Il direttore sportivo Mauro Bolis indica la strada da seguire per le due squadre Allievi e le due Giovanissimi: “Nel giro di due anni l’obiettivo è disputare un campionato regionale. Ma la soddisfazione più grande è vedere i ragazzi contenti”

Più di cento tesserati e grandi ambizioni. In poche parole, ecco la preagonistica del Niguarda Calcio, ovvero le due squadre Allievi e le due Giovanissimi, su cui la società, nelle parole del suo direttore sportivo Mauro Bolis (vedi foto), ripone grandi ambizioni: “Con gli Allievi 2000, guidati da Paolo Melzi con l’aiuto di Gaetano Cacioppo, abbiamo ambizioni di alta classifica e abbiamo molta fiducia anche negli Allievi 2001, guidati dal nuovo mister Luca Biolcati, proveniente come alcuni dei suoi ragazzi dal Football Sesto”. Ma se gli Allievi puntano in alto, i Giovanissimi non sono da meno, sia i nati nel 2002 guidati da Attilio Barbieri – definito da chi lo conosce bene “un’enciclopedia del calcio provinciale” – affiancato da Stefano Corrà, e i 2003 di Simone Perotto coadiuvato da Franco De Luca. “Per queste due squadre l’obiettivo è quello di raccogliere, nel giro di un paio di anni, i frutti dell’ottimo lavoro svolto finora, cercando di vincere un campionato che ci consenta di accedere a un campionato regionale, categoria persa in malo modo dalla precedente gestione della società”, racconta ancora Bolis. Ma non sono solo i risultati delle squadre il metro per giudicare il lavoro di una società sportiva dilettantistica, come spiega orgoglioso il direttore sportivo: “Questi ragazzi, che hanno dai 13 ai 16 anni, sono con noi da molti anni, alcuni di loro addirittura da quando avevano 7-8 anni. Ci sono alcuni ragazzi che, pur sapendo di avere poche chance di scendere in campo nelle partite ufficiali, cosa che a inizio stagione spieghiamo regolarmente, scelgono ugualmente di restare in squadra insieme ai propri amici e compagni. Il gradimento che riscontriamo è la soddisfazione più grande: al centro del nostro progetto c’è sempre la serenità dei ragazzi ed è questo, credo, che distingue la nostra società, che dimostra di saper conciliare gli obiettivi sportivi con un’attenzione anche agli aspetti umani e sociali”.