È dalla stagione 2011-12, quella del gol/non gol di Muntari, che il Milan non entra nel giro scudetto: un’eternità. Mentre per l’Inter c’è stata l’illusione di metà campionato 2015- 16: un fuoco di paglia, per i nerazzurri allora guidati da Mancini, bruciato da un girone di ritorno negativo. Forse è presto per dirlo, ma se tutto va bene quest’anno Milano potrebbe tornare ad avere un certo ruolo, speriamo importante, nella lotta per il titolo. Di certo, per quan-to riguarda i rossoneri, il merito va tutto ad una campagna acquisti memorabile. Basti guardare la formazione che ha regolato i sardi: dello scorso anno, nell’undici titolare c’erano solo Donnarumma, Montolivo e Suso. Otto neo milanisti subito in campo: per i casciavit, diciamolo, questa estate è finito un incubo che sembrava interminabi-le. Di acquisti all’ultimo momento, (quasi) sempre in prestito; di Ibra che ritorna (e invece non ci pensava nemmeno); di soldi che c’erano solo se si vendeva qualcuno, modalità tipica di una provinciale qualsiasi e indegna della ex “squadra più titolata al mondo”. Oppure di veri e proprio brocchi presi dietro consiglio o per interessi di chissà chi (o forse, si sa, di chissà chi…). Perché se è vero che di danee ce n’erano pochi, è altrettanto vero che, quando ci sono stati, non sono stati utilizzati degnamente. Due anni fa, ad esempio, si buttarono tra i cinquanta e i sessanta milioni (ingaggi esclusi) per Bacca, Bertolacci e Luis Adriano: l’incompetenza al potere! Adesso, è cambiato tutto. In milanese si dice “troppo cott o mal levaa”, e sono molti quelli che si chiedono da dove sia piovuta, questa manna. E, soprattutto, quali potrebbero essere le conseguenze future. Anche perché l’acquisto del Milan è stato fatto con il prestito di un fondo statunitense che tra un anno circa rivorrà indietro i suoi soldi con cospicui interessi. Cosa succederà, allora? Per il momento, Fassone e Mirabelli si dicono tranquilli, e tanto basta. Perché interrompere un bel sogno? Di certo, chi non può permettersi di dormire è invece Montella, che ha una grande responsabilità anche perché è stato solo “ereditato” dall’attuale dirigenza. Nell’ultima stagione ha fatto il massimo, anzi di più: vittoria con la Juventus nella Supercoppa e qualificazione in Europa dopo parecchi anni, da leccarsi i baffi. Ora, però, gli si chiede un salto di qualità, considerato che dopo tale acquisti gli obiettivi sono radicalmente mutati. Sarà in grado di farlo? Avrà le competenze tattiche giuste e la capacità di gestire uno spogliatoio affollato di senatori ma soprattutto di giovani emergenti? Lo vedremo presto. “Siamo in linea con gli impegni presi, potrà non piacere ai media ma stiamo cercando di fare le cose fatte bene. Abbiamo costruito una squadra seria, che può fare buone cose in questo campionato. Pensiamo di aver fatto una squadra e un mercato pragmatico. Ci sono patti da rispettare con l’Uefa, il Fair Play esiste, pensavamo di essere più mobili” Parole e musica di Piero Ausilio direttore sportivo dell’Inter al termine di una campagna acquisti che ha subìto palesemente un cambio di strategia in corsa. Quel “pensavamo di essere più mobili”, diventato subito un tormentone sui social, fa infatti capire come a giugno le intenzioni del gruppo Suning, proprietario dell’Inter, fossero diverse. Lo stesso Walter Sabatini, coordinatore area tecnica Suning Sports, aveva apertamente parlato di giocatori del livello di Nainggolan e Vidal. Poi c’è stato un improvviso stop. Dovuto oltre che al Fair Play finanziario, attraverso il quale l’Uefa obbliga le società al pareggio di bilancio, anche ad una frenata del governo ci-nese sugli investimenti esteri. Suning, 113 miliardi di euro di fatturato nel 2016, si è trovato quindi nell’impossibilità di “poter spendere” in questa sessione di mercato. Per il futuro è curioso rilevare come le sorti dell’ Inter coincideranno in parte con la linea politico – economica che verrà delineata durante il congresso del Partito comu-nista cinese del prossimo ottobre. Nel frattempo i tifosi nerazzurri hanno potuto apprezzare, ad eccezione del nome di battesimo, le qualità di Milan Skriniar che comanderà la difesa insieme a Miranda. Venduti Murillo e Andreolli, Ranocchia e il primavera Vanheusden saranno le sole alternative nel ruolo di centrali difensivi. Molto dei destini nerazzurri di questa annata dipenderà dalla nuova coppia di esterni; il brasiliano Dalbert a sinistra e il portoghese Cancelo a destra. A centrocampo, ceduti Kondogbia e Medel, le novità arrivano tutte dalla Fiorentina: Borja Valero e Vecino. Ottimi giocatori ma che come Joao Mario e Gagliardini “vedono” raramente la porta e sono poco portati all’inserimento nelle azioni di attacco a supporto di Icardi. Accanto al centravanti argentino vedremo ancora Perisic (trattenuto dalla società quando a giugno tutti i media lo davano in partenza) e Candreva. Eder e il giovane francese Karamoh saranno le alternative offensive. Ma la vera novità dell’Inter 2017-18 è il nuovo condottiero Luciano Spalletti. Tecnico di grande esperienza e con il carattere adatto ad allenare una squadra da troppo lontano dai vertici.