L’unione tra Parco Nord e Parco Sud. Questo matrimonio s’ha da fare o no?

Sulla proposta della Regione di fondere le due grandi aree verdi parlano i favorevoli e i contrari.
Parco Nord vuoi tu accogliere come legittimo sposo il qui presente Parco Sud? E tu Parco Sud vuoi accogliere come legittimo sposo il qui presente Parco Nord? Scherzi a parte la notizia del gemellaggio tra i due Parchi sta acquisendo i contorni dell’ufficialità e per il nostro polmone verde sarebbe un cambio epocale. Cerchiamo di capire di che cosa si tratta e quale giudizio hanno espresso alcuni protagonisti della vicenda. Parco Agricolo Sud e Parco Nord si fondono e dalla loro unione, più altre aree verdi più piccole, nasce il Parco Metropolitano? Per i sostenitori di questa svolta è la strada per mettere a sistema il verde che “conta” di Milano anche in un’ottica di Città Metropolitana e per ottimizzarne così la gestione in un periodo nel quale le risorse economiche sono poche. Per i detrattori invece la spinta alla riorganizzazione data dalla Regione porta con sé l’eccessiva omologazione di aree molto diverse tra loro e più che altro il rischio di cementificare il Sud di Milano che con fatica è stato preservato dalla speculazione per tutti questi anni. Anche in questo caso siamo alle solite: guelfi e ghibellini nonostante l’accorpamento sia stato votato dai consigli dei due parchi a larga maggioranza. Come mai questa improvvisa accelerazione nel processo di “fusione”? La rivoluzione nei parchi lombardi sta avvenendo in risposta alla Regione che ha introdotto una nuova legge in materia, creando nove macro aree all’interno delle quali idealmente collocare i 24 parchi regionali. Ma dando la facoltà ai parchi stessi di decidere come adeguarsi a questa riorganizzazione e formulando una proposta. Ecco, sia il Parco Agricolo Sud sia il Parco Nord hanno votato per accorparsi in un’unica macro area, la numero 8, che include anche altre realtà come il Bosco in città e il parco delle Cave a Milano. Per dovere di cronaca rammentiamo ai nostri lettori che fino a qualche mese fa la fusione era osteggiata da molti perché rischiava di portare a una perdita delle specificità di ciascuna area. Ma oggi a dire no al grande Parco Metropolitano è rimasta solo una manciata di sindaci. Ettore Fusco, primo cittadino leghista di Opera che si trova nel Parco Sud, è uno di questi. Ed è tra quelli che ritiene “che 47mila ettari di aree per lo più agricole non hanno nulla a che vedere con un grande giardino urbano che è invece il Parco Nord, più fruibile per le famiglie: sono due realtà troppo diverse e difficilmente gestibili assieme”. Il Parco Agricolo Sud, gestito oggi dalla Città metropolitana grande 47mila ettari che includono ben 61 comuni, è un’area per lo più a vocazione agricola con campi, sorgive e ancora contadini al lavoro. Il nostro amato Parco Nord, fresco di oscar per la sua bellezza (vedi sotto), è un immenso polmone verde, uno splendido giardino fiorito con estesi boschi, in poche parole un’oasi naturalistica. Plaude alla scelta la presidente del Parco Sud, Michela Palestra: “L’intento è quello di mantenere le peculiari e differenti identità dei parchi ma anche di mettere a sistema le buone pratiche che i parchi stessi hanno sviluppato, tramite sinergie e economie di scala. Ci siederemo al tavolo con Regione Lombardia a discutere il futuro delle aree verdi dando il giusto peso ai valori prescrittivi”. Silvio Anderloni, Direttore del Bosco in Città, è un po’ più tiepida: “La legge regionale ha un pregio sano che è quello di considerare anche il verde a livello metropolitano, un po’ come si ragiona sui trasporti, ma il rischio riguarda la gestione e la governance: attenti a non fare un carrozzone. Inoltre la Regione fa questo riordino senza inserire un euro di fondi”. Chiara Bisconti, ex assessore del Comune di Milano al Verde e all’“arredo urbano e attuale consigliere del Parco Nord Milano, afferma: “Il verde ha bisogno di ampi spazi e grandi visioni. Per mettere a sistema le diverse eccellenze che lo animano. Per pianificare le connessioni tra i territori, progettare lo sviluppo e rafforzare le tutele. Il parco metropolitano sarà questo. Sarà la nuova identità verde della città metropolitana, sarà nuova attrattività turistica per l’agricoltura, saranno lunghe passeggiate in bicicletta senza più interruzioni. Sarà il futuro della città metropolitana. E il Parco Nord è pronto a mettere al servizio di questa visione le sue energie e competenze”. Ultimo non certo in ordine di importanza il commento di Roberto Cornelli, Presidente del Parco Nord: “Condivido quanto affermato da Chiara Bisconti … e a chi alimenta paure, intravede minacce e lancia accuse dico semplicemente di venire a visitare il Parco Nord, magari in occasione delle domeniche di Cascina Aperta da aprile in avanti, giusto per farsi un’idea precisa, parlando con chi ci lavora, di quanto questo ente sia una risorsa fondamentale per Milano e per il progetto di parco metropolitano”.