Teatro d’eccellenza al Cremona/Zappa

Il presidente dell’Associazione Amici del Teatro, Alessio Di Betto, intervista il direttore del Laboratorio Teatrale dell’Iis Cremona, prof. Maurizio Maravigna, in occasione del 25.mo anniversario di attività.
Allora, professore, di cosa stiamo parlando? Della solita recita scolastica di fine anno?
Non solo. Il Laboratorio Teatrale dell’Iis Cremona, nelle nostre aspirazioni e nella nostra progettazione didattica, è molto di più. Per come è strutturato, possiamo considerarlo un vero e proprio Laboratorio di cittadinanza. È un punto nevralgico nella scuola che propone molteplici percorsi di conoscenza, favorisce la riflessione sul sé, la formazione del carattere e l’autostima, consente un dialogo tra generazioni, una trasmissione dei saperi, una ricerca di nuove forme di comunicazione, permette la collaborazione e il rispetto reciproco. È soprattutto un teatro di formazione. Tanti obiettivi possano essere perseguiti solo attraverso una grande varietà di attività per i ragazzi, che non si limitano alla recitazione. Infatti. I ragazzi sono coinvolti direttamente in ogni fase della progettazione e della realizzazione dello spettacolo. Partecipano attivamente all’adattamento drammaturgico, svolgono sessioni di training, si occupano di tutta la parte tecnica relativa a luci, musiche, eccetera. E naturalmente recitano. Con una passione che permette loro di superare la fatica che l’impegno, unito a quello scolastico, impone.
Un lavoro di gruppo in piena regola, dunque. Quanti ragazzi sono coinvolti ogni anno?
Quest’anno abbiamo circa 40 ragazzi. In passato abbiamo avuto gruppi di 15, ma anche di 60. Spesso dipende dal successo che ha incontrato la produzione precedente. E ovviamente dal testo scelto: lo scorso anno, per l’Odissea di Omero, abbiamo chiamato in scena una decina di ragazzi della Scuola Elementare Ciresola. È stata una grande intuizione sotto molti aspetti e un grande successo! Sono stati felici di partecipare a una cosa “da grandi” e hanno preso l’impegno molto sul serio. Il risultato è stato sorprendente.
Quest’anno si celebra il 25.mo anniversario del Laboratorio. Che sensazione le dà tagliare questo traguardo?
Ogni anno la sfida si rinnova, un nuovo testo, nuovi ragazzi. Non posso dire che questi 25 anni pesino, anzi. Essere arrivati fino qui e, in prospettiva, avere ancora tanto da fare nei prossimi anni è anche un po’ la conferma che il lavoro fatto ha dato frutti non effimeri, che sotto c’è sostanza. Beh, è il minimo che si possa dire. Il Laboratorio Teatrale dell’Iis Cremona è stato insignito dal Comune di Milano dell’Ambrogino d’oro. Un riconoscimento che solo le eccellenze possono sperare di ricevere. Devo ringraziare principalmente i ragazzi, che hanno sempre avuto fiducia nella mia guida. È stato fondamentale l’appoggio dei vari dirigenti scolastici che si sono succeduti: in particolare, Giancarlo Monticelli, che lo ha fondato 25 anni or sono, e che quest’anno interpreterà un ruolo nello spettacolo, Giorgio Bagnobianchi e l’attuale Dirigente Bruna Baggio, sempre molto collaborativa. E che dire delle colleghe che continuano a lavorare con me? Un grazie particolare va poi a tutti i genitori che fanno parte dell’Associazione Amici del Teatro delIo Iis che sono attivissimi nella parte organizzativa, recupero costumi di scena, ricerca di contributi economici e tanto altro che rende questo importante progetto per i nostri ragazzi possibile.
Cosa porterete in scena questa volta?
Un progetto molto ambizioso. L’Ulisse, di James Joyce. Che però abbiamo affrontato con molta umiltà, lavorandoci sodo. Un capolavoro della letteratura mondiale, ma estremamente complesso. I ragazzi hanno svolto un lavoro drammaturgico straordinario per ridurre il romanzo e costruire una drammaturgia possibile. La messa in scena sarà molto impegnativa a causa della necessità di rappresentare anche i pensieri e le fantasticherie dei protagonisti. E poi sarà uno spettacolo itinerante che occuperà vari spazi della nostra scuola, dove il pubblico potrà seguire le varie tappe della vicenda: dalla spiaggia di Sandycove al letto di Molly Bloom, passando per pub, cimiteri, strade e bordelli della Dublino novecentesca.
Cosa l’ha spinta ad affrontare questa sfida?
Molte ragioni. Al di là della sua straordinaria bellezza, l’Ulisse di Joyce ha innanzitutto una naturale continuità con l’Odissea di Omero che abbiamo portato in scena lo scorso anno. Inoltre, tocca e approfondisce temi attualissimi, quali il rapporto padre-figlio, l’intolleranza razziale, la figura della donna. E molti altri che da tempo sono cari al nostro teatro, come il problema dell’identità, il disagio della crescita e la metafora del labirinto. Forse un libro non salva la vita, ma sicuramente può insegnare la complessità dell’esistenza. E poi, per un’occasione così importante come il 25.mo anniversario del Laboratorio, non potevamo certamente accontentarci di niente di meno! Professor Maravigna, grazie a lei e a tutte le persone che ci permetteranno di godere ancora dei vostri spettacoli.