Quel pasticciaccio brutto della Casa della Memoria

Nel nostro Municipio, in zona Isola, ha sede la Casa della Memoria. È un edificio molto bello, che ospita le associazioni che si occupano, appunto, della Memoria, prime fra tutti l’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, e l’Aned, Associazione Nazionale Ex Deportati. Il piano terreno è caratterizzato da un open space di 400 metri quadrati che stava diventando il luogo d’elezione per tutte quelle iniziative cittadine che riguardavano temi come l’antifascismo, la deportazione, la storia, i diritti. Le scuole avevano iniziato a darsi appuntamento qui per le iniziative a tema. Si sono tenute, nel corso di quest’anno, mostre visitate da migliaia di persone, spettacoli, incontri di preparazione ai viaggi della memoria, meeting e conferenze.
Usiamo l’imperfetto perché purtroppo sembra che lo spazio in questione diventerà sede di quello chi inizialmente è stato definito “Museo della Resistenza” ed in seguito, probabilmente resisi conto che 400 metri quadri erano un’area veramente esigua per dotare finalmente Milano, Città Medaglia d’oro della Resistenza, di un Museo dedicato, si è optato per il nome “Spazio interpretazione sulla Resistenza”. Nome per altri versi assai infelice, che lascia, magari senza volerlo, adito ad una interpretazione revisionista del grande movimento di popolo che riscattò l’Italia dal fascismo.
L’Anpi aveva indicato diverse altre sedi possibili per quello che alla fine sarà una specie di monolite multimediale che occuperà, in pratica, tutto lo spazio destinato ad attività culturali, trasformando la Casa della Memoria in una mera sede di uffici, anziché un luogo pulsante di incontri e spettacoli, concerti e mostre.
Visti ignorati suggerimenti e osservazioni, Roberto Cenati, presidente dell’Anpi Provinciale, ha preso carta e penna e scritto al sindaco Sala che l’Anpi “prende le distanze ufficialmente, da un’operazione unilaterale e inopportuna che va contro lo spirito e la lettera della convenzione per la costituzione della Casa della memoria”.
Ma non si ferma qui Cenati, che denuncia anche l’«enorme spreco di danaro pubblico: 2,5 milioni serviranno a realizzare uno spazio esiguo di circa 400 metri quadrati (6.000 euro al metro)» Anche l’Aned esce con un comunicato tutt’altro che tenero verso questa scelta che vede schierarsi il Sindaco Sala al fianco del Ministro della Cultura Franceschini. Per l’Aned di Milano è grave che la scelta sia fatta unilateralmente senza consultare le associazioni che hanno dato vita alla Casa della Memoria, ed è grave che ci si sia dimenticati, nel titolo del Museo o Spazio, che dir si voglia, della Deportazione.
Zona Nove vi terrà puntualmente aggiornati degli sviluppi, senza nascondere un briciolo di speranza che per un Museo o Spazio Resistenza si sia ancora in tempo a trovare uno spazio più consono, uno spazio, soprattutto, che consenta nei prossimi decenni di accogliere tutto quel materiale che le associazioni conservano e non possono esporre. Con la morte dei partigiani e degli ex deportati, spesso infatti le associazioni ereditano materiale di interesse inestimabile, fotografie, lettere, manoscritti, che meriterebbero di essere esposti e non solo conservati in archivi.