Elio Oggioni e Lodovico Cesati: Se ne sono andati due grandi Partigiani

In questo mese di giugno, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, se ne sono andati due uomini giusti, due partigiani, e la nostra zona da oggi è un po’ orfana.

• Elio Oggioni, patriota, lo scorso ottobre, in occasione del 70° Anniversario della Liberazione, era stato insignito dal Ministero della Difesa della “Medaglia della Liberazione”.
Classe 1926, fin da giovanissimo è stato attivo nel quartiere Isola Garibaldi con gruppi cattolici antifascisti. Dopo l’8 settembre, appena 17enne, aderisce alle Brigate del Popolo e partecipa attivamente al movimento di Resistenza e insurrezione dell’area di Milano Niguarda.
Come ha ricordato il presidente dell’Anpi provinciale nell’orazione funebre, negli anni ‘85-’90 Oggioni era stato eletto presidente del consiglio di zona 9. “La tua presidenza – queste le parole di Cenati – è stata caratterizzata da grande equilibrio nel confronto politico e da un forte senso delle istituzioni. Tutti ti ricordano per queste tue straordinarie doti e per la tua fermezza nel difendere la democrazia…”
Conclusa l’esperienza istituzionale in zona 9 il suo impegno si è rivolto all’Anpi. Membro del Con siglio nazionale dell’Anpi, vicepresidente per anni dell’Anpi Provinciale di Milano e attualmente componente della Presidenza Onoraria dell’Anpi Provinciale e della Sezione di Pratocentenaro. Ha avuto un ruolo molto importante nell’Anpi Provinciale di Milano, soprattutto durante i lunghi anni della Presidenza di Tino Casali.

• Lodovico Cesati è stato Imi (cioè internato militare italiano, ossia un soldato che finì in un lager tedesco pur di non combattere per la Repubblica di Salò) e partigiano. Classe 1922, di famiglia antifascista, quando è militare in Grecia tenta rischiosi rapporti con i partigiani greci. La minaccia di fucilazione si trasforma dopo l’8 settembre in deportazione in Germania. Anche nella nuova situazione il suo integro antifascismo ha modo di manifestarsi: rischia nuovamente la fucilazione nel carcere di Spandau. Riesce infine a fuggire e a partecipare alla liberazione di Berlino, dalla parte giusta. Da buon partigiano ripudiava la guerra e ne aveva orrore, ma si era trovato costretto a combattere perché ancor più dell’odio per la violenza era forte in lui l’amore per la libertà.
Ha partecipato fino all’ultimo alla vita della sua sezione, Anpi Pratocentenaro, facendo parte della Presidenza onoraria. Lo scorso ottobre il Ministero della Difesa, per il 70° anniversario della Liberazione lo aveva insignito della “Medaglia della Liberazione”. L’ultima sua uscita pubblica è stata alla manifestazione al Monumento al Deportato al Parco Nord, in occasione del Giorno della Memoria 2017.
Come ha ricordato nell’orazione funebre la vicepresidente dell’Anpi Provinciale Ardemia Oriani, il suo impegno civile non si era fermato alla fine della guerra, operaio all’Atm si era impegnato nell’attività sindacale affinché la libertà riconquistata desse i suoi frutti.
Lo scorso febbraio Cesati era stato insignito dello Zonino d’oro, come ringraziamento per il suo impegno nella Resistenza.
La vita di questi due uomini è stata interamente dedicata al servizio alla collettività. Ora riposate in pace. Starà a noi continuare la tua battaglia per un mondo e una società migliore, obiettivi per i quali ti sei battuto durante la Resistenza e nel corso di tutti questi anni.