaborazione del team di docenti, gli incontri straordinari che i ragazzi hanno potuto sperimentare. Poche sono state le difficoltà ed è migliorato il coinvolgimento didattico degli alunni. La classe si è sentita coinvolta ed è stata disponibile alle realizzazione del film come un’avventura collettiva. Tutti gli alunni hanno potuto esprimere le proprie abilità (scrittura, sceneggiatura dal testo dello scrittore Alzati, disegno, riprese, espressività, montaggio). Gli alunni con più difficoltà relazionali e didattiche hanno trovato spazio e la costruzione del film è stata una leva motivazionale che ha consentito in alcuni casi (il protagonista) di superare con successo l’esame (in una mescolanza tra finzione e realtà!). Per realizzarlo è stato necessario un intero anno scolastico”.