Intervista a Giovanni Poletti: Da Niguarda una lettera aperta al Sindaco

Giovanni Poletti ha nel cuore Niguarda e i suoi cittadini e anche oggi, pur non ricoprendo ruoli ufficiali, è ancora in prima fila a dare il proprio contributo per risolvere i problemi del suo quartiere.
Quali sono i problemi di questo storico quartiere di Milano?
Ognuno ha il proprio senso civico, io non faccio nulla di eroico, cerco di dare una mano. Ritengo che Niguarda stia vivendo un periodo di regressione sociale evidente. Da un lato non vengono attivate iniziative che possano favorire i giovani a trascorrere una parte del loro tempo nel quartiere. Non c’è nemmeno un luogo, anche solo una piazza, che possa configurarsi come punto di riferimento per loro. Va dato atto alla Parrocchia di San Martino di svolgere in questo senso un ruolo significativo. Niguarda è un quartiere “paese” ovviamente tranquillo, deserto la sera e frequentato in gran parte da anziani di giorno. Se andate a chiedere come si vive a Niguarda, avrete una risposta positiva. Perché corrisponde all’idea di paese e non di un quartiere di una città viva come è Milano. Qui l’immigrazione presenta un volto tutto sommato tranquillo e i niguardesi sono bravi nel favorire questa situazione. La forte presenza di Cooperative di Abitanti offre ancora un contributo sostanziale per una buona qualità della vita delle loro abitazioni. Niguarda ha poi una grande opportunità rappresentata dalla presenza di tante associazioni, ma ogni organizzazione vive separatamente e coltiva il proprio orticello. Se avessero un programma collaterale e condiviso di valorizzazione sociale verrebbe messo in campo un notevole patrimonio di idee e di capacità promozionali. Non voglio apparire semplicistico ma occorre anche che la gente si convinca che è necessario il contributo e la partecipazione di ognuno; non si può sempre pretendere che siano gli stessi a farsi carico dei problemi. Ovviamente non è tutto qui. C’è la questione viabilità, la manutenzione delle strade, soprattutto dei marciapiedi. La via Ornato presenta un evidente problema nella realizzazione della sede di scorrimento dei tram, in quanto subito dopo la recente posa del nuovo manto stradale si sono verificati gli stessi problemi di prima. La questione delle puzze locali che, aggiunte all’aria malsana di Milano, è all’ordine del giorno e oggetto di grande malumore e di raccolta di firme. E pensare che abbiamo un parco di cui è giusto menare vanto, che dovrebbe ossigenare e profumare l’aria di Niguarda e comuni limitrofi.
Ti stai spendendo in prima persona per il problema delle barriere architettoniche che rendono la vita delle persone disabili, ma anche degli anziani e dei genitori con i passeggini, estremamente difficile. Quali iniziative sono in cantiere per sensibilizzare le Istituzioni?
La vicenda dei marciapiedi “inospitali” non è una cosuccia di poco conto in quanto implica molti fattori: la manutenzione, l’occupazione da parte delle auto, la sporcizia. Come si vede sono coinvolti il Comune, i Vigili Urbani e i Cittadini, quando sono autisti, possessori di cani o peggio ancora quando scambiano i cestini per immondezzai o si dimenticano che Amsa porta via gratuitamente i rifiuti ingombranti. Ognuno deve fare la sua parte, che si chiami educazione civica, oppure dovere istituzionale o efficienza. Io, insieme ad altri Cittadini sensibili al problema, sto raccogliendo le firme dei niguardesi sotto una lettera aperta da inviare al Sindaco e alle altre Autorità competenti. Resterà inascoltata? Dipenderà anche dal numero delle adesioni. Anche senza la neve, le cadute di persone anziane sono state innumerevoli e purtroppo non vengono denunciate e pochissimi chiedono i danni. Quando si vedono persone disabili o anziane che devono scendere dal marciapiede con disagio e rischi evidenti, perché c’è un’auto parcheggiata, il pensiero corre subito al ruolo dei Vigili Urbani che hanno il loro presidio nella vicina via Passerini. Speriamo di raccogliere molte firme entro la fine di febbraio, con l’aiuto delle Associazioni, delle Cooperative e soprattutto dei singoli Cittadini, ma sono certo anche del giornale “Zona Nove”. (Invitiamo i lettori a recarsi presso la nostra sede in via Val Maira 4 per sottoscrivere la lettera aperta, ndr).
Non sono solo le barriere architettoniche che turbano i tuoi sonni. Mi pare che anche la chiusura di importanti presidi sociali sia oggetto di preoccupazione.
L’impegno di tutte le forze politiche in campagna elettorale era rivolto alla soluzione dei problemi delle periferie. Con la lettera aperta vogliamo richiamare l’attenzione del Sindaco su due punti: la chiusura degli Uffici dell’Inps di via Cicerone, presidio molto importante in un quartiere con tanti anziani, e il progetto di smantellamento del presidio della Polizia Urbana di via Passerini che avrebbe l’obiettivo di concentrare le forze disponibili su cinque quartieri ritenuti più a rischio criminalità. Non entro nel merito della decisione, ma segnalo che detta scelta deve avere come condizione la presenza sulle strade di pattuglie operative. Per i niguardesi è ancora difficile considerare i vigili dei poliziotti, erano stati promessi i vigili di quartiere che dovevano entrare dentro l’anima della comunità di periferia.
Per chiudere: com’è cambiata Niguarda nell’ultimo decennio?
Non è cambiata solo Niguarda, ma è l’intera società che sta cambiando e certamente non nel senso dei valori di solidarietà e di civiltà assolutamente necessari a un Paese con le nostre difficoltà. Il giudizio dipende molto da ciò che intendiamo per quartiere. Chi nasce in un paese o una piccola città entra in una comunità. Chi nasce a Milano entra nel novero dei Cittadini. Chi cresce in una via di un paese è figlio di tutti quelli che abitano nelle vicinanze. Chi nasce a Milano è figlio solo dei propri genitori. La vita in un condominio è fatta di Salve, Buongiorno e Buonasera, punto e basta. Telefonino, tablet e pc possono essere, in questa situazione, uno strumento utile per uscire dall’isolamento. Ma attenzione, per questa strada non si costruisce una società solidale e democratica.