Dalla parte del cittadino
Care lettrici, cari lettori, Zona Franca vi augura un Natale colmo di amore e letizia. Ma veniamo alla storia di questo mese. A volte arrivano in redazione telefonate di cittadini che vogliono segnalare il loro problema, il loro malessere quotidiano. È la signora Maria Pia, via Val Cismon, che chiama e Zona Franca va ad ascoltare. Quando arrivo in via Val Cismon c’è il vociare dei bimbi che escono dalla scuola privata bilingue. Ferma davanti all’uscita, c’è una camionetta dell’Esercito-Strade Sicure. La via è stretta e, quando escono i bambini, diventa difficile attraversare perché sono sempre tante le auto di gran lusso in attesa. Le palazzine sono state costruite nel 1955 dall’allora Istituto Case Popolari. Dal 1989 una parte sono dell’Aler, gestite dalla Regione, e l’altra parte sono del Comune, gestite da Mm Milano. Chiedo alla signora Maria Pia di elencarmi i problemi da risolvere perchéne è promotrice di tanti. “Sa, noi abbiamo un numero verde per i problemi ma gli incaricati escono, diciamo, con comodo. Io abito, come può vedere, al piano rialzato e, quando hanno costruito queste case, c’erano le tapparelle di legno, poi hanno messo quelle di plastica ma, per tutti noi del piano rialzato, hanno messo quelle di ferro (per difesa contro i ladri). Hanno però fatto un grave errore perché le assi portanti sono rimaste ancora quelle del 1955 e, a distanza di anni, si rompono, si sgretolano, vengono via i pezzi e le tapparelle non sono più sostenute dall’asse portante. Automaticamente si abbassano e non si possono più alzare. In camera sono due anni che è sempre giù e, proprio oggi, in sala (sono incavolata nera), si è staccato un pezzo dell’asse e la tapparella è scesa per metà in obliquo. Noi non possiamo farci niente perché i lavori sono esterni e, per legge, l’inquilino su questi non può intervenire”. Mi porta in bagno e mi fa notare che è senza la luce del soffitto e sono anni che ha rimediato con le sole luci dello specchio del bagno. “Tutto è successo quando dal soffitto scendeva acqua e dovevo lasciare il catino giorno e notte per raccoglierla. Quando ho chiesto un intervento mi hanno risposto che non facevano nulla perché gli inquilini di sopra erano abusivi. Adesso ci sono altre persone… ma non ho visto ancora nessuno! Il problema più grave è che, dal balcone del primo piano, cadono i calcinacci (vedi foto sopra). Forse attendono che accada la “tragedia” per intervenire?”. Al nostro incontro c’è anche il sig. Emilio che, da anni, fa parte con altre 5000 firme di “Stop esondazioni Seveso”. È lui che racconta: “Nel 2000 abbiamo fondato una gestione autonoma perché si allagavano sempre le cantine adogni esondazione del Seveso, questo anche perché le tubazioni dell’acqua passavano dalle cantine e scoppiavano. Abbiamo scritto all’Asl e, nel nostro palazzo, hanno portato le tubazioni all’esterno. Ma gli altri palazzi sono ancora in attesa! Nella strada adiacente ci sono i sampietrini e molti sono saltati quindi si rischia di cadere”. Il malessere è tanto e ci sarebbe ancora di più da scrivere. Quando esco la natura è nei suoi affascinanti colori autunnali, il pomeriggio è bigio ma, con meraviglia, all’interno dei loro giardini, vedo una grande pianta di ulivo e un arancio con tanti frutti nel loro pieno colore. Ancora Buon Natale!