I Comuni delle tre province a rischio esondazioni firmano il “Patto per la salvaguardia del Seveso”

Il patto firmato il 18 febbraio, a un convegno tenutosi a Bresso, pone le basi per un lungimirante progetto di risanamento e sicurezza idraulica del Seveso: è l’inizio di una nuova vita per il nostro “fiume del diavolo”. Ma andiamo con ordine. Il convegno “Patto per il Seveso: tra emergenza e rispetto per l’ambiente”, voluto dal sindaco di Bresso Ugo Vecchiarelli, ha visto un proficuo confronto tra sindaci e amministratori delle tre Province coinvolti nell’emergenza Seveso, le Associazioni Ambientaliste, le autorità delle acque, il Parco nord e molti cittadini. Durante le due tavole rotonde sul tema dell’emergenza e sul rispetto per l’ambiente, si è parlato di risanamento ambientale, di sicurezza idraulica, di nuove proposte di invarianza idraulica, insomma di tutto ciò che consideri il valore dell’acqua come risorsa e non consideri le vasche di laminazione la soluzione al problema del Seveso. Nessuno di coloro che si schierano a favore delle vasche ha mai risposto al seguente quesito: perché per l’immondizia si è avviato un eccellente percorso di raccolta differenziata che ha portato la Lombardia, in particolare Milano, ad essere a livello europeo mentre per l’acqua, che non viene vista come una risorsa preziosissima, si continua nella politica dell’indifferenziazione ovvero acque chiare e acque scure trattate come un rifiuto da buttare via senza farsi troppi problemi? E quando le acque sono troppe? Le stiviamo in vasconi e appena possibile buttiamo tutto il loro contenuto a mare. Al termine del convegno i Sindaci dei Comuni attraversati dal Seveso hanno firmato il “Patto per la salvaguardia del Seveso”, un passo virtuoso e un rinnovato impegno per la tutela del territorio. Ecco i punti più importanti del documento: • Rendere attuativo il “principio di invarianza idraulica”, attraverso politiche e scelte urbanistiche che segnino un’inversione di tendenza rispetto al passato, ponendo attenzione al tema del consumo di suolo in genere, rendendo l’acqua una risorsa. • Perseguire, unitamente al’invarianza idraulica, soluzioni volte a garantire un miglior grado di sicurezza idraulica delle aree interessate dalle esondazioni, superando in prospettiva le proposte finalizzate solo a garantire soluzioni quali invasi o vasche e volumi di laminazione. • Attuare il Contratto del Seveso del 13 dicembre 2006 tra 46 Comuni, 3 Province, 6 Enti Parco, Aipo, Regione Lombardia, Arpa, strumento indispensabile per la gestione integrata del territorio del bacino, promuovendo tutte le azioni utili per la sicurezza spondale e la riqualificazione dell’alveo, riducendo le esondazioni, limitando il rischio idraulico ed evitando il dissesto idrogeologico. • Accrescere la qualità delle acque e, di concerto con i gestori dei depuratori, promuovere azioni volte al contrasto dell’inquinamento idrico e alla chiusura degli scarichi abusivi. Il Comune di Milano come si pone di fronte a questa iniziativa? Si è espresso chiaramente Marco Granelli, assessore con delega al fiume Seveso: “Il convegno è stata un’occasione per dire con chiarezza dell’impegno delle istituzioni per vincere la sfida del Seveso, cercando le soluzioni migliori nel breve e nel lungo tempo. Ora stiamo correndo ai ripari: bene i lavori realizzati come il potenziamento dello scolmatore, l’aver tolto dal Seveso le acque del depuratore di Varedo, la pulizia del tratto coperto del Seveso, il miglioramento degli interventi di protezione civile e l’allerta. Bene i lavori in attuazione, come la costruzione delle vasche di Senago, Milano e Lentate sul Seveso, che servono per trattenere l’acqua nei momenti di piena. Bene soprattutto esserci impegnati come Istituzioni a cercare soluzioni più innovative come l’invarianza idraulica – cioè non mandare in fognatura e poi nel Seveso l’acqua piovana ma trattenerla in tante parti del territorio – iniziando ad evitare le cementificazioni. Si pensi che in fase di piena il sistema di raccolta delle acque di Bresso, Cinisello, Cusano Milanino, Cormano e Sesto si scaricano nel Seveso 12-15 mc di acqua al secondo, il 30% di quanto ne può contenere il fiume nel tratto milanese. Dobbiamo con decisione rinforzare e velocizzare gli interventi in corso di depurazione e iniziare a fare invarianza idraulica, con pari e maggiore decisione di quanto ha fatto per le vasche e il canale scolmatore. Ma queste misure di invarianza idraulica che iniziano ora avranno i loro effetti in 10-15 anni: il che non è una ragione per non fare, ma anzi uno sprone a fare di più e più in fretta.”