L’Italia premia 5.911 partigiani. Tutti i nomi di Niguarda, Prato e Isola

Il Ministero della Difesa decise per il 70° anniversario della Liberazione (25 aprile 2015) di premiare i partigiani/e combattenti ancora viventi con la “Medaglia della Liberazione”, quale simbolo di gratitudine dello Stato italiano verso coloro che si misero personalmente in gioco per riscattare la libertà di tutti. E che riuscirono a cacciare gli occupanti nazisti e a sconfiggere i loro alleati, i servi fascisti della Repubblica di Salò, liberando tutte le città del Nord Italia prima che arrivassero gli eserciti alleati e facendo loro trovare le città con i sindaci insediati e operanti. L’Anpi da sola segnalò 5.911 partigiani combattenti ancora viventi grazie alla diffusa e vitale rete delle sue sezioni. Forse il Ministero non se ne aspettava così tanti, tant’è che le premiazioni per i milanesi arrivano solo oggi a oltre un anno e mezzo dal 25 aprile 2015. Il 15 ottobre nella Sala del Conservatorio ci sarà la cerimonia di premiazione. Chi fosse interessato a partecipare mi contatti. Io accompagnerò i partigiani e i loro familiari alla premiazione come presidente della sezione Anpi di Niguarda insieme ai presidenti delle sezioni di Affori, Bovisa, Dergano, Prato, Isola. Inoltre siete tutti invitati il 22 ottobre alle 15.30 presso il Centro Culturale della Cooperativa di via Hermada 14 ai festeggiamenti e alla “prima” ufficiale di un corto, un documentario/intervista di 35 minuti dal titolo: “Carlo Rovelli, nome di battaglia Rovo. Un partigiano della Val grande”, realizzato nel 2016 da Nico Tordini, ricercatore storico della resistenza in Val Grande. Saranno disponibili anche i video su Giuseppe Colzani (Rai news 24) sulla Resistenza a Niguarda, e su Dante Reggi, per lunghi anni presidente dell’Anpi niguardese, allora renitente alla leva e latitante alla macchia nelle campagne cremonesi per non servire sotto i fascisti di Salò. Di seguito i nomi dei premiati delle sezioni di Niguarda, Prato Centenaro, Isola.
• Carlo Rovelli (Niguarda) classe 1925, figlio di un esule comunista fuggito per le persecuzioni fasciste, a 17 anni entra nei gruppi d’assalto in val Grande dove si distingue per il coraggio e lo sprezzo del pericolo.
• Giuseppe Colzani (Niguarda) classe 1927. Fa parte delle Brigate del Popolo, formazione cattolica che ha operato a Niguarda sotto la direzione di Don Macchi, l’unica memoria rimasta dell’insurrezione niguardese insieme a Zatta.
• Rino Zenti (Niguarda) classe 1924. Imi (internato militare italiano) fatto prigioniero dai tedeschi a Bolzano dopo l’8 settembre, deportato in Austria, ha rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale di Salò e per questo motivo ha dovuto subire 20 mesi di prigionia e di lavori forzati in condizioni durissime anche se non paragonabili ai campi di sterminio.
• Elio Oggioni (Prato) classe 1926. Già da giovanissimo è attivo all’Isola Garibaldi con gruppi cattolici antifascisti. Dopo l’8 settembre il 17enne aderisce alle Brigate del Popolo e partecipa attivamente al movimento di Resistenza e Insurrezione dell’area di Milano Niguarda.
• Lodovico Cesati (Prato) classe 1922. Militare in Grecia, tenta rischiosi rapporti con i partigiani greci. La minaccia di fucilazione si trasforma dopo l’8 settembre in deportazione in Germania. Anche nella nuova situazione il suo integro antifascismo ha modo di manifestarsi: rischia nuovamente la fucilazione nel carcere di Spandau. Riesce infine a fuggire e a partecipare alla liberazione di Berlino, dalla parte giusta.
• Umberto Fiorenzoni (Prato) classe 1924. Di famiglia di tradizione socialista, dopo l’8 settembre il 19enne raggiunge senza indugio i partigiani della formazione Cantiglio, a San Giovanni Bianco (Bg). Catturato dai tedeschi viene torturato e infine deportato a Dachau. Da questo campo sarà infine “utilizzato” in un campo di lavoro coatto situato vicino a München.
• Adriana Centurelli (Prato) classe 1926. Staffetta. Nel ‘43 il fratello maggiore Giulio è già impegnato nella lotta partigiana operaia (clandestina) di Bresso e di Milano. Adriana, sorella 17enne, non esita a sostenerlo con grande coraggio e determinazione. Nasconde armi, porta documenti… interviene con prontezza, da vera staffetta, salvando dalla cattura il fratello, nascondendo le bombe a mano sul suo corpo. Adriana ci ha lasciato il 22 giugno 2016.
• Margherita Belotti (Isola) classe 1917, comunista. Esponente dei Gdd (Gruppi di Difesa della Donna). Nei primi mesi del 1944 è incaricata di portare la stampa clandestina nelle valli dell’Ossola e in agosto riesce a sfuggire ad una retata dei fascisti nella sua casa di viale Bligny. Entrata in clandestinità, Margherita assume il nome di battaglia di Rina e raggiunge le formazioni partigiane combattenti della Valtellina. Per alcuni mesi opera come staffetta mantenendo i contatti tra il comando di Milano e le formazioni partigiane del lecchese e della Valtellina. Nel febbraio ‘45, durante una notte trascorsa a Milano, viene arrestata dai fascisti e interrogata nella sede della brigata Ettore Muti in via Rovello. Viene trasferita in seguito a Lecco e poi nel carcere di Como, dove si trova al momento della Liberazione.

Info: Angelo Longhi (angelo.longhi@fastwebnet.it)