Amatriciana benefica, intervista agli organizzatori

“Dopo aver chiuso i conteggi, la sistemazione del materiale, aver atteso alcune donazioni e aver versato tutti i contanti raccolti con l’ultima vendita del pecorino, il conteggio finale dell’Amatriciana Benefica del due ottobre, è di 12.515,12 €, versati all’Istituto Omnicomprensivo di Amatrice. Grazie Niguarda!”. Con queste parole di Guido Miraglia, attuale Presidente del Consiglio dell’Istituto Comprensivo Vittorio Locchi e uno dei fautori dell’organizzazione insieme ad Adele Annovi e Stella Succi, ci uniamo ai ringraziamenti per l’iniziativa di solidarietà di cui abbiamo parlato nel numero scorso. Abbiamo chiesto ad Adele, Stella e Guido di parlarci del loro grande lavoro di coordinazione per l’occasione.
Come è nata l’idea di questa giornata fantastica di solidarietà?
Il gruppo Niguarda Solidale è l’evoluzione del Gruppo Niguarda- Emilia col quale in occasione del terremoto in Emilia appunto, abbiamo raccolto e portato molti fondi, materiali e alimenti a famiglie che avevano perso tutto o quasi e che quindi si trovavano in grande difficoltà. Il gruppo si componeva di ex genitori della scuola Cesari, abituati a grandi iniziative di solidarietà e ora impegnati in diverse associazioni culturali. In occasione del terremoto nel centro Italia ci siamo chiesti cosa potevamo fare per renderci utili e visto che la distanza non ci permetteva di fare viaggi per portare aiuti, abbiamo pensato a una raccolta fondi. Che cosa di meglio di una festa, magari proprio nello splendido scenario della scuola Cesari col suo fantastico giardino?
Unire le forze di diverse associazioni non sarà stato facile. Le associazioni hanno risposto “ben volentieri” per unire le forze, ma qual è stato secondo voi l’elemento fondamentale che ha fatto scattare la volontà di organizzare il tutto?
Coinvolgere le varie associazioni che conoscevamo non è stato difficile, si sono dimostrate tutte molto ben disposte a dare il proprio contributo, in termini economici, di manovalanza, di pubblicizzazione dell’evento. Qualcuno ci ha prestato il materiale (pentole e fornelli soprattutto, assemblati magistralmente dal nostro “Archimede Pitagorico” Marco Casali). Molti commercianti ci hanno donato gli alimenti: il Comitato Soci Coop ha contribuito con la pasta e parte della salsa, Peroni con la birra, Caneva con il vino, Doria con i prodotti pugliesi con cui abbiamo raccolto fondi, Campari con delle bibite, Sammontana con i gelati ed altri commercianti ci hanno venduto prodotti a prezzi stracciatissimi. Insomma siamo riusciti a spendere davvero poco e quindi possiamo dire che quasi tutto il ricavato è stato donato alla scuola Capranica di Amatrice. Questa è una delle cose più belle dell’iniziativa: fin da subito ci siamo messi in contatto con la Preside della scuola, un onnicomprensivo che va dalla materna al liceo. Ed è direttamente alla scuola che abbiamo effettuato il bonifico. Volevamo essere certi che i soldi raccolti arrivassero dove noi desideravamo e non abbiamo delegato nessuno. Con la Preside di Amatrice siamo d’accordo che rendiconterà l’utilizzo dei fondi in modo che tutti coloro che hanno contribuito a questa iniziativa potranno sapere cosa siamo riusciti a fare.
Dietro il pranzo benefico organizzato alla perfezione, sicuramente c’è stato un atto di coraggio che ha permesso di affrontare tutto anche con un po’ di incoscienza, vero? L’incoscienza è quel pizzico di ingrediente fondamentale che unito alla fiducia e all’entusiasmo è sempre fondamentale, siete d’accordo? Pensate che Niguarda abbia risposto adeguatamente all’invito o si sarebbe potuto fare di più per il coinvolgimento di tutto il quartiere?
Certo tutto è perfettibile. Con le forze che avevamo a disposizione avevamo molto ambiziosamente mirato a fare mille pasti e abbiamo centrato l’obiettivo, grazie anche e soprattutto a Chef Andrea Provenzani e tutto il suo staff! C’è voluto sicuramente coraggio per immaginare e credere in un’iniziativa del genere, ma soprattutto impegno, dedizione e passione, ingredienti fondamentali per ogni successo. Incoscienza? A volte serve, ma nel nostro caso eravamo perfettamente coscienti di ciò che stavamo facendo ed eravamo certi che Niguarda non ci avrebbe lasciati soli.