Un’innovativa versione dell’arte di strada: i murales in 3D degli Urban Solid

Cosa ci fanno Adamo ed Eva in costume e occhiali da sole in viale Jenner? E un paio di orecchie e nasi dai colori flou in via Pollaiuolo? O, ancora, il simbolo dell’Euro composto da grandi spermatozoi in piazza Carbonari? Per saperlo bisogna chiederlo a Urban Solid, il duo di artisti che hanno realizzato questi (e altri) bassorilievi e li hanno piazzati in giro per le strade, comprese quelle di zona 9. Arte di strada, sì, ma che non si avvale di bombolette e acrilici quanto di gesso, stampi e colle per affiggere sui muri vere e proprie sculture surreali.
Come e quando nasce il vostro progetto artistico e culturale?
Tutto inizia in laboratorio nel 2009, ma è del 2010 il debutto in strada. In quell’anno abbiamo capito che avremmo potuto conquistare una fettina della Street Art di Milano, ritagliandoci il nostro posto un po’ unconventional. Noi non abbiamo una formazione da street artist: abbiamo frequentato il liceo artistico e l’accademia di Brera, specializzandoci in pittura e scultura. Eppure la strada ci ha sempre affascinati, per cui abbiamo deciso di intraprendere il progetto di Urban Solid sei anni fa. L’accademia, però, non l’abbiamo dimenticata: quello che per noi è diventato un lavoro ci ha fatto tornare a scuola, dove insegniamo la nostra tecnica agli alunni di licei e accademie.
Perché avete deciso di chiamarvi così?
Urban Solid in inglese è il rifiuto di grosse dimensioni, un televisore abbandonato in strada, per esempio, quindi il nome è dovuto al fatto che “abbandoniamo” per strada i nostri oggetti.
Come realizzate i vostri pezzi?
Osserviamo quello che accade attorno a noi e lo riproduciamo in maniera creativa. Usiamo il gesso e il cemento che, tramite calchi in gomma, coliamo in stampi anche a grandezza naturale (in quelle che si chiamano gomme anatomiche), oppure creiamo modelli in argilla o plastilina. Per attaccare le opere su parete, invece, usiamo diversi materiali a secondo del peso dell’elaborato: colle e chiodi vanno per la maggiore, mentre Adamo ed Eva, per esempio, sono autoportanti.
Cosa avete realizzato in zona 9?
Diverse opere, da Adamo ed Eva in viale Jenner e sotto al ponte della Ghisolfa a orecchie e nasi in via Pollaiuolo fino al simbolo dell’Euro composto da grandi spermatozoi in piazza Carbonari. Quando lavoriamo per strada non ci poniamo il problema della scelta del muro, anzi spesso realizziamo le opere da affiggere prima di conoscere il posto in cui le attaccheremo. E abbiamo scoperto che funziona: il vicinato accetta quello che facciamo, e se anche non lo fanno (per esempio disegnando sulle opere o taggandoci sopra) noi continuiamo a “monitorare” la vita della scultura. Ci piace avere la cronistoria dell’opera, vedere come cambiano le cromie e anche come cambia la gente, la stessa che si fa i selfie con Adamo.