Nel 70° della Costituzione della Repubblica

Care lettrici, cari lettori, buone vacanze! La storia è formata da date, nomi, avvenimenti. Ci chiediamo il perché delle guerre, delle malvagità, del male. Non bisogna essere studiosi, laureati, per avere la risposta. Tutto ciò che è male si vince con l’amore ma l’amore non nasce nell’essere umano se in lui non c’è la base – “la prima pietra” – cioè il rispetto dell’uno verso l’altro. Possiamo anche non crederci ma non ci sarà mondo migliore se prima non viviamo il rispetto verso l’altro. Si possono avere pensieri diversi ma se vissuti per il bene comune un domani nella storia saremo ricordati non per “uomini grandi” ma solo uomini migliori. Ripercorrendo la storia di ieri, dei nostri 70 anni, troviamo nomi, donne e uomini, che hanno vissuto e creduto. Ricordiamo le prime Donne al Parlamento nel 1946 con pensieri diversi ma unite per il bene dell’Italia. Eccole:

Bei Adele (PCI), Bianchi Bianca (PSIUP-PSLI), Bianchini Laura (DC), Conci Elisabetta (DC), Delli Castelli Filomena (DC), Jervolino Maria (DC), Federici Maria (DC), Gallico Spano Nadia (PCI), Gotelli Angela (DC), Guidi Angela (DC), Jotti Leonilde (PCI), Mattei Teresa (PCI), Merlin Angelina (PSIUP – PSLI), Minella Angiola (PCI), Montagnana Togliatti Rita (PCI), Nicotra Maria (DC), Noce Teresa (PCI), Penna Ottavia (UQ), Pollastrini Elettra (PCI), Rossi Maria Maddalena (PCI), Titomanlio Vittoria (DC).

Anche gli uomini, come le donne, sono stati, pur con pensieri diversi, uniti nel massimo e reciproco rispetto, da Alcide De Gasperi a Palmiro Togliatti, da Enrico Berlinguer ad Aldo Moro, da Nilde Jotti a Tina Anselmi, da Camilla Ravera a Rita Montagnana. Gli articoli sono tanti nella Costituzione ma è certo “che la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro” sia quello più letto, ascoltato, sentito.

La Costituzione dice ancora: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla organizzazione politica economica e sociale del Paese”.