Al Teatro della Cooperativa anche il “classico” guarda al presente

Nei prossimi due mesi avremo l’opportunità di assistere a tre spettacoli molto coinvolgenti i cui contenuti, seppur nella loro diversità, sono una critica alla società violenta e prevaricante che calpesta la dignità dell’individuo. La tragica esperienza dei campi di internamento in cui negli anni Cinquanta, dopo la rottura tra la Jugoslavia e la Russia, Tito imprigionò i suoi oppositori, è l’argomento affrontato in “Goli Otok, Isola della libertà”. Tratto da un libro di Giacomo Scotti, il testo teatrale di Renato Sarti fa vivere la testimonianza di Aldo Juretich partigiano rinchiuso nel peggior campo di concentramento slavo, quello di Goli Otok, dove fame sete malattie e atroci violenze stroncavano la dignità e la vita dei prigionieri. Interpretato da Renato Sarti e Elio De Capitani lo spettacolo sarà in scena dal 22 al 27 novembre. Seguirà dal 29 novembre all’11 dicembre il classico del teatro “La bottega del caffè” di Carlo Goldoni. Rivisitata da La Confraternita del Chianti, la commedia affronta con humor nero uno dei vizi più diffusi non solo nella Venezia del XVIII secolo. Nel mondo d’oggi la dipendenza dal gioco d’azzardo è più viva che mai tanto da risultare in Italia additittura la quinta industria. Un vizio che, agevolato da mille occasioni e dalla tecnologia, annebbia la ragione e toglie la possibilità di vivere una vita consapevole. Infine, dal 13 al 18 dicembre, una prima nazionale: “Mi sono fatto un film” una narrazione stralunata e surreale di Pasqualino Conti alla ricerca di una nuova immagine del sè, cui il singolo individuo ostacolato dalla realtà moderna, condizionante e manipolatrice, aspira. Una lotta quotidiana contro la potenza dei media e della pubblicità che propongono modelli cui l’uomo nella sua fragilità non riesce a sfuggire perchè è sicuramente più facile adeguarvisi.