“Rifacciamo la festa alla mia Niguarda”. Parola di Marta Marangoni

Niguarda ha sempre avuto una forte identità che si è protratta nel tempo fino a giungere ai nostri anni, all’epoca post industriale. Oggi con la presenza in zona di poli culturali prestigiosi come gli Arcimboldi, l’Università Bicocca, l’Hangar, il Teatro della Cooperativa, il Mic e Villa Clerici, sta acquisendo una connotazione diversa che potrebbe trasformarla in un “Quartiere d’Arte”, mantenendo comunque i valori che l’hanno caratterizzata nella sua storia, solidarietà, accoglienza, cooperazione, attenzione e partecipazione alle esigenze della comunità. Valori fondanti che la Cooperativa Edificatrice di Niguarda ha sempre sostenuto e contribuito a diffondere anche attraverso attività ludiche e culturali. Tra le manifestazione tradizionali particolarmente viva e partecipata la “festa di Niguarda” che, promossa dalla Edificatrice, vedeva impegnati un po’ tutti, associazioni, commercianti, soci della Cooperativa, semplici cittadini. Bellissima quindi ci sembra l’idea di Marta Marangoni e del suo Teatro di comunità “Minima Theatralia” di riportare in vita con la collaborazione di tutti la festa del quartiere, negli ultimi anni per mille motivi un po’ sottotono. “A nostro parere – dice Marta – la festa è una bella occasione per stare e fare delle cose insieme. Così quest’anno abbiamo pensato a un progetto teatrale ad hoc per animare questa particolare giornata. Con i i nostri cittadini attori, quindi, stiamo lavorando su un’idea originale di una giovane e brava drammaturga, Francesca Sangalli, che si occupa della stesura del copione. Racconteremo la storia di Niguarda in modo fantasioso attraverso le biografie immaginarie dei componenti di un’ipotetica dinastia niguardese dalle origini dell’insediamento nel territorio fino ai giorni nostri ponendo l’accento su avvenimenti significativi per il quartiere come la nascita della mitica trattoria California, la fondazione della Edificatrice, l’inaugurazione del Teatro della Cooperativa eccetera. Il lavoro ancora in fase di stesura utilizza improvvisazioni e brevi esperienze personali dei nostri attori del teatro di comunità. È fondamentale infatti il rispetto del contributo che queste persone ci offrono, i ricordi o le vicende che ci raccontano perché uno degli obiettivi del nostro laboratorio è quello di valorizzare il vissuto delle singole persone, protagoniste in toto dello spettacolo sia come interpreti sia come ideatori dei contenuti. Il 3 maggio alle 21 all’interno della storica rassegna ‘Brume della ribalta’, presso La Scighera di via Candiani 131, alla Bovisa, ci sarà un piccolo assaggio del nostro spettacolo – ‘Attenzione Jodorowsky’ – che potremo vedere al completo il 18 giugno, giorno della festa, alle ore 15.30 all’Argomm Teatro. Da qui una performance itinerante per le vie di Niguarda con piccole tappe nelle corti ottocentesche dove ci saranno installazioni per ricordare personaggi o avvenimenti che i nostri attori riproporranno teatralmente al pubblico. Nel cortile della Cooperativa Abitare, in via Ornato 7, grande concerto e spettacolo finale”.
Come coinvolgere nel vostro bel progetto la gente del quartiere?
“La nostra esperienza ci dimostra che, se si trova il modo di coinvolgerla, la gente risponde con entusiasmo. L’anno scorso ad esempio per la scenografia di un nostro spettacolo avevamo chiesto cerniere lampo e ne siamo stati letteralmente sommersi! Quest’anno servono bottoni, tanti e di ogni tipo e colore, per i costumi, le installazioni e gli oggetti di scena. Siamo certi che ne arriveranno in quantità. Inizieremo a raccoglierli il 24 aprile durante la manifestazione dell’Anpi alla quale Minima Theatralia partecipa. Offrire un bottone può sembrare cosa di poco conto, invece è un modo originale di collaborare a un obiettivo comune, sentirsi parte attiva di una comunità. Per la buona riuscita della festa è fondamentale la partecipazione dei commercianti a cui chiediamo di tenere aperti i loro esercizi e quella delle associazioni di zona che potrebbero essere presenti con un banchetto per proporre le proprie iniziative”.
Un progetto bello che esige però un grande lavoro organizzativo e l’aiuto di tanti…
“La nostra associazione negli ultimi tempi vede la presenza di professionisti che lavorano con noi in vari ambiti, e quest’anno abbiamo anche un gruppo di giovani volontari, 25 ragazzi del Liceo Artistico Caravaggio che hanno chiesto di fare uno stage con noi. Gestire il volontariato comporta un grande impegno organizzativo, per fortuna a un nostro appello hanno risposto tre studenti dell’ultimo anno dell’Accademia di Brera. Saranno loro a seguire i liceali, a progettare e realizzare tutti insieme le installazioni da collocare nelle nostre corti”.