Domenica 8 ottobre, questo numero di “Zona Nove” è pronto per la stampa. Manca solo il corsivo di Zorro. L’intenzione è di dedicarlo al progetto della Regione che sottrae i malati cronici a cure personalizzate dandone la gestione alla sanità privata. Ma proprio oggi arriva una notizia sconvolgente che il giornale non può ignorare. Eccola qui, dunque, nell’unico spazio che ci rimane. Il gonfalone di Sesto San Giovanni, città medaglia d’oro della Resistenza non è stato portato alla manifestazione, indetta per stamani dall’Anpi e dall’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) al monumento al deportato al Parco Nord, ancora una volta danneggiato dai vandali. Anche il sindaco sestese di centrodestra, Roberto Di Stefano, non ha partecipato, perché la manifestazione secondo lui sarebbe “diventata un corteo di pubblicità per Emanuele Fiano (e la sua proposta di legge elettorale in discussione in Parlamento, ndr), con tutte le formazioni di sinistra pubblicizzate in maniera ampia e sconveniente. Non ci prestiamo alle strumentalizzazioni della sinistra”. L’annuncio è stato dato con “sgomento e incredulità” dall’Anpi di Sesto San Giovanni: “Per la prima volta a una manifestazione antifascista non sarà presente il gonfalone decorato con la medaglia d’oro per l’alto contributo alla guerra di liberazione”. E sulla presenza di Fiano si ricorda: “È lì perché deve essere lì. Suo padre è stato deportato ad Auschwitz, dove altri suoi parenti sono stati uccisi”. Meditate sestesi, meditate.

Ecco la lettera aperta al sindaco di Sesto S. Giovanni del presidente dell’Aned Giuseppe Valota

Gent.le Sig. Sindaco,
Apprendiamo della sua assenza alla manifestazione di Domenica 8 ottobre al monumento al deportato del Parco Nord, come risposta al vile attentato dove sono state distrutte le teche dei lager di Auschwitz, Mauthausen, Ravensbrück, Gusen e Ebensee, contenenti le ceneri e le terre di quei luoghi d’orrore. Attentato che ha comportato anche la rimozione di diversi sassi provenienti dalle cave di Gusen e Mauthausen – luoghi di schiavitù e dolore in cui a migliaia sono morti. Anche Sestesi. Apprendiamo anche che non solo mancherà Lei ma sarà assente anche il Gonfalone della città. Come lei saprà, signor Sindaco, appuntata sul Gonfalone c’è la Medaglia d’Oro conferita dallo Stato Italiano, nel 1971 per mano del primo ministro onorevole Giulio Andreotti. Come Lei saprà, signor Sindaco, la nostra città, nel biennio 1943/45 ha vissuto un periodo tragico e glorioso. Una città di 40.000 abitanti, le grandi fabbriche che occupavano 50.000 lavoratori, una vita resa sempre più drammatica dai bombardamenti, dalla miseria, dalla mancanza di libertà. Una città che si è opposta allo sfacelo, che ha organizzato un grande sciopero di otto giorni contro la doppia dittatura, per la fine della guerra e per la pace. Noi, signor Sindaco, consideriamo il luogo dove è stato eretto il monumento un sacrario. Lì su quei masselli sono incisi 570 nomi. Tra questi 233 furono le vittime nei Lager. Noi crediamo, signor Sindaco, che a loro, ai loro sacrifici, si debbano le libertà di cui noi e Lei godiamo oggi. E Il monumento è lì a ricordarcelo. Lei scrive, signor Sindaco, che si tratta di una manifestazione partitica perché tra i partecipanti vi sono Associazioni e partiti. Le ricordiamo che la manifestazione è stata indetta dall’Aned e dall’Anpi a cui hanno aderito Associazioni e forze politiche. Lei intravede erroneamente che questa manifestazione sia di parte, chiamandolo un corteo di parte. Le ricordiamo comunque che i partiti e le associazioni sono l’articolazione democratica di una società. Mi lasci quindi dire, signor Sindaco, che siete voi a mancare, sono le vostre articolazioni che vengono meno, Vostra è la responsabilità della vostra assenza. La Storia, i Valori, la Memoria della nostra città sono un bagaglio di tutti, al di là della lotta politica. Sta a Lei conoscere la storia della nostra città, sta a Lei, signor Sindaco, non immiserirla a beghe di partito. Per essere il Sindaco di tutta la città e della sua storia, e non di una parte. Apprendiamo infine del suo disappunto per la presenza del deputato della Repubblica Emanuele Fiano. Credo e spero lei sappia, signor Sindaco, chi è Emanuele Fiano. Lei in lui vede solo un deputato del Pd la cui sola presenza La irrita. In realtà Emanuele Fiano è lì perché deve essere lì. Suo padre è stato deportato ad Auschwitz e liberato a Buchenwald. Molti suoi parenti sono stati uccisi a Auschwitz. La prego, sig. Sindaco, se proprio non vuole presenziare, faccia almeno pervenire il Gonfalone di Sesto, con la sua Medaglia d’oro oppure qualcuno che la sostituisca con la Fascia Istuzionale. Per rispetto della città, e dei suoi valori.