Roberto Cornelli, presidente dell’Ente Parco Nord, fa il bilancio del Festival della Biodiversità

Il 24 settembre si è conclusa l’undicesima edizione del Festival della Biodiversità. La manifestazione di quest’anno è stata dedicata ai valori e agli intenti stabiliti dall’Onu che ha proclamato il 2017 “Anno Internazionale del Turismo Sostenibile”. Per stilare un bilancio di questa edizione abbiamo intervistato Roberto Cornelli, presidente dell’Ente Parco Nord organizzatore del Festival.
Ormai il Festival della Biodiversità è diventato un appuntamento molto seguito e apprezzato. Che edizione è stata quella di quest’anno?
Il bilancio è tutto positivo e il Parco Nord ha dimostrato ancora una volta di essere un luogo milanese di cultura, di natura e di fruizione per migliaia di persone, grandi e piccini, che in dieci giorni hanno assistito a incontri, performance teatrali, laboratori e eventi musicali di altissimo livello, hanno partecipato a passeggiate notturne, hanno visitato le mostre, le bancarelle o si sono fermate a mangiare e a scambiare due parole con le associazioni del parco.
Quali sono stati gli eventi principali?
I tantissimi eventi sono stati tutti di qualità e hanno avuto grande successo di pubblico. Per questo colgo l’occasione per ringraziare il Comitato scientifico e quello promotore, i partners del Festival, le associazioni, i lavoratori del parco, le ragazze e i ragazzi del Servizio Civile e le guardie ecologiche volontarie, la cui presenza discreta e competente è sempre un punto di orgoglio. Non faccio classifiche ma, essendo questo il mio primo Festival della Biodiversità da Presidente, ho potuto toccare con mano quanto il Parco Nord Milano sia diventato il perno attorno a cui si sviluppano discorsi, eventi e progetti che fanno concretamente cultura del verde, dell’ambiente e della biodiversità: dall’Orto comune di Niguarda, con le sue prossime vasche di coltivazione per disabili, alla collaborazione con il Museo Interattivo del Cinema e con l’azienda Zambon; dal rapporto con Green City Milano alla partnership con Casa Testori di Novate e il Bì- La fabbrica del gioco e delle parti di Cormano, dal rapporto con Slow Food alla progettualità comune con il Parco Sud: il Parco Nord Milano sta tessendo, nella pratica quotidiana, una ragnatela di relazioni che stanno già trasformando il modo di vivere non solo delle centinaia di migliaia di persone che vivono intorno al Parco, ma di tutta la città di Milano. Bisogna accorgersi di quanto sta accadendo per poter supportare questa trasformazione fondamentale nel modo di vivere la città.
Avete già delle idee per la dodicesima edizione?
Il futuro del Festival della Biodiversità non potrà che stare all’interno del progetto di un grande parco metropolitano che cinga la città di Milano, riconnetta l’hinterland a Milano, recuperando al degrado le zone di periferia e creando connessioni verdi con il sistema dei parchi lombardi. Il tema di quest’anno ci ha costretto a pensare al Parco Nord non solo come a un progetto straordinario nella sua genesi e nella sua capacità di trasformazione del territorio, ma anche come a un processo che deve continuare e trovare nuove connessioni, nuovi partners, nuove progettualità. Parlare di turismo sostenibile obbliga in un certo senso a pensare a una diversa organizzazione del verde che sta attorno a Milano: non più frammentato e, a volte, abbandonato a se stesso, ma connesso, fruibile e capace di attrarre imprenditorialità green. Una città come Milano, la Grande Milano, che in questi anni ha dimostrato di sapere essere una capitale europea, ha bisogno di una visione sul verde di questa portata, per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti come per attrarre investimenti e turismo. Penso che di tutto questo si dovrà tenere conto nel Festival della Biodiversità dell’anno che verrà.