Le mamme guerriere del Niguarda

Care lettrici, cari lettori, buon 2017! Ogni volta che lasciamo il vecchio anno ci auguriamo che il tempo che verrà sia per tanti migliore di quello passato. Zona Franca ve lo augura di cuore. Sia, specialmente per tutti coloro che soffrono, un anno di buone aspettative, nella salute, negli affetti, nel lavoro. L’anno appena lasciato mi ha dato grandi lezioni di vita. Saper ascoltare gli altri ci pone ad aprire il cuore e solo aprendo il cuore potremo dare risposta a tutti i perché altrimenti avremo solo udito e scorderemo. Una lezione di vita è stato l’incontro con le “mamme guerriere del Niguarda”. Era giorno di volontariato per me, di solito sono frettolosa quando vado in mensa, blocco nord, ospedale Maggiore di Niguarda, ed ero con due amiche. Quel giorno mi soffermai a guardare tre giovani donne e un ragazzo che stavano parlando tra di loro e mi colpì la luce che avevano negli occhi e la loro cordialità. Mi chiedevo se fossero infermiere o tirocinanti e, quando i nostri sguardi incrociati ce lo permisero, fui felice di conversare con loro. Erano le mamme (e un papà) di bimbi ricoverati in terapia intensiva neo-natale. Erano scese per un pasto frugale, poi tornavano dai loro bimbi, per rientrare poi a sera in altre città della Lombardia perché avevano altri figli che le aspettavano. Mi hanno raccontato la loro storia: Laura, mamma di Vasco, nato a otto mesi, bimbo cardiopatico, ora ha due mesi ma soffre della sindrome di Charge ed abita a Varese. Fatima, nata a Casablanca, sposata con un italiano, ha avuto Youssra, una bimba nata a 6 mesi con peso di 5 chili e 70 grammi e, dopo 3 mesi, è un chilo e 4 etti. La terza mamma, Laura, ha avuto due gemelli eterozigoti settimini, maschio e femmina, Fatima Leila e Jordan Akim, prematuri e cardiopatici, e ha come compagno Yaya (era a pranzo con loro) nativo del Burkina Faso ma venuto in Italia a 7 anni. Parlano dei medici, degli infermieri e dei progressi che, ogni giorno, vedono sui loro bambini. Certo ci sono momenti in cui sono in preda alla tristezza ma sanno anche che oggi, grazie alle ricerche e a bravi medici, alle nuove tecnologie e alle strumentazioni, si possono fare miracoli. La loro luce è la speranza di ogni giorno. Dico a loro di un grande santo, Padre Leopoldo Mandic, che diceva sempre: “Dio è medicina e Fede”, perché la preghiera, quella che apre il cuore, permette di ricevere la forza di accettare il momento e di andare sempre avanti con la luce negli occhi. Dico loro che tengo una rubrica su “Zona Nove” e vorrei raccontare le loro storie per farla diventare “portavoce” di tutte le mamme. Il giorno dopo mi hanno scritto: “Tutte noi non vediamo l’ora di leggere l’articolo! Ne parliamo ancora oggi del nostro incontro con le altre mamme della terapia intensiva neo-natale. È stato bello incontrarci sabato, è stato un po’ come una boccata d’aria in questa struttura ospedaliera che consideriamo come la nostra seconda casa, in considerazione soprattutto del fatto che sono quasi tre mesi che ci stiamo. Grazie per i minuti di spensieratezza che ci avete donato. È stato veramente un piacere grande. Le mamme guerriere del Niguarda”. E allora a tutte le mamme guerriere d’amore, buon anno!