Seveso: ma sono poi partiti i lavori per la vasca di Senago?

Sembra che il 24 gennaio siano iniziati i lavori di costruzione degli enormi invasi a fianco al canale scolmatore di nord ovest. Scriviamo “sembra” perché le nostre fonti ci hanno comunicato di attività di poco conto, con qualche operaio, due ruspe e un container. È stato spianato il terreno all’ingresso dell’area del cantiere ed è stata riposizionata la casetta container che fungerà da ufficio, dopo che a dicembre un’altra struttura simile è stata bruciata… Lavori al via o no Comune di Senago e comitati contro l’opera non si danno per vinti: il prossimo 22 febbraio il Tribunale delle Acque dovrà pronunciarsi in merito all’ultima richiesta di sospensiva dei lavori presentata dall’Amministrazione senaghese. E si resta sempre in attesa dell’esito del giudizio in Cassazione ma in questo caso i tempi sembrano ancora lunghi.
• Lavoro “diplomatico” per evitare la vasca al Parco Nord. Partiti o no i lavori per la costruzione della vasca di Senago un dato è certo: coloro che, a vario titolo e livello, si stanno prodigando per modificare il piano Aipo, voluto da Governo, Regione e Comune di Milano, non hanno più molto tempo per ottenere risultati tangibili. Anzi, in tanti pensano che la questione sia chiusa da un pezzo. L’Associazione Amici Parco Nord e il Comitato Acque Pulite No Vasche non sono però di questo avviso e si stanno prodigando in quella da loro definita “offensiva diplomatica”. Si spiegano in quest’ottica gli incontri avuti con i consiglieri comunali di Milano del M5S, Gianluca Corrado e Simone Sollazzo, con l’assessore Marco Granelli del Comune di Milano e con Ugo Vecchiarelli, Sindaco di Bresso. Obiettivo: convincere il maggior numero di interlocutori a schierarsi contro la vasca di laminazione che dovrebbe essere realizzata nel Parco Nord, con l’abbattimento di un grande bosco di quasi 30mila mq e la costruzione di una vasca-voragine su una superficie parco ancora più grande. Anche perché su quel progetto pendono due ricorsi al Tribunale delle acque, uno del Comune di Bresso e uno degli abitanti del quartiere Papa Giovanni di Bresso. I sostenitori della vasca affermano che i ricorsi pendenti possono essere respinti e quindi non si possono bloccare opere strategiche ogni volta che c’è un ricorso altrimenti si paralizza il Paese. È sulla base di queste considerazioni che Governo, Aipo, Regione e Comune di Milano hanno deciso di andare avanti per la strada intrapresa. Una cosa ci pare di capire: chi si schiera contro la vasca non vuole che tutto resti così com’è. Anzi ha ben chiara l’esigenza di mettere in sicurezza Niguarda. La “proposta alternativa” si fonda su due capisaldi: pulire le acque del Seveso, ponendo fine ai 1.500 scarichi abusivi che le stanno avvelenando e dare attuazione all’invarianza idraulica, in applicazione della legge regionale n. 4 del 2016. Sulla carta sono soluzioni lungimiranti, rispettose dell’ambiente e delle leggi, in una parola condivisibili. C’è solo un problema: quanti anni ci vogliono per attuarle? Quante esondazioni dovrebbero ancora sopportare i niguardesi? A queste domande “Zona Nove” non è in grado di rispondere. Se qualcuno volesse aiutarci…