“Quel grattacielo nel bosco”, un libro di Fabio Clerici

Il nuovo libro del poeta e scrittore milanese Fabio Clerici è un’originale raccolta di 20 racconti, in cui protagonisti sono le montagne con le loro cime imponenti, i boschi ombrosi che profumano di legno e di muschio, i sentieri silenziosi e solitari, luoghi che grazie a suo padre l’autore ha imparato a conoscere e ad amare fin da bambino e che richiamano a valori materiali e spirituali più percorribili. Sono storie di vita, molte autobiografiche, altre favolistiche che contrappongono le problematiche alienanti legate alla realtà frenetica delle nostre città, a un ideale di vita più vicino alla natura come era quando “non esisteva il Bosco Verticale perché i boschi nelle periferie esistevano davvero”. “La montagna – leggiamo in uno dei racconti – non segue il correre del tempo, figlio del delirio metropolitano, ma vive delle semplici regole naturali, scandite dallo svolgersi delle stagioni. Non serve il calendario, il passare del tempo in natura lo si coglie dai colori e dai profumi che variano. Ed è qui, nella natura, che l’uomo può riflettere, pensare, farsi delle domande e trovare risposte, capire quanto sia piccolo l’uomo e sia grande l’universo”.
Come può un grande appassionato della natura come lei sopravvivere a Milano?
“Milano è la mia città, quella in cui sono nato, in cui vivo e lavoro. È una città che offre tanto soprattutto dal punto di vista lavorativo e culturale, anche se a mio parere è una cultura abbastanza elitaria, guarda ai grandi eventi e ai grandi personaggi, si apre poco a chi avrebbe comunque qualcosa da dire. Negli anni è molto cambiata nell’aspetto e anche nella sua anima, nella sua gente. Ha perso la sua identità. Trasformata dalla logica materiale del denaro Milano si sviluppa in altezza nei grattacieli del terziario, giganti che conquistano porzioni di cielo, simboli di potere. Tutto si cementifica fagocitando i quartieri popolari, la storia e le tradizioni. Da questa realtà metropolitana così degradata e nevrotica in cui si inseguono obiettivi che altri ti impongono e dove i rapporti interpersonali sono sempre più rari e impoveriti e non c’è il tempo per vedere e capire ciò che ci circonda io mi difendo immergendomi nella natura. E lì tra boschi, sentieri e silenzi riesco ad assaporare ogni attimo e tutto ciò che colgo con i miei sensi i profumi del sottobosco, quello della legna che brucia, dei pini e della resina, l’odore della neve, la voce del vento o dei ruscelli, il ticchettio della pioggia sulle foglie, il sapore dei frutti selvatici o del latte appena munto, il cielo stellato di notte, ogni cosa evoca un pensiero, mi permette di penetrare nel bosco del mio io interiore, riscoprire la mia identità e acquisire la consapevolezza di essere parte importante del Creato, bene universale e dono grandissimo e unico”. Venti brevi racconti di gradevolissima lettura che oscillano tra passato e presente come un’altalena della memoria, storie raccontate con sensibilità e sfumature che ci emozionano e ci portano alla riscoperta di quei valori che nelle grandi città spesso sono dimenticati e che creano l’emarginazione: l’amicizia, la solidarietà, la spontaneità, l’attenzione e l’aiuto concreto a chi è in difficoltà. E che l’attenzione verso gli altri sia per Fabio Clerici un valore basilare lo dimostra anche il fatto che questo testo per le caratteristiche della sua impaginazione e scrittura è un libro “per tutti”, anche per chi ha difficoltà di lettura e per le persone con dislessia, un disturbo dell’apprendimento che rende difficile la decodifica del testo scritto. E questo grazie a semplici accorgimenti: allineamento del testo sulla sinistra, tipo e grandezza dei caratteri puliti e lineari, spaziatura aumentata fra le righe come suggerito da Andrea Mangiatordi, dottore di ricerca in “qualità della vita nella società dell’informazione” ed esperto di accessibilità presso l’Università Bicocca. Ma il libro riserva ancora sorprese… “Ho coinvolto in questa avventura due amici i cui racconti si inseriscono nella parte narrativa: Rosanna Balocco, scrittrice e poetessa che ne ‘La stella marina’ propone un’avventura in cui protagonista è il mare, e Pino Dellasega, atleta delle Fiamme Gialle di Predazzo, cartografo, maestro di sci, campione nazionale di Orienteering, che ne ‘Il Cristo Pensante delle Dolomiti’ racconta le peripezie affrontate per realizzare il sentiero trekking di un percorso dolomitico. Infine la parte conclusiva di questo piccolo manuale di educazione emotiva riporta ‘Le ricette del bosco’, undici ricette ispirate da altrettanti miei racconti. Sono piatti poveri che utilizzano ingredienti propri della cultura contadina, le erbette, gli asparagi selvatici, le uova, i formaggi, le mele e i frutti di bosco. L’autrice di queste golosità è Gilda Belloni, una cara amica di gioventù e nota food blogger che attraverso queste semplici ricette, in sintonia con la filosofia dei racconti, ci ricorda che il nostro benessere interiore passa anche attraverso la buona tavola”.