Un progetto ambizioso ma possibile

Giuseppe Sala presenta “Fare Milano”, il piano quinquennale del Comune con gli obiettivi che riguardano periferie, scali ferroviari, trasporti, sociale e cultura
Lunedì 12 dicembre il sindaco Beppe Sala ha presentato il progetto della sua Giunta per dare nuovo impulso alla nostra città. “Fare Milano”, il piano degli obiettivi di mandato fino al termine della consiliatura punta su temi quali periferie, scali ferroviari, mobilità, welfare, cultura e infanzia per far crescere la città a una sola velocità, senza lasciare indietro nessuno ma creando nuove opportunità e servizi migliori per tutti i cittadini. Ma nel concreto di che cosa si tratta? Quali sono i punti salienti di questo manifesto per avvicinare ancora più Milano alle grandi metropoli europee? Tutto ruota attorno a un concetto che Beppe Sala ha ribadito durante la presentazione: “Milano pretende dal governo una cosa molto semplice. Un rapporto paritario. Noi siamo felici di essere traino del Paese, ma Milano va ascoltata con molta attenzione. Senza far riferimento necessariamente al risultato del referendum la gente di Milano esprime la propria voglia di cambiare. Il modello Milano vuol dire aver voglia di cambiare. Noi chiediamo che qualunque governo in qualunque momento rischi non dico di dimenticarsi, ma di non valorizzare Milano fino in fondo”. E ancora: “Quello che abbiamo fatto in questi mesi, e lo dico con una buona dose di quella umiltà che caratterizza i milanesi, sono cose importanti. Vogliamo far sì che passi l’idea di una Milano che guarda al futuro. Il nostro primo obiettivo è annullare il divario tra la grande Milano che suscita tanta ammirazione e altre realtà. Quando prendo il taxi a Roma mi invitano ad occuparmi di quella città, ed è una bella soddisfazione il modo in cui siamo percepiti. Cercheremo di rappresentare il grande sforzo di discontinuità che vogliamo portare avanti”. Ma vediamo un sunto di alcuni temi trattati dal sindaco e dagli assessori.
• Le periferie Attivare risorse per 356 milioni di euro. Non tutti sono fondi comunali, ci sono bandi europei, privati, fondi regionali e un rapporto con Aler. Il Comune sarà il regista dell’operazione più grande dai tempi del dopoguerra. Verranno investiti 32 milioni nel Galleratese, 35 milioni sulla Bovisa e Niguarda, 63 milioni per il quartiere Adriano, via Padova e Rizzoli, 117 milioni per il Giambellino e Lorenteggio, 49 milioni per Corvetto, Chiaravalle e Porto di Mare. Si tratta di due tipi di interventi, quelli a medio termine, cioè che si concluderanno in due anni, e quelli a lungo termine, che richiederanno tempi di cinque anni. Ma ci sono anche altri “buchi neri” nella città: 180 edifici e aree, private e pubbliche, in stato di abbandono che devono essere sanate a tutti i costi. Il primo intervento previsto è quello della mai finita residenza sanitaria per anziani in via Mulas, al quartiere Adriano, diventata teatro di fatti di cronaca nera.
• Gli scali ferroviari “Non intendiamo in alcun modo costruire una nuova città a dispetto di qualcuno. Ma con una legge: c’è un tempo per discutere, un tempo per decidere e poi un tempo per agire. Non ci faremo tirar dentro in un discussionismo senza fine”, ha premesso Beppe Sala. I sette scali sono punti importanti di cerniera tra centro e periferia. Oggi questo milione e 200mila metri quadri è una grande opportunità. La discussione è stata lunga visto che sono nove anni che se ne parla. Il lavoro fatto in questi anni non va assolutamente sprecato. La delibera approvata dal Consiglio comunale va proprio in questa direzione. Il consiglio ha indicato quali sono le priorità nella trattativa con Ferrovie dello Stato. Bisogna fare in modo che la vocazione ferroviaria non venga persa, malgrado la riqualificazione: si spiega così la volontà di realizzare/ MILANO DEL FUTURO C’è qualcosa di vecchio… di nuovo… di VINTAGE Arcobaleno compra – vendita usato Milano – Via Reguzzoni 4 Tel. 02 6428414 Orario di apertura dal martedì al sabato tutti i pomeriggi dalle ore 15 alle 19 Martedì – Venerdì – Sabato anche al mattino dalle 10 alle 12,30 Esposizione gratuita dei vostri oggetti Ferrari Preziosi Viale Suzzani n. 58 SCONTI FINO AL 50% SU GIOIELLI MODA FIRMATI – CORNICI IDEE REGALO – CINTURINI OROLOGI Un progetto ambizioso ma possibile Giuseppe Sala presenta “Fare Milano”, il piano quinquennale del Comune con gli obiettivi che riguardano periferie, scali ferroviari, trasporti, sociale e cultura Andrea Bina completare l’anello ferroviario che circonderà la città di Milano. Nei prossimi 5/6 mesi ci sarà un’ampia discussione per fare sì che entro l’estate l’accordo venga approvato. Gli scali ferroviari sono il cuore del programma di rigenerazione della Giunta. Con due tappe: a gennaio 2017 ci sarà un bando per gli usi temporanei degli scali, e poi uno per il masterplan definitivo per far partire gli interventi tra il 2019 e il 2022. Su questo tema vedi l’articolo di a pag. 6.
