Il Fioretto di Zorro: Fare alla milanese

A Zorro piace prima di tutto l’intestazione del progetto: “Fare Milano”. A fronte della provincialotta (e mistificatoria) globalizzazione anglofona dei vari Job Act, Spending Review, Welfare o Spread, “Fare Milano” sembra corrispondere bene alla milanesità ricca di idee praticabili, di forte impegno attuativo, di volontà di realizzare modernità. La proposta della giunta Sala è infatti di “fare” la Milano del futuro affrontando e risolvendo nei cinque anni del suo mandato i problemi più grossi di una città che aspira a diventare una leader delle metropoli europee. Chi meglio di Sala, che ha saputo “fare” l’Expo, può affontare questo ambizioso obiettivo? Nel piano sono previsti per risanare e rilanciare le periferie 356 milioni e 200mila metri quadri (35 solo per Bovisa e Niguarda), C’è poi il milione e 200mila mq dei sette scali ferroviari dismessi (compreso il “nostro” Farini) che, entro il 2022, s’intende trasformare in nuovi quartieri ricchi di verde e di spazi ricreativi e culturali (vedi anche a pag. 6). Per la mobilità si pensa in particolare alle metropolitane: la realizzazione della M4, per consentire a 86 milioni di passeggeri all’anno di andare in dieci minuti da Linate al centro, e il prolungamento a Monza della “nostra” M5. Intensa sarà inoltre la lotta alla povertà e all’esclusione: 35 milioni per aumentare centri per anziani, servizi territoriali, luoghi di accoglienza per senzatetto e profughi. Infine, orgogliosi dell’Expo e delle realizzazioni della giunta Pisapia, a Palazzo Marino si punta a “fare” della cultura milanese un sistema all’avanguardia in Europa.