Un progetto per abbattere le barriere architettoniche nei negozi dell’Isola

Il quartiere Isola è protagonista e propulsore di un progetto che pone al centro l’abbattimento delle barriere architettoniche nei negozi, avvalendosi della collaborazione tra Amministrazione Comunale, abitanti, associazioni di categoria, commercianti, makers e portatori del bisogno di accessibilità. Una città più accessibile a tutti è una città più vivibile e più giusta e l’obiettivo può essere raggiunto con caparbietà, coniugando partecipazione e nuova manifattura 4.0. Il progetto pilota “Open Rampette”, che tra i promotori vede oltre all’Amministrazione, il DUC-Distretto Urbano del Commercio Isola, Ada Stecca e il Fab Lab WeMake, è destinato ad estendersi in tutti i quartieri e parte proprio dall’Isola perché oggi rappresenta il cambiamento e l’evoluzione profonda che sta vivendo il settore della manifattura ma anche perché da sempre è uno storico borgo artigianale. Ci si propone di individuare, progettare e realizzare soluzioni a basso costo che consentano e migliorino l’accessibilità alle attività commerciali della zona – bar, negozi, ristoranti, attività artigiane – in modo tale che siano facilmente fruibili anche da parte delle persone con disabilità. Dal 2015, ovvero dall’entrata in vigore dell’articolo 77 del Regolamento Edilizio, dedicato proprio all’abbatimenti delle barriere architettoniche, poco più del 10% degli esercizi (circa 2mila su 18mila) si è adeguato alla norma e, quindi, diventa sempre più necessario attivarsi in ogni modo per far aumentare questa percentuale. È questione di civiltà. Ogni innovazione, difatti, contribuisce al progresso se permette di aumentare il benessere delle persone e, soprattutto, se amplia la platea che può vedere garantito i propri diritti tra cui quello basilare di potersi muovere facilmente da soli. Quando si affronta la questione accessibilità e si progettano soluzioni innovative è necessario avviare percorsi partecipati che coinvolgano le persone che dovranno utilizzare le soluzioni proposte. Sarebbe assurdo e controproducente operare senza un confronto con chi vive nel quotidiano le difficoltà ad accedere ai vari lunghi e si rischierebbe di realizzare soluzioni non adeguate e non funzionali. Questo progetto, quindi, è rilevante sia perché ci aiuterà a trovare strumenti utili a superare il problema specifico e concreto dell’accesso agli esercizi commerciali, sia perché rappresenta una prima sperimentazione di un metodo che si potrà utilizzare per altre tematiche di accessibilità. In particolare, Open Rampette, nella sua fase iniziale, coinvolgerà un piccolo gruppo di commercianti (da 4 a 6) che avranno l’opportunità di confrontarsi – nel corso di 2/3 sessioni di progettazione – con persone che sperimentano diversi vincoli all’accesso degli spazi, con la comunità dei makers e con altre esperienze in atto a livello internazionale nella ricerca di soluzioni innovative al problema. Soluzioni che dovranno essere facilmente riproducibili ma soprattutto a basso costo di realizzazione per facilitarne la massima diffusione tra gli esercenti. Una sperimentazione di manifattura 4.0 che è parte integrante del progetto comunitario Opencare – Open Participatory Engagement in Collective Awareness for REdesign of Care Services – che intende promuovere forme partecipative e collaborative per i bisogni di cura nelle comunità.