Scali Ferroviari: chiusa con successo la tre giorni di incontri per capire come disegnare la Milano del futuro

Si è chiusa con una partecipazione di oltre 2000 presenze la tre giorni di incontri “Dagli scali la nuova città.”, svoltisi allo Scalo Farini di via Valtellina 7, dedicati al dibattito sulla riqualifica degli ex scali ferroviari milanesi, ovvero come disegnare la Milano del futuro partendo proprio dal milione e duecentomila metri quadri di aree dismesse dalle Ferrovie dello Stato, di cui solo 190mila manterranno una destinazione collegata alla loro vocazione ferroviaria. L’iniziativa, promossa e patrocinata da FS Sistemi Urbani, Comune di Milano e Regione Lombardia, iniziata il 15 dicembre e conclusasi il 17, ha visto la partecipazione di Consiglio Comunale, Municipi, Città Metropolitana, Aziende pubbliche e private, singoli cittadini. Oggetto del dibattito, come da molti mesi riporta anche “Zona Nove”, la necessità di trovare possibili nuovi utilizzi per i sette scali ferroviari non più in funzione presenti nella nostra città e in particolare nel Municipio 9, ovvero Fa-rini (foto a destra), Porta Romana, Porta Genova, Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo, San Cristoforo, per una superficie di oltre un milione e 200 mila metri quadrati (vedi mappa sopra). Il convegno si è posto l’obiettivo in tempi brevi di ipotizzare ben cinque “visioni” sulla possibile riqualifica delle aree, sulle quali un qualificato gruppo di architetti di fama internazionale andrà a lavorare per il bene della città. Le proposte saranno presentate al Comune di Milano entro marzo; starà poi a Palazzo Marino a decidere come e in che tempi attuare le iniziative. La storia degli scali ferroviari dismessi è presto detta: le aree dismesse, di proprietà del gruppo Ferrovie dello Stato, sono distribuite lungo la linea ferroviaria che circonda la parte più consolidata della città e del cui destino si discute dal 2005. Alla fine dell’amministrazione guidata da Giuliano Pisapia, il lungo e faticoso percorso che aveva portato alla stesura di un accordo di programma tra Comune, Ferrovie e Regione Lombardia si era interrotto con la sua mancata ratifica da parte del Consiglio comunale. La nuova amministrazione guidata da Beppe Sala, consapevole che sulla riqualificazione di questi immensi spazi si gioca il futuro di Milano, ha quindi riattivato celermente il dibattito e il 14 novembre scorso il Consiglio comunale, quasi all’unanimità, ha approvato una delibera di indirizzo, propedeutica alla stesura di un nuovo Accordo di Programma. L’incontro Istituzioni, cittadini, professionisti e imprese di fine anno è il primo atto di un percorso di confronto pubblico sul processo di trasformazione urbana, espressamente previsto dalle linee di indirizzo approvate dal Consiglio comunale. Diversi gli spunti emersi durante la tre giorni. Innanzizitutto si è parlato di scenari per la città pensando a un orizzonte temporale di ampio respiro. Se Milano vuole competere a livello internazionale deve ripensare come sarà tra 15/20 anni: una grande metropoli regionale che raccoglie una decina di milioni di abitanti, in cui il ruolo delle infrastrutture e della mobilità intelligente sarà strategico per conservare l’identità dei territori che la comporranno, senza dimenticare che uno degli aspetti dell’attrattività di Milano, che la differenziano rispetto alle altre grandi città del mondo, è il suo essere una città “piccola” in cui tutto è rapidamente raggiungibile, ma contemporaneamente collegato a un’ampia rete di altre forti centralità. Durante il workshop si è poi molto insistito sull’importanza del coinvolgimento dei cittadini, sia aprendo il dibattito ai loro contributi, sia innescando fin da subito un processo di trasformazione “dal basso” mettendo a disposizione le aree per usi temporanei, in attesa della realizzazione di interventi più incisivi. Processi di questo tipo hanno dato in altri contesti ottimi risultati ed è quindi apprezzabile che la pubblica amministrazione e la proprietà siano interessate a tale percorso. Si è infine parlato degli scali come di una grande occasione da non perdere e dell’ambizione che le trasformazioni che si realizzeranno grazie alla liberazione di queste enormi aree siano paragonabili a quelle che nei decenni passati hanno non solo cambiato il volto di intere città (Barcel-lona, Berlino, Rotterdam), ma determinato le linee della cultura architettonica moderna. Appuntamento ai prossimi mesi per aggiornarvi sugli sviluppi di questo importante percorso intrapreso dalla “Grande Milano”.