Beppe Sala, indagato per gli appalti Expo, si autosospende da sindaco

A tarda sera di giovedì 15 dicembre una doccia ghiacciata si abbatte su Milano. Fonti di stampa annunciano che il sindaco Beppe Sala è indagato per presunti reati commessi quando era Commissario Expo 2015. Immediata la reazione del sindaco alla notizia. Sul sito ufficiale del Comune di Milano viene pubblicata la sua dichiarazione che riportiamo integralmente:

Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco, determinazione che formalizzerò domani mattina nelle mani del Prefetto di Milano. Milano è formalmente senza Sindaco e tutti i poteri passano alka vice Anna Scavuzzo. Anche alla Città Metropolitana, di cui Beppe Sala è sindaco, viene temporaneamente sostituito dal vice Arianna Censi. Ma quali accuse vengono mosse dalla Magistratura all’attuale sindaco di Milano, ribadendo che i fatti a lui contestati si riferiscono all’incarico che ha svolto per Expo 2015? Al momento non si hanno notizie ufficiali, visto che dal Palazzo di Giustizia di Milano non è uscito nulla, ma ci si deve basare su indiscrezioni di stampa. I reati contestati all’ex Commissario Expo sono due: Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Il nome di Sala, con quello dell’imprenditore Paolo Pizzarrotti, compare nella richiesta di proroga indagini in aggiunta ai nomi dei 5 indagati già noti. Le accuse ipotizzate dai magistrati sarebbero di concorso in falso ideologico e falso materiale, reato che sarebbe stato commesso il 30 maggio 2012. Tutto chiaro? Non troppo. Quale diavoleria ha commesso Beppe Sala il 30 maggio 2012? Ci aiutano a capirlo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Sempre secondo indiscrezioni di stampa, la GdF parla di verbali di commissione gara con data falsa. In particolare due verbali relativi all’avvicendamento di un componente (alcune fonti di stampa parlano di due) della commissione giudicatrice della gara per l’appalto della Piastra dei servizi riporterebbero circostanze non rispondenti alla realtà e, in particolare, sarebbero stati retrodatati (ovvero è stata cambiata la data di compilazione degli stessi) per evitare di dover annullare la procedura fin lì svolta. Come mai questa falsificazione di data? Intercettazioni effettuate dalla GdF portano a questa conclusione: il 30 maggio 2012 Beppe Sala avrebbe deciso di sostituire un componente della commissione del sopra citato appalto a causa di un potenziale profilo di incompatibilità, retrodatando poi il provvedimento di annullamento della nomina al 17 maggio per abbreviare la tempistica di assegnazione dei lavori ed evitare così di mettere a repentaglio l’intera manifestazione. Tradotto in parole semplici: sostituisco la persona potenzialmente incompatibile fuori tempo massimo ma, per non mandare a monte la gara, cosa che avrebbe presumibilmente fatto saltare la manifestazione Expo perché c’erano già pesanti ritardi da recuperare, dichiaro che la sostituzione è stata fatta entro i termini previsti dalla legge. Reato commesso per “giusta causa” o c’è dell’altro? Lo dovrà chiarire la Magistratura che si è resa disponibile ad ascoltare Beppe Sala. Nel frattempo il 16 dicembre il sindaco di Milano formalizza ufficialmente l’autosospensione dall’incarico con la missiva sotto riportata: Ho appreso da fonti giornalistiche di essere iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra Expo. Non ho al momento ricevuto alcuna comunicazione ufficiale; ritengo che l’attuale situazione determini per me un ostacolo temporaneo a svolgere le funzioni e pertanto, ai sensi dell’art. 53, comma 2, del D.Lgs 267/2000 e dell’art. 42 dello Statuto del Comune di Milano e dell’art. 21 dello Statuto della Città metropolitana, sarò sostituito nell’esercizio di dette funzioni rispettivamente dalle vice sindaco dott.ssa Anna Scavuzzo e dott.ssa Arianna Censi. La mia assenza è motivata dalla personale necessità di conoscere, innanzitutto, le vicende e i fatti contestati; pertanto, fino al momento in cui mi sarà chiarito il quadro accusatorio, ritengo di non poter esercitare i miei compiti istituzionali. La prossima settimana mi presenterò al Consiglio del Comune di Milano e della Città metropolitana per riferire in merito. Giuseppe Sala