L’ispettrice di polizia abitava in via Ponale 66 e…

Giovanni Nebuloni, prolifico scrittore della Bicocca, ci presenta il suo nono romanzo e ci svela un po’ di segreti…
Sono passati quasi 10 anni dal 2007 quando Giovanni Nebuloni ha pubblicato il suo primo romanzo. Un lasso di tempo durante il quale ne ha dati alla luce altri 8.
Quali sono le sue fonti di ispirazione?
Tutto ciò con cui ho a che fare e che mi circonda. L’idea di base può sorgere da un articolo di giornale o da una o più realtà internazionali o locali, da ricordi, desideri o timori. Il concepimento di un romanzo di solito è difficoltoso, può richiedere anche settimane perché si devono esaminare i dati acquisiti, eliminare false piste, sentieri che non presentano una destinazione. Una volta individuate e da me accettate le fondamenta della nuova storia, vi ci costruisco sopra e attorno la villa o il castello con giardino o parco annesso. In questo processo, assimilabile a un lavoro, è imprescindibile che si tenga conto che io seguo i dettami della corrente letteraria da me fondata nel 2010, cioè della Fact- Finding Writing. Con l’umile spirito dell’artista artigiano, cioè di una persona che ama il proprio lavoro e che opera per realizzare se stesso e offrire qualcosa agli altri, l’obiettivo della Fact-Finding Writing – scrittura conoscitiva o scrivere per conoscere, mediante la narrazione – è di conoscere e non smettere di conoscere. Scopo della Fact-Finding Writing è fondamentalmente la trasposizione e la trasformazione dell’impulso naturale, congenito nell’uomo, che tende alla conoscenza, mediante la parola scritta, di solito più ponderata dell’espressione soltanto orale. Ciò che ci differenzia da qualsiasi altra forma di vita su questa terra è la parola scritta. Siamo diventati ciò che siamo, ci siamo evoluti grazie alla scrittura e non vedo perché grazie alla scrittura non si possa conoscere ulteriormente. La letteratura può comprendere qualsiasi altra attività mentale, dalla scienza alle religioni. Il contrario non è vero e allora perché, tramite la letteratura, non cercare di avvicinarsi al segreto dell’universo? C’è forse qualche disciplina o credo che sia in grado di provare la determinata verità di una teoria scientifica o l’esistenza, reale e razionalmente dimostrabile, di un Dio? A proposito del nome, mi domandai come chiamare questo indirizzo culturale e ricordai che Fact-Finding Writing è un’espressione utilizzata nel linguaggio forense americano per indicare l’indagine durante un procedimento giudiziario, mentre nella comunicazione è la cernita per importanza delle notizie. Decisi di prendere tale espressione e rivolgerla all’indagine universale che solo la letteratura può svolgere. Il logo della Ffw non poteva essere che la fotografia della Via Lattea, la nostra galassia… perché una foto dell’intero universo non esiste ancora.
Ci fa un breve sunto delle ambientazioni e delle storie delle sue fatiche letterarie, in particolare dell’ultima datata 2016?
Tutti i miei romanzi seguono la Ffw di cui sopra e sono action-thriller internazionali. Sono ambientati prevalentemente a Milano, che rappresenta un poco un trampolino per lanciarsi in Francia, Germania, Portogallo, Venezuela, Iran, Stati Uniti, Messico, Giappone, Israele, Egitto, Ungheria, Romania, Turchia, Pakistan… L’ultimo, il nono, “Inferno a Milano – La nota nella nota”, si svolge in Russia, ma in gran parte a Milano e in particolare nel nostro quartiere. Realtà, questa, che mi è”valso l’appellativo di “lo Scrittore della Bicocca”, di cui vado orgoglioso. La protagonista, un’ispettrice di polizia, abita in via Ponale 66 e la Bicocca degli Arcimboldi, la splendida villa, un gioiello di architettura rinascimentale che ha dato il nome al nostro quartiere, svolge un ruolo centrale nel romanzo. Di “Inferno a Milano – La nota nella nota” vorrei far notare l’incipit: “Nel leggero completo di velluto grigio, l’avvocato Aldo Pesenti toccò i gemelli d’oro alla camicia di seta. Sollevò al volto le mani curate. Le abbassò, diede un’occhiata al soffitto a cassettoni e si rimirò in una specchiera. Contemplò il giovanile volto affilato, il fisico asciutto e slanciato e disse che non sempre l’evento più inverosimile era anche il meno probabile. Aggiunse che era inutile formulare più ipotesi del necessario e affermò che, purtroppo, dovevano scartare l’intenzione di avvelenare poco a poco il padre.” Ed ecco la prima parte della trama: Il più grande possidente italiano viene assassinato a Milano assieme ai figli e a cinque guardie del corpo. I sicari del commando appartengono a una confraternita russa e dileguandosi dal luogo dell’eccidio – il palazzo d’epoca a cui hanno appiccato un devastante incendio per distruggere le tracce del loro intervento -, s’imbattono in una volante della polizia, sopraggiunta per constatare gli effetti del rogo. Ne colpiscono a morte l’agente alla guida e per circostanze a lei favorevoli, risparmiano la vita a Livia, la collega sul sedile a fianco. Un ispettore non ancora trentenne, la protagonista del romanzo, che sta svolgendo indagini inerenti a misteriose e molto consistenti compravendite immobiliari e di società, in Lombardia e a Milano in particolare. Seguono immediatamente la strana funzione d’uno smartphone che – senza intervento alcuno da parte dell’utente – chiama se stesso (vedi il sottotitolo “La nota nella nota”), l’omicidio di un monsignore cattolico in una chiesa ortodossa, l’arrivo a Milano del ministro per l’economia della Federazione Russa… Siamo tornati dunque a Milano, alla Bicocca, e da qui non ci si sposterà più fino alla scena finale.
Dove trova le energie e il tempo per questa sua passione visto che il suo “vero” lavoro l’assorbe per molte ore al giorno?
Il mio lavoro “vero” e la mia vita mi lasciano spazi che riempio con lo scrivere, un lavoro distensivo e comunque appagante, perché crei qualcosa ovviamente inesistente in precedenza e che può essere comprensibile a tutti. Dopo “Inferno a Milano. La nota nella nota” si sta prendendo un meritato periodo di meditazione oppure la sua fervida creatività le ha già suggerito la trama per il decimo romanzo? Sto scrivendo il decimo romanzo e pensando all’undicesimo.