All’Hangar la personale di Rosa Barba

Un progetto espositivo di un’artista nota in ambito internazionale fino all’8 ottobre.
Nata ad Agrigento, Rosa Barba ha compiuto gli studi in Germania e in Olanda; attualmente vive e lavora a Berlino. Vincitrice di numerosi premi in tutta Europa, ha partecipato con successo a prestigiose rassegne internazionali come la Biennale di Venezia, Liverpool, Sidney, San Paulo e Berlino. Il suo è un lavoro di ricerca e di sperimentazione legato a una indagine e a una riflessione sui paesaggi naturali spesso abbandonati e dimenticati, e ai paesaggi umani visti come archivi della memoria dove il tempo lineare non esiste più perché oggetti e luoghi dell’era industriale hanno perso la loro funzione e si va verso l’immaterialità di una nuova epoca tecnologica. Il mezzo cinematografico è lo strumento privilegiato per Rosa Barba; lo utilizza per le sue installazioni, costituite da cineproiettori a 16 o a 35 mm, pellicole, bobine, elementi che compongono originali sculture cinetiche. Le opere, realizzate dal 2009 a oggi ed esposte nei 1400 mq. dello spazio indiviso dell’Hangar, sono 14 tra film, sculture cinetiche e interventi site-specific (cioè quelli concepiti direttamente in relazione ad uno spazio che esiste a prescindere dall’opera d’arte). Particolarmente interessante “From Source to Poem” il film che dà il titolo alla mostra. È girato in Virginia, nel più grande archivio di conservazione multimediale, una collezione unica al mondo: circa 150 chilometri di scaffali di oltre quattro milioni di titoli tra film, video, episodi televisivi, musica, discorsi e programmi radiofonici che spaziano da formati obsoleti fino ai più moderni file digitali. Il film, di soli 12 minuti, contiene le tematiche fondamentali della poetica di Rosa Barba, che sono la conservazione della memoria, la relazione tra passato e futuro, la demolizione del tempo cronologico. Un aspetto che caratterizza la produzione filmica dell’artista è l’alternarsi di realtà e immaginazione, narrazioni che oscillano tra il documentario e il fantastico. Un esempio particolarmente esplicativo è “The Empirical Effect”, un filmato di 22 minuti i cui protagonisti sono gli abitanti di Ottaviano, piccolo comune del Napoletano sopravvissuti all’eruzione del Vesuvio del 1944. Il film che si apre con un frammento di alcune scene girate dai fratelli Lumière a Napoli, prosegue con una finta esercitazione di evacuazione da parte dei residenti, un evento sempre programmato dalle Istituzioni e mai realizzato. E qui si confondono i piani tra la narrazione realistica e la finzione, metafora delle complesse relazioni tra società e politica in Italia. Un ruolo importante nella produzione artistica di Rosa Barba giocano le luci e il suono. Lo cogliamo anche nel breve ma significativo filmato di 8 minuti “Enigmatic Whisper”, girato a Roxbury nel Connecticut, nello studio del famoso artista americano Alexander Calder rimasto immutato dopo la sua morte avvenuta nel 1976. La cinepresa di Rosa Barba è fissa su una delle sculture cinetiche più rappresentative di Calder sospesa al soffitto dello studio, e il ritmo delle riprese è scandito dai suoni di una batteria, di una tromba e da quelli emessi dalla stessa scultura cinetica in movimento. Un singolare omaggio a uno dei grandi protagonisti artistici del Novecento. Alla mostra si accompagnano visite guidate e un programma di attività pensate per bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni alla scoperta dei linguaggi dell’arte contemporanea. Info: 02 66111573 – info@hangarbicocca.org.