Al Teatro della Cooperativa campi di sterminio, groppi d’amore e donne “disonorate”

• Dal 17 al 22 gennaio il Teatro della Cooperativa (via Hermada 4) presenta Groppi d’amore nella scuraglia, di Tiziano Scarpa con Emanuele Arrigazzi (vedi foto sopra), musiche originali di Andrea Negruzzo. Emanuele Arrigazzi è irresistibile. Si immerge nei larghi pantaloni della sua maschilità e la rende umanissima. Travolgente e impetuoso fa spalancare le risate degli spettatori e li conficca nelle profondità della commozione. Riesce a rendere tutto così naturale, come se la cialtroneria e la sgangheratezza di Scatorchio venissero fuori spontaneamente. In realtà è l’artista- attore che le ottiene con la sua raffinatezza, attingendo a quella parte selvaggia dell’animo maschile che abbiamo tutti, ma che ci dicono sia meglio non tirare fuori.

• Dal 29 gennaio al 1° febbraio va I me ciamava per nome: 44.787 – Franco Parenti – Risiera di San Sabba, testo e regia di Renato Sarti da testimonianze di ex deportati raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon, brani musicali di Alfredo Lacosegliaz e Moni Ovadia, con l’alto patronato del Presidente della Repubblica. Spiega Renatio Sarti: “Pochi sanno cosa sia stata, in tutto il suo orrore, la Risiera di San Sabba a Trieste, unico lager nazista in Italia munito di forno crematorio (da tremila a cinquemila le vittime). Un colpevole oblio ha soffocato fin dall’immediato dopoguerra le voci, a volte inquinando le prove, di quanto accadde poco più di settant’anni fa. Invece “credo che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare” come afferma uno dei sopravvissuti. Questa frase l’abbiamo fatta nostra nella speranza che, in nome dei valori che ispirarono la Resistenza e la lotta di Liberazione nazionale, la memoria storica di quel passato possa fare da argine, oggi, contro nuovi e pericolosissimi fenomeni nazionalistici, razzisti, fascisti e xenofobi.”

• Dal 31 gennaio al 5 febbraio è la volta di No. Storia di Franca Viola, di Chiara Boscaro, con Sara Urban, regia di Alessia Gennari. Siamo ad Alcamo, Sicilia. È il 1965. il giovane mafioso Filippo Melodia chiede a Franca Viola (vedi foto sotto), diciassettenne figlia di un mezzadro, di sposarlo. La risposta è no. Filippo Melodia allora rapisce Franca, la violenta, e la riporta a casa disonorata. Per salvare Franca dal destino che spettava a coloro che erano state disonorate – povertà, solitudine, vergogna – Filippo si offre di sposarla. Un matrimonio riparatore per riscattare l’onore di Franca ed estinguere i reati di Filippo (tra gli altri, sequestro di persona e stupro). Così prevedeva l’articolo 544 del codice penale. Ma la risposta di Franca è ancora no. Un NO che farà la storia.