Lo storico Carlo Antonio Barberini al Centro Culturale

Tra le iniziative sempre di grande qualità offerte dal Centro Culturale della Cooperativa particolarmente interessante è stata la serata dedicata nello scorso aprile a “Guernica. Il potere dell’arte contro l’orrore”. Due i relatori, Cristina Muccioli, critico d’arte e docente a Brera che ha illustrato l’opera di Picasso e Antonio Barberini del Centro Filippo Buonarroti che ha approfondito le vicende della guerra civile spagnola del 1936-1937. Da tempo Antonio Barberini collabora con il Centro di via Hermada ed è da lui che iniziamo una serie di interviste rivolte agli ospiti, tutti di grande valore, che Maria Piera Bremmi “cattura” per animare le sue splendide serate culturali. Ex docente e responsabile del Dipartimento di storia del Centro Filippo Buonarroti, Antonio Barberini organizza eventi, pubblicazioni e attività di ricerca nel campo della storia, dell’economia, della politica internazionale e del movimento operaio, temi nei quali è particolarmente esperto. Autore di varie pubblicazioni è spesso richiesto come conferenziere anche alla Sorbona di Parigi. “Sono uno dei fondatori del Centro Buonarroti che è nato nel 1995, periodo di grande confusione con la caduta dell’Unione Sovietica e le varie guerre balcaniche. Con altri colleghi ho pensato fosse necessario intervenire nelle scuole per spiegare ai giovani cosa stesse accadendo nel mondo e da allora ogni anno realizziamo incontri di carattere storico-economico rivolti agli studenti sulle problematiche internazionali più calde e sulla crisi che stiamo vivendo in Italia e in Europa perché è importante che i giovani comprendano le origini e le conseguenze della situazione attuale. Trovo assurdo che a Milano, centro dell’economia e della finanza, questa materia nelle scuole sia assolutamente negletta mentre invece i giovani sono molto sensibili all’argomento come abbiamo verificato nelle scuole dove siamo intervenuti. Ho quindi lanciato la proposta di rendere il liceo Manzoni promotore di un ciclo di incontri aperto a tutti gli studenti di Milano, occupando un pomeriggio alla settimana. Spero possa realizzarsi”. Immaginiamo che uno degli argomenti su cui confrontarsi sia quello delle migrazioni, un problema molto complesso che riguarda non solo l’Italia ma l’Europa intera. “Certo. Lo affrontiamo spesso e non solo nelle scuole cercando di far comprendere le cause che hanno provocato e continuano a determinare questo processo ormai inarrestabile. Sono cause complesse, molteplici e di varia natura. C’è un dato oggettivo da considerare ad esempio oggi nel rapporto tra Africa ed Europa. L’Europa invecchia, non sono mai nati nel nostro continente così pochi bambini neanche durante le guerre. In Italia la natalità è ai livelli minimi del 1861 e dei 474mila bambini nati lo scorso anno un buon 20% sono figli di immigrati. La prospettiva denunciata da tutti i demografi è che senza l’immigrazione la popolazione europea nel 2050 diminuirà di 80 milioni di persone e soprattutto invecchierà con tutte le conseguenze sull’economia del paese. Da un lato c’è quindi l’Europa con un bisogno disperato di immigrati, dall’altro la situazione dell’Africa annientata dalla fame, dalle guerre e da un processo di sviluppo capitalistico che affossa le economie locali. I migranti arrivano infatti soprattutto dalle aree dove multinazionali cinesi, americane, europee recintano immense zone per coltivare prodotti di loro interesse privando i locali dei territori da coltivare così la maggior parte della popolazione, costretta ad abbandonare le proprie terre, si concentra nelle città che crescono a dismisura e non offrono prospettive. Siamo in un momento di grandi sconvolgimenti ma anche di grandi opportunità, il cambiamento da parte di coloro che vivono nella parte fortunata del mondo, cioè da noi, viene vissuto con preoccupazione mentre è chiaro che per l’altra parte del mondo è una speranza. È una situazione estremamente interessante anche a livello internazionale questa che stiamo vivendo, il declino degli Stati Uniti, il declino dell’Europa, l’emergere della Cina, la nuova Via della Seta che prevede conseguenze sconvolgenti. I prossimi decenni saranno davvero interessanti da seguire, ecco perché è bene che i giovani siano ben informati. Io per natura sono ottimista, ce l’abbiamo sempre fatta. Vedremo come possiamo uscirne anche questa volta”. I grandi temi di storia, scienza, economia e attualità che il Centro Buonarroti affronta attraverso i suoi esperti sono seguiti sempre con vivo interesse. È possibile sperare che alcune di queste tematiche possano essere trattate anche a Niguarda? “Collaboriamo da sempre con varie realtà culturali milanesi, associazioni, scuole, Istituzioni, musei. Alcuni anni fa ho conosciuto quello straordinario personaggio che è Maria Piera Bremmi e così siamo venuti a Niguarda, dove ci siamo trovati benissimo perché abbiamo trovato interesse e partecipazione. Poi il vostro è uno dei quartieri che ha una storia importante, di cooperazione, di lotta operaia, di opposizione al nazifascismo che ce lo fa amare molto. Il cartellone dei nuovi incontri in Biblioteca verrà completato da Maria Piera in giugno, posso però anticipare che ritorneremo qui presto”.