Ecco cosa l’Antimafia propone di fare contro le infiltrazioni criminali nel gioco

Il Senato ha approvato in via definitiva la risoluzione, a mia prima firma, che fa propri i contenuti della Relazione della Commissione Parlamentare Antimafia sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito. Questo documento – che ha avuto il contributo del gruppo di lavoro e dei consulenti della Commissione Antimafia, di studiosi e di rappresentanti delle Forze dell’ordine – traccia il quadro della situazione nazionale e internazionale, e dei nuovi elementi di rischio. E contiene indicazioni per combattere meglio la criminalità organizzata ed essere da stimolo per Governo e Regioni a costruire un decreto che permetta un riordino complessivo di tutto il settore, come previsto dalla Legge di Stabilità del 2015. Infatti, continuare a intervenire in modo estemporaneo sui singoli aspetti non basta e solo un riordino complessivo delle norme che regolamentano il gioco può rispondere ai tanti problemi ad esso legati. Nel corso della legislatura, in Parlamento si è discusso spesso delle problematiche del gioco d’azzardo e sono andati avanti diversi disegni di legge sulla materia, uno dei quali porta la mia firma. Lo stesso Governo ha avviato un ripensamento sulle regole, scegliendo di intervenire per diminuire sia la domanda di gioco (limitando la pubblicità) sia l’offerta di gioco (riducendo il numero delle slot machines nei locali pubblici e obbligandole al collegamento in accesso remoto per evitare abusi). L’obiettivo della riduzione della domanda e dell’offerta di gioco, inevitabilmente, comporta anche una riduzione delle entrate derivanti dal gioco d’azzardo per lo Stato. È sbagliato criminalizzare l’intero settore del gioco e compie un errore anche chi mette in discussione la riserva statale sul gioco. I dati mostrano che seguire la strada del proibizionismo non serve ma allo stesso modo si è rivelata errata anche la teoria secondo cui la legalizzazione del gioco avrebbe ridotto gli spazi per l’illegalità e che, di conseguenza, basti far emergere il sommerso per risolvere i problemi. Occorrono regole chiare per garantire la legalità in un settore in cui la criminalità trova un’occasione per riciclaggio, usura e non solo. Proprio per mettere al centro della riforma del gioco il tema della legalità, la Commissione antimafia ha prodotto questa Relazione che – dopo l’approvazione del Parlamento – impegna il Governo a tenere conto delle specifiche proposte di modifica della normativa vigente in merito alle barriere per la selezione all’ingresso delle imprese e degli imprenditori, introducendo interdittive analoghe a quelle utilizzate per gli appalti, la revisione delle sanzioni penali e amministrative, il rafforzamento delle misure antiriciclaggio per la tracciabilità delle vincite, il ruolo delle autonomie locali e una nuova governance del settore. Si tratta di compiere passi in avanti nel contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del gioco ponendo regole chiare per controllare chi entra e partecipa a società di gestione e concessionarie, per fornire strumenti per intervenire con le indagini, aumentare le pene e consentire l’uso delle intercettazioni. Servono strumenti di coordinamento tra le diverse Forze dell’ordine, i vigili urbani e gli uffici amministrativi dei Comuni, un aumento dei controlli, banche dati omogenee e una centralizzazione delle informazioni. Ma non c’è solo il problema gioco illegale da fronteggiare, ma anche il tentativo – spesso riuscito – da parte della criminalità di entrare direttamente nella filiera del gioco legale e, in particolare, nelle società di gestione. In questo senso, fino ad oggi, non si è fatto ancora abbastanza per mettere in sicurezza la filiera del gioco e i controlli attuati, che pure ci sono, non sono stati sufficienti. Occorre poi affrontare la sfida del gioco online e attrezzarsi per regolamentarlo perché è evidente che i controlli sulla rete sono più complicati. Su questo fronte, inoltre, bisogna mettere in campo strumenti più efficaci per controllare i capitali che investono nel gioco e servono strumenti investigativi nuovi e – soprattutto – uno sforzo di tutta la Comunità Europea per costruire una nuova normativa. Il fatto che la relazione della Commissione Antimafia sia stata approvata da entrambi i rami del Parlamento senza voti contrari (ma con l’astensione del Movimento Cinque Stelle) rappresenta la conferma della volontà di affrontare il tema del gioco e fa da stimolo per il Governo e la Conferenza Stato-Regioni affinché agiscano per raggiungere al più presto un accordo per un riordino complessivo del settore. Siamo pronti a intervenire per diminuire subito le slot machine del 30%, togliendole dai bar e dai ristoranti, senza dover aspettare il 2019 (come prevede la finanziaria 2015); a regolamentare le sale e il gioco per prevenire le patologie; a garantire la legalità e la trasparenza. Abbiamo già introdotto nei nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza) le patologie da gioco consentendo i finanziamenti per cure e assistenza. Ci sono insomma le condizioni per fare; siamo già arrivati a buon punto e sarebbe un errore lasciare finire la legislatura senza arrivare a un vero riordino del settore.