Storia di una piccola grande missionaria

Care lettrici, cari lettori buon settembre! Zona Franca è lieta di parlare ancora di “Suor Rachele Fassera”, missionaria comboniana. La suorina minuta che offrì la propria vita in cambio della salvezza delle sue alunne (139 ragazze rapite dai ribelli dell’Uganda) di cui, con coraggio, riuscì a portarne in salvo almeno 119… Per il suo coraggio le fu conferito lo Zonino d’Oro (vedi Zona Franca, luglio 2011, pag.15). Ricordo ancora il nostro incontro perché sarebbe partita per Dubai. Le sue parole: “Il mio compito è andare fra queste persone e fare catechesi e continuare a pregare”. Ci eravamo abbracciate con la speranza di rivederci ancora. Luglio 2017. Una giornata come tante, tanti pensieri come tutti. Oggi parlare di Cristo, essere cristiani, sta portando orrore nel mondo, pregare perché le menti possano essere illuminate d’amore per l’uno verso l’altro quando la voce di Rachele, al telefono, riempie la giornata di gioia. “Ciao Sandra, sono a Milano per due domeniche e ci incontriamo alle S. Messe in via Scialoia”. Al termine ci intratteniamo in fondo sull’ultima panchina a parlare di noi e racconta la sua vita a Dubai. “Sai la mia missione in Uganda è stata una missione di evangelizzazione. In Uganda sono stata madre (di tutti i bambini), una missione sempre messa a rischio dalle violenze e dalle guerre. La missione di Dubai è diversa, da una parte ci sono i ricchi, dall’altra ci siamo noi, la popolazione, quasi tutti emigrati, in maggioranza cristiani. Ci sono solo due chiese, la mia è la più grande del mondo, non come grandezza, ma per la popolazione che viene in chiesa, vedi non è come da noi. Là, dopo il lavoro, non hanno molto e la preghiera è l’incontro di tutti, come una famiglia sempre aperta, una grande devozione per S.Antonio e la Madonna. Il mio compito è quello di ascoltare i problemi di tutti e la chiesa è il punto di aiuto. Ci sono tante catechiste perché i battesimi, le comunioni sono infinite”. Man mano che parla riesco a vederla in questa famiglia che è la Chiesa, dove la gente entra a tutte le ore del giorno a pregare perché in essa c’è la famiglia. Parliamo di noi, di lei che quando è a Milano ha un’agenda di incontri in tutte le parrocchie di Affori. Parlo di me, mano nella mano come una sorella offro il mio cuore. Questa volta ho un cellulare nuovo di quelli tecnologici e, sul sagrato della chiesa, chiedo gentilmente a un fedele di scattare alcune foto. Mi accompagna alla fermata dell’autobus, ci abbracciamo forte con quell’amore che unisce due amiche dall’infanzia e lei mi saluta con una sua frase: “Noi abbiamo un grande dono perché viviamo tutti i giorni di questo suo grande amore, ma il Signore ci ama tutti, anche quelli che non credono. Lui c’è sempre e ci dice ‘Abbi fiducia in me’”. Ciao Suor Rachele