Violenza sulle donne, ovvero il dramma del nostro secolo

Il 25 novembre si è celebrata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e si sono tenuti dibattiti in molte città italiane. È stato tutto un susseguirsi di momenti di riflessione e impegno sul tema, per contrastare i maltrattamenti subiti dalle donne. Alla Comasina, in via Ciccotti, è stato creato un murale “Rifiuta la violenza” voluto da Antonella Addea e Maria Dilucia dell’Associazione Il Teatro delle Donne e Vanessa Senesi, ex presidente della Commissione Cultura del CdZ 9. Il murale, dipinto da Paka, Ru, Jambo, Lili, rappresenta una donna che va verso il cielo dopo aver rotto le catene che la tengono legata alla terra. A Roma è stato proiettato il film “Anna” di Charles-Olivier Michaud che tratta il tema difficile della donna nei paesi asiatici, con una donna fotoreporter traumatizzata da stupro e torture ma ugualmente risoluta nella sua volontà di vendetta. Il 26, sabato, mentre sfilava il corteo di “Non una di meno” a Roma, in Lombardia avvenivano tre arresti per violenze sulle donne: a Cusano Milanino, una 46enne stava per essere aggredita furiosamente dall’ex compagno ma, i vicini di casa, allarmati dalle urla della donna, hanno avvertito i militari che sono intervenuti subito. A Corsico, un 49enne è stato sorpreso a picchiare per l’ennesima volta la convivente di 47 anni e, a Settimo Milanese, un 45enne è stato bloccato per aver minacciato di morte la sua compagna, coetanea, con lancio di oggetti. In entrambi i casi, i vicini hanno confermato gli abusi e i carabinieri hanno verificato prove inquietanti di maltrattamenti. Ben 66.000 donne e bambine vengono uccise ogni anno nel mondo, un quinto di tutti gli omicidi. Nei prossimi 10 anni 142 milioni di ragazzine si sposeranno prima di aver compiuto i 18 anni. Il traffico di esseri umani a scopi sessuali riguarda l’80% delle donne anche in Occidente. Il peggior posto per essere nate donne è l’India dove donne e ragazze continuano a essere vendute come schiave, date in sposa anche a 10 anni, bruciate vive e abusate sessualmente. Sonia Gandhi ha promesso il proprio sostegno per leggi più severe. Purtroppo, però, una ragazza di 17 anni, vittima di uno stupro di gruppo, durante un festival a Diwali, nella regione di Patial, si è av velenata perché la polizia voleva costringerla a chiudere il caso sposando uno dei suoi aguzzini. E, tra Messico e Stati Uniti, avviene la “mattanza delle donne”: dal 2005 le donne assassinate sono state 370, età media 16 anni, erano operaie, cameriere, studentesse. Almeno 137 di loro sono state anche stuprate. A decine le sparizioni, secondo Amnesty 70, altre fonti addirittura 450. Ma, dall’inizio degli anni Novanta sarebbero migliaia le donne uccise nella città più violenta del mondo, Ciudad Juarez, sul Rio Grande. Ci sono state molte manifestazioni sia in Messico che in Usa contro il genocidio sessuale e sul confine di El Paso sono state collocate centinaia di croci per ricordare le giovani e giovanissime vittime. In Pakistan chi si prodiga per l’istruzione delle bambine rischia la vita. Nello Yemen e nel Pakistan le donne subiscono atrocità come stupro, delitti d’onore, nozze forzate, prostituzione obbligata e attacchi con acido. Spesso la sposa viene data alle fiamme per accaparrarsi la dote e questo omicidio viene fatto passare per un incidente o un suicidio. In Afghanistan, una 20enne è stata decapitata dalla famiglia del marito per essersi rifiutata di prostituirsi. L’87% delle donne afghane ha riferito di aver subito violenza fisica, sessuale o psicologica. Infine, in Turchia, una donna ogni cinque non sa né leggere né scrivere e la misoginia (avversione morbosa per le donne) è così radicata nel Paese che una Tv è stata multata per aver trasmesso un pestaggio di alcune ragazze come se fosse divertente. Purtroppo in Italia è la Lombardia ad avere il triste primato di femminicidi e la maggior parte avviene all’interno dei rapporti familiari. Un caso emblematico è quello di Debora Fuso, 25enne, uccisa a Magnago (MI) il 18.5.2016. La mano dell’assassino ha colpito la donna con diverse coltellate perché la loro relazione era finita. Ma nel frattempo ci sono state anche le azioni di di contrasto alle violenze. Nel 1944 è stata costituita l’Unione Donne Italiane, associazione per l’emancipazione femminile con gruppi di difesa della donna. Il 25.2.2016 sono stati 30 anni dall’istituzione della Casa delle donne maltrattate di Milano. Il Telefono Rosa (n. 1522) nasce nel febbraio del 1988 in aiuto alle violenze “sommerse”. Alla fine degli anni ‘90 diversi centri antiviolenza iniziano ad “aprire gli occhi” alle donne che possono diventare vittime di familiari o altri uomini senza scrupoli. Il centro antiviolenza di Gorizia, S.o.S. Rosa, il 20 novembre, ha organizzato un pomeriggio con proiezione del filmato “Il corpo delle donne” e, alla fine, la dr.ssa Annamaria Di Dato, psicoterapeuta di Milano, ha così concluso il suo intervento: “Ormai tutti gli studi sono concordi: l’oppressione delle donne è la piaga umanitaria del nostro secolo. Nell’Ottocento la grande sfida morale è stata lo schiavismo, nel novecento il totalitarismo, nel nuovo secolo è la violenza sulle donne. Le ingiustizie che le donne subiscono nei paesi poveri sono enormi, ma l’opportunità che le donne stesse rappresentano dal punto di vista economico e geopolitico, è ancora più grande. Ormai è un parere sempre più diffuso: il modo più efficace per combattere la povertà e l’estremismo è aiutare le donne (istruzione e microcredito). Anche molti uomini ne sono convinti. Il mondo sta prendendo coscienza di un fatto: le donne non sono il problema, ma la soluzione”.