Visita alla cittadella degli archivi di Milano

Solo pochi mesi fa è stata presentata la nuova “Cittadella degli Archivi di Milano”, che ha sede in Via Gregorovius 15, e, il 6 luglio 2017, sono stati inaugurati anche i nuovi murales della recinzione che racchiude l’archivio, realizzati da diversi artisti che lavorano a Milano, e che hanno interpretato la storia di Milano, custodita nell’archivio stesso. Andiamo a visitare questo patrimonio storico e documentale che ha trovato luogo proprio di fianco alla Caserma Mameli, in due ampi capannoni di forma quadrata, uno dei quali a più piani, a cui si collega una palazzina a un piano. Ci accompagnano nella visita Piero Castiglioni e Alida Soldati, addetti presso la “Cittadella degli Archivi”, guidata dal responsabile dott. Francesco Martelli. Ci viene spiegato che, fino a qualche tempo fa, i sotterranei del padiglione d’ingresso, ospitavano veicoli recuperati, mentre ora vi è custodito l’archivio elettorale, mentre al terzo piano e in parte del primo vi sono i documenti e i faldoni del Tribunale di Milano. Al piano terra, invece, si trova l’archivio di deposito temporaneo delle direzioni, ossia quello che a noi è apparso come un magazzino poco organizzato, dove alcuni documenti erano posti in grandi scatoloni anonimi, altri in faldoni con qualche descrizione sommaria, altri ancora addirittura in fascicoli singoli: tanta carta proveniente dai singoli Settori del Comune, che organizzano ognuno in modo arbitrario e singolare i propri documenti. Nella palazzina ad un piano, adiacente al capannone d’ingresso, vi sono alcuni uffici e sopratutto l’archivio esattoriale in cui si reca chi deve recuperare le cartelle emesse da Equitalia. Il cuore pulsante della Cittadella degli Archivi, però, è il grande capannone a un piano, perché qui vi è un enorme magazzino completamente automatizzato, che può ospitare fino a 70 km lineari di carta. Sono raccolte soprattutto pratiche edilizie, fondi storici e delibere comunali, che possono essere esaminate da tecnici, professionisti, studenti, professori, ricercatori. In un altra grande sala sono raccolti documenti relativi al patrimonio delle case popolari gestite ora da MM, e in altre sale, gli addetti dell’archivio, aiutati anche da alcuni studenti universitari, provvedono a scannerizzare, catalogare, inventariare, registrare una grandissima quantità di documenti, in un lavoro lunghissimo e certosino. Non mancano rari e storici cataloghi e manuali di grande valore ed importanza. Ma ci dà qualche informazione in più il dott. Francesco Martelli.
Com’è nata l’idea di raggruppare qui tutto questo materiale?
Il progetto risale al 2010 con la giunta Moratti, anche se di fatto la Cittadella prende vita nel 2013. L’idea di fondo era audace e all’avanguardia devo ammettere: trasferire in un solo polo dotato di tutte le più moderne attrezzature tutti gli archivi permanenti sparsi per le oltre 150 sedi archivistiche comunali. Questo ha consentito per esempio di sgomberare e restituire al demanio comunale stabili interi come gli edifici di via Mambretti, via Deledda o anche via Pirelli. Inoltre concentrando in un solo polo si ottimizzano le risorse, si migliora la professionalità e si affinano i processi di archiviazione consultazione e digitalizzazione. Oggi abbiamo inoltre un nuovo Assessorato, dedicato proprio alla digitalizzazione e guidato da Roberta Cocco che sta investendo moltissimo sugli archivi e sull’innovazione tecnologica.
E l’archivio si ingrandisce sempre di più?
Sì, riceviamo circa 500 nuove unità archivistiche la settimana da varie sedi comunali. Gli arrivi sono il frutto di un lavoro paziente di bonifica in loco degli archivi: scarto, pulizia e restauro, riordino, reinfaldonamento, rietichettatura con codici a barre, informatizzazione dei contenuti. L’indicizzazione dei fondi così come lo scarto dei materiali sono sottoposti a controllo della Sovrintendenza e i criteri di catalogazione sono stabiliti dal Ged, il Manuale di Gestione Documentale che l’Amministrazione ha deliberato nel 2011 sulla base delle direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sostanzialmente abbiamo circa 13 titoli con altrettante categorie e molteplici sottocategorie, che ripropongono di fatto l’impianto della struttura comunale. Fondamentale poi è l’anno della pratica e il numero di protocollo. Le scansioni avvengono seguendo due filoni: le digitalizzioni “on demand” su richiesta di cittadini o colleghi che consultano il materiale, oppure a progetto su interi fondi. Per esempio quest’anno, in collaborazione con Archivio di Stato e Liceo Brera, gli studenti hanno digitalizzato oltre 2000 documenti storici, dalla peste manzoniana alle carcerazioni naziste.
Quanