Incendio di Bruzzano – 28 luglio: si sono sviluppate diossine e furani ma la situazione dovrebbe rientrare nella norma entro il fine settimana.

Dicono che sia tutto sotto controllo ed è normale che in un incendio di quelle proporzioni e con quei materiali si sviluppino diossine e furani, sostanze molto pericolose per la salute degli esseri viventi. Può essere e sicuramente sarà così, però la precisazione non tranquillizza appieno gli abitanti. Ed hanno ragione perché, i dati dei campionamenti resi noti dall’Arpa, parlano di concentrazioni di diossine 270 volte superiori alla norma, un valore che non può passare inosservato. Subito le Istituzioni si sono affrettate a comunicare che tutto sta rientrando velocemente nella norma e che non ci sarebbero stati effetti acuti per la salute delle persone, anche coloro che abitano vicini alla fabbrica andata a fuoco. Detto ciò facciamo parlare i dati e riportiamo le dichiarazioni ufficiali di chi sta monitorando la situazione. Come detto prima il livello di concentrazione di diossine e furani registrato nelle prime ore successive all’incendio di Bruzzano è in linea con eventi di questo tipo. L’esposizione non ha generato effetti acuti sulle persone, come dimostrano l’assenza di ricoveri correlabili all’evento presso i Pronto Soccorso milanesi nelle ore successive all’incendio (nessun cittadino si è sentito male ed ha fatto ricorso alle cure ospedaliere ndr). E questa è sicuramente un’ottima notizia. Ma torniamo sui dati ufficiali di Arpa e qui le notizie sono meno belle: mostrano livelli di concentrazione di diossine e furani pari a 80.9 picogrammi per m3 e una concentrazione di benzoapirene pari a 40.838 ng/m3. Nonostante i valori ampiamente sopra la norma, lo ribadiamo ancora, Arpa si è affrettata a dichiarare che sono concentrazioni che, come già accaduto in tutti gli incendi di analoghe dimensioni e portata, rientreranno nella norma già nelle prossime ore. L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), si spiega nella nota, indica un valore di 0.3 pgeq/m3 sopra il quale si è in presenza di una sorgente di diossine perdurante e stabile, che “merita di essere individuata e controllata nel tempo”. In questo caso la sorgente era l’incendio, con una durata limita nel tempo, e nella zona ancora in queste ore continua il monitoraggio di Arpa fino ad almeno il fine settimana. Per quanto riguarda gli idrocarburi aromatici policiclici, i cosiddetti IPA, la normativa sulla qualità dell’aria prende in considerazione 7 sostanze. Tra queste è normato il solo benzo(a)pirene, (B(a)P), per il quale è previsto un limite sulla concentrazione media annuale pari a 1 ng/m3. Durante l’incendio, si è rilevata una concentrazione di B(a)P pari a 40.838 ng/m3. Se le concentrazioni medie giornaliere di questo inquinante nel mese di luglio sono solitamente al di sotto del limite di rilevabilità strumentale, attorno a 0.05 ng/m3, in inverno molto raramente superano i 20 ng/m3. Da parte sua il Comune di Milano, per bocca dell’Assessore Marco Granelli, ha voluto ribadire alcune precauzioni: l’invito a chi ha un orto in zona di lavare accuratamente frutta e verdura e il lavaggio delle strade, per cui Amsa farà un passaggio più frequente nelle zone interessate. Tutte misure precauzionali e non emergenziali. Le prossime azioni saranno ora rivolte al monitoraggio ambientale continuo, alla messa in sicurezza e allo smaltimento dei rifiuti rimasti sul posto. Perché spento l’incendio si dovrà poi procedere allo sgombero e alla bonifica dell’area industriale andata in fiamme. Nei prossimi giorni con la Città metropolitana saranno indicate le modalità di messa in sicurezza e procedura di smaltimento dei rifiuti della combustione. Sul fronte dell’accertamento delle cause di questo spaventoso incendio, per quanto riguarda l’ipotesi di dolo, l’Assessore Marco Granelli ha affermato che ancora non ci sono elementi adeguati per rispondere e che le indagini sono in corso. Non è però sfuggito a nessuno che ultimamente gli incendi in queste aziende, che trattano e smaltiscono rifiuti, si sviluppano con una certa facilità…