“Le priorità dei prossimi mesi saranno povertà e occupazione giovanile”

Iprossimi mesi saranno gli ultimi di questa legislatura, certamente si discuterà molto di riforma elettorale ma, soprattutto, saranno i mesi in cui, con la legge di stabilità, si interverrà ulteriormente per affrontare i problemi di chi è più in difficoltà. I dati economici di questi ultimi mesi sono positivi, indicano un’inversione di tendenza rispetto al passato. Il prodotto interno lordo ha già superato gli obiettivi di crescita che il governo aveva indicato per l’anno in corso e la crescita ha portato con se altri dati positivi: il numero degli occupati ha raggiunto i livelli del 2008, prima della crisi, anche gli ordinativi e i risultati delle imprese si avvicinano ai livelli precrisi, cresce la fiducia delle imprese e quindi, grazie anche agli incentivi del governo, la disponibilità ad investire sul futuro, condizione necessaria per creare nuovi posti di lavoro. Cresce anche la fiducia dei consumatori e contemporaneamente crescono i consumi. Questi dati positivi, che in questi anni abbiamo lavorato per realizzare, non significano assolutamente che tutto sia risolto o che il Paese sia in buona salute, ma che oggi ci sono le condizioni per intervenire concretamente contro le diseguaglianze, per creare nuova occupazione giovanile e combattere le povertà. Già in questi giorni di fine estate sono stati decisi dal governo provvedimenti importanti. Il decreto attuativo della legge sul reddito di inclusione consentirà da gennaio a quattrocentomila famiglie, circa un milione e ottocentomila persone, che versano in una condizione di povertà assoluta, iniziando da chi ha figli piccoli o familiari con disabilità, di ricevere un reddito corrispondente alle attuali pensioni minime e la possibilità di una formazione che faciliti l’ingresso nel mondo del lavoro. Una norma, quella che istituisce il reddito di inclusione, che non basta a risolvere il problema della povertà in Italia ma fornisce un’opportunità ad una parte delle famiglie in stato di bisogno e rappresenta la prima legge nazionale fatta in questo Paese contro la miseria. Ancora in questi giorni è stato fatto il decreto attuativo della cosiddetta Ape volontaria che permette a lavoratori privati, pubblici e autonomi di anticipare fino a tre anni l’andata in pensione. Dopo l’Ape social, che già consente senza oneri aggiuntivi di anticipare il pensionamento a chi fa lavori usuranti o ha iniziato a lavorare molto presto, è un altro provvedimento che contribuisce a correggere la legge Fornero. Nella stessa direzione cercheremo di indirizzare la futura legge di stabilità che cominceremo a discutere nelle prossime settimane. I primi dati positivi dell’economia di cui parlavo all’inizio possono consentire di realizzare altri interventi sociali necessari. Innanzittutto si tratterà di stanziare altre risorse per finanziare ulteriormente il reddito di inclusione e poterlo erogare ad un numero sempre maggiore di famiglie che versano in stato di bisogno. In secondo luogo la scelta del governo sarà quella di investire sulla occupazione giovanile. La proposta è quella non solo di tagliare i costi dei contributi per chi assume giovani ma anche di dare continuità negli anni alle detrazioni per le aziende sul costo del lavoro giovanile. Le priorità nei prossimi mesi saranno queste, povertà e occupazione giovanile: sono i terreni su cui occorre intervenire se concretamente si vogliono ridurre le diseguaglianze, dare futuro e non perdere le energie dei giovani.