• La mobilità Milano vuole investire in infrastrutture per ottenere sempre più integrazione tra i vari mezzi. Il primo impegno è completare la M4. Questa è la sfida che Milano sta vivendo e che terrà sotto pressione i milanesi e le strutture tecniche del Comune per i prossimi anni. La M4 permetterà di andare da Linate al centro della città in 10 minuti e dal Giambellino al centro in 15 minuti. Le stime del Comune parlano di 86 milioni di passeggeri l’anno sulla futura linea blu. Poi c’è il tema del prolungamento della M5 e M1 fino a Monza che richiederà un investimento di almeno 1,3 miliardi di euro, coperti per il 60/70% dal governo. Entro il 2020 sarà in esercizio il prolungamento della M1 da Sesto FS a Monza Bettola, mentre per il prolungamento da Bisceglie a Milano Baggio-Olmi i lavori inizieranno nel 2021. Infine inizieranno nel 2020, invece, i lavori per portare la M5 (la Lilla) da Milano Bignami a Monza città: successivamente toccherà al tratto fino all’ospedale San Gerardo. Ma nel piano mobilità c’è anche un allargamento delle linee di superficie nei quartieri: tra i progetti, una nuova linea, la 35, fino a Cascina Merlata e Bovisasca. E poi, sempre più spazio a car e bike sharing e lotta allo smog, con la creazione, nell’ottobre 2018, di una low emission zone controllata da 147 telecamere.
• Interventi sul sociale Verrà realizzato un piano da 35 milioni per le nuove povertà. Si passerà a 457 luoghi di presidio sociale (oggi sono 400) tra beni confiscati alla mafia, centri per anziani, servizi territoriali, luoghi di accoglienza per senzatetto e profughi. Ma anche una casa rifugio per ragazzi e ragazze omosessuali che non possono stare in famiglia. La giunta non dimentica il campo base di Expo: qui – dove la Regione non ha voluto i profughi – c’è la volontà di far nascere un villaggio solidale. Inoltre da inizio 2017 parità anche per il reddito di maternità. Con tutto ciò e altro ancora la Giunta punta ad estendere il sistema di welfare dai 24mila cittadini di oggi a 50mila entro fine mandato.
• La cultura Obiettivo di questa Giunta è rendere Milano città leader d’Euro-pa. Gli esempi su come raggiungere questo traguardo non mancano: dopo il decennio di Barcellona e di Berlino, due città che hanno saputo interpretare la loro leadership a partire dalla cultura, c’è ora l’opportunità di inaugurare il decennio di Milano a partire dal 2017. I dati segnalano che Milano è al primo posto in Italia per occupati nell’”industria della cultura”. La nostra metropoli è stata definita il centro dell’arte contemporanea nel mondo ed è diventata la seconda meta per gli studenti dell’Erasmus. Tutto ciò fa capire che cultura e sapere vuole anche dire lavoro e reddito. Ma Milano ha ancora voglia di crescere e quindi non ci si fermerà solo ai luoghi esistenti che diventano sempre più sistema, ma si punterà anche a nuovi spazi e incubatori culturali, come la Fondazione Feltrinelli e un Centro di alti studi arti visive al QT8. L’idea è anche quella di offrire un calendario continuativo di eventi: da Bookcity a novembre alla Prima diffusa a dicembre, aggiungendo il nuovo Museocity a marzo e finendo, a maggio, con Pianocity. Il 2018 sarà l’anno del Novecento italiano.