L’Isola, la sua Stecca, il suo pittore Francesco Magli

Sino al 3 luglio scorso, la nuova Stecca, Incubatore dell’Arte, ha ospitato opere di Francesco Magli in una mostra intitolata “l’Isola: Energia della Rivolta Poetica”. Sono oltre quaranta le opere esposte, compreso un gruppo di totem lignei e colorati tutti coronati da antiche “raganelle”, i primitivi strumenti di legno dal suono gracchiante, con i quali, nel lungo silenzio delle campane della veglia pasquale i bambini avvisavano la gente che le funzioni religiose stavano per iniziare. Le opere spaziano dal 1980 ad oggi ed esprimono un alfabeto istintuale di colori e di sentimenti primari che Magli si è portato dentro dal suo San Pietro in Amantea, il piccolo paese calabro che ha lasciato, giovanissimo, per venire a Milano.
E già in questo miscuglio di moderno e di antico ci sono tutte le radici del linguaggio di Magli. Le raganelle sono uno strumento primitivo, che produce un suono forte e barbaro. Il nome del suo paese di origine è anch’esso un programma; in esso la cultura cristiana si sovrappone a quella della Magna Grecia che ha generato la Calabria: Amantea è il nome mitologico della capra che ha svezzato Giove.
Fin dagli anni 60 Francesco vive e lavora all’Isola dove lo scoprono grandi maestri e compagni di viaggio come Ibrahim Kodra, l’ultimo grande artista postcubista, Nicola Gianmarino, Pippo Spinoccia e Raffaele De Grada. Lo scoprono e lo obbligano ad inserirsi nel grande mondo di Brera, che lui comincia a frequentare con dei corsi serali, visto che di giorno lavora come pizzaiolo! Magli si impone all’attenzione generale quando nel luglio 1986 dipinge i grigi “panettoni” di cemento di una città già grigia e caliginosa di suo, trasformandoli in uno strumento di libera creatività. Un gesto «per dare colore e calore », dice. I vigili lo multano, due volte. Alla terza sono i carabinieri che discretamente lo avvicinano e gli fanno il verbale. Ma intanto tutta la città lo conosce e gli vuole bene.
Ed il “panettone” grigio, silenzioso, ma in attesa di una possibile redenzione colorata, diventa uno dei simboli dell’alfabeto di Magli. Assieme a tante sagome ripetute e minacciose come l’uomo con il fucile, e ad altre invece portatrici di speranza e di rivolta come lo zampognaro, il suo avatar che non si arrende e ricompare dopo ogni incubo.
Con Francesco ci conosciamo da tempo, abbiamo anche quasi la stessa età. Mi parla della sua vita che ogni volta mi commuove. Lo trovo in formissima. “Maestro – gli dico – com’è che nelle tue opere diventi sempre più giovane? Cominci 40 anni fa con opere seriose, con sagome minacciose ed anonime, con collage con camicie scure e tristi. L’ultimo tuo lavoro invece è un grande quadrato, una composizione di fili, di lampadine, di oggetti quotidiani, ma coloratissimo, allegrissimo, liberatorio…”. Sorride.
• Alla Nuova Stecca anche il Padiglione Autogestito Itinerante Per tutto luglio, la nuova Stecca ospiterà il Padiglione Adattabile Autogestito Itinerante (Paai). Numerose le attività che il Paai è in grado di ospitare: laboratori, presentazioni, letture, mostre, attività di ascolto, teatro di quartiere, attori amatoriali e/o professionisti, feste musica, attività ginniche per la terza età e non, piccole competizioni, tornei per i più piccoli, corsi teorici e pratici. Il padiglione è pensato come una struttura costituita da diverse componenti semplici che possano essere usate tutte o in parte a seconda delle situazioni e delle necessità. Una specie di organismo vivente che cresce o decresce nel tempo e nello spazio. Dopo l’uscita del giornale, restano accessibili tre ultimi incontri con il Paai: giovedì 14, ore 16,30-18,30, la organizzazione no profit La Lanterna indice un incontro con i “piccoli ortisti” mentre sabato 16 e domenica 17 avranno rispettivamente luogo gli eventi: “Momenti di movimento per tutti” dalle 11 alle 19 e “Irish World” dalle 15 alle 17.