L’8 marzo nel nome di Rosa Luxemburg

Mi piace ricordare qui, per la festa della Donna, Rosa Luxemburg, nata a Zamocz (Polonia) il 5 marzo 1871 e morta a Berlino il 15 gennaio 1919. Quinta figlia di un ebreo polacco, fu tra i fondatori del Partito Comunista di Germania. A 5 anni sapeva leggere e scrivere, a 15 entrò a far parte del movimento operaio rivoluzionario polacco, a 18 fu costretta ad emigrare a Zurigo, in Svizzera. Amava la natura e gli animali, studiava le scienze naturali e riuscì a classificare più di 250 piante. Sognava una famiglia ma per i compagni era la “pasionaria”. Finì, purtroppo, nel vortice della storia perché non sopportava di sentirsi incatenata. Di lei scrisse Bertold Brecht: “Ora è sparita anche la Rosa rossa, non si sa dov’è sepolta. Siccome ai poveri ha detto la verità, i ricchi l’hanno spedita nell’aldilà”. Infatti, fu torturata, uccisa e il suo corpo venne buttato in un canale vicino al fiume Sprea a Berlino. Notevole questo suo scritto dal carcere nel 1916: “È il primo, leggero fremito dell’imminente primavera – nonostante la neve, il gelo e la solitudine… noi crediamo che stia arrivando la primavera! E se, per impazienza, non dovessi sopravviverle, allora non dimenticatevi che sulla mia pietra tombale non deve esserci inciso altro che il canto degli uccellini. Il mio io più intimo appartiene alle mie cinciallegre”. Rosa fu contro l’opportunismo e la guerra, una libertina, una sorta di femminista.