Cento chilometri di corsa per Progetto N

Non ci aspettavamo che qualche amico di Progetto N volesse ricordare i nostri 35 anni di vita offrendoci 100 (diconsi cento) chilometri di corsa. Il personaggio, un certo A.S (della serie “la tua mano destra non sappia cosa fa la sinistra”), secondo noi meritava un’intervista!
Abbiamo visto su Facebook la tua foto che ora appare anche qui, su “Zona Nove”. Ci vuoi spiegare cosa sono questi 100 Km?
Ultramaratona oppure Super Maratona. Questi sono i due modi in cui viene definito un percorso di 100 km in cui atleti sfidano se stessi e i propri limiti. Per la 100 Km di Asolo (Tv), l’organizzazione ha stimato 20 ore per portare a termine la prova. Il percorso è più o memo un anello con partenza dal borgo di Asolo. Il tracciato si snoda scavalcando i dolci colli di Maser per salire, attraverso un percorso mozzafiato per panorama e colori, in cima al Monte Grappa dove a 1784 metri di altezza c’è il suggestivo monumento ai caduti della Grande Guerra. A questo punto si è giunti alla metà del percorso e si comincia la discesa alternata da lievi risalite sino a ritornare ad Asolo. Durante il percorso si devono affrontare un forte cambio di altitudine e sbalzi di temperatura. Non solo l’aspetto tecnico, ma anche lo studio del percorso, l’alimentazione durante la gara e l’elaborazione di una strategia sono elementi che contribuiscono alla buona riuscita della sfida.
Bello: storia e storie; ma la medaglia che porti al collo non è di sicuro olimpica; quale è stata la tua classifica?
Per colore e per significato è molto più che oro olimpico! ahahah! A questa edizione, la sesta, si sono iscritti 262 atleti tra uomini e donne provenienti da tutta Italia e Europa e in un fantastico mix di dialetti, lingue e andature ho corso per 11h:44m:21s classificandomi 34°. Incredibile! Mi sarei accontentato di arrivare!
Correre che cosa rappresenta per te?
Mi sento un volontario di Progetto N: per chi non ricordasse, spiego. Una Onlus di zona 9 che da 35 anni si mette a disposizione di chi vuole intraprendere una corsa di vita diversa da quella ancorata a dipendenze che distruggono. Correre vuol dire lasciare indietro quel che non serve e fidarti di quel che hai dentro di te. Io non mi sento un vero maratoneta: vivo la corsa come una splendida opportunità di svago. Per molti, correre all’alba prima di andare al lavoro, alla sera appena tornati a casa dopo una giornata passata tra clienti, imprese e traffico metropolitano, con la pioggia, sotto il sole, appare un sacrificio inutile ed estremamente faticoso. Invece è proprio per rilassarmi, per scollegare il cervello da tutti e da tutto, per stare un po’ con me stesso, per pensare e sognare ad occhi aperti che corro. Tutto ciò mi regala serenità e nonostante la fatica mi fa sentire bene con me stesso e con tutti. Dandomi la giusta carica per affrontare il quotidiano con il sorriso.
Nel cartello che hai in mano nella foto c’è come una dedica a Progetto N: ci spieghi?
Questa è facile! Ho chiesto a Elisabetta, mia cognata, di preparare uno striscione da esporre all’arrivo perché per me l’ultramaratona e Progetto N hanno molto in comune. Il percorso difficile, la fatica, il sudore, la solidarietà degli addetti ai lavori e dei volontari ai punti di ristoro, la mia squadra che mi ha sostenuto lungo tutta la corsa dandomi la certezza di non sentirmi mai solo nei momenti di debolezza e smarrimento. L’arrivo al traguardo. La mia dedica ha voluto proprio testimoniare che le grandi imprese passano attraverso numerosi sacrifici ma che nonostante tutto il traguardo è a portata di mano. Un po’ come il credo e il quotidiano di Progetto N e di tutti gli addetti e volontari che ci lavorano e collaborano.
Pare che oltre a correre tu sia anche un forte “percussionista”…
Forte casinista, come dice mia mamma! Si! Suono la batteria da tantissimi anni. Il primo tamburo, autocostruito con una scatola di biscotti in latta l’ho pestato che avevo dieci anni… Dopo qualche anno, ho suonato la mia prima batteria usata che mi regalò un prete mio amico. Lascio a te indovinare il suo nome! Da allora solo per diletto e per una sfrenata passione suono regolarmente tutti i giorni. In casa, in studio, in macchina non mancano le bacchette per esercitarmi e gli spartiti per studiare. In sala prova con il gruppo invece ci andiamo a ridosso delle date di esibizione per provare come fanno i veri gruppi. Non ho mai pensato alla musica come fonte di guadagno ma solo come immenso piacere. Potessi suonare la batteria mentre corro….
Tra corse e bacchette trovi anche il tempo per il lavoro e la famiglia?
Per lavorare sì, per la famiglia invece avviene esattamente il contrario. È la mia famiglia che trova tempo per me! Ho una fortuna pazzesca! Se corro, orari permettendo, i miei figli mi scortano in bicicletta, se suono, mia moglie non si perde una data. Tutto ciò è possibile grazie a Cristina che mi ha sempre sostenuto in ogni mio desiderio, la musica la corsa il lavoro… I miei figli sono orgogliosi di me anche se il più grande comincia a pensare che complicarmi la vita con le ultramaratone sia da imputare a un colpo in testa preso da piccolo.
Presto faremo uno spettacolo al teatro di piazza san Giuseppe a favore della nostra Associazione: ci auguriamo di averti come star a suonare e raccontare questa bella storia!
Sicuramente sarò presente, ma non come star o special guest perché le vere star siete voi dell’Associazione che nonostante le mille difficoltà riuscite ancora a occuparvi di chi oggi ha bisogno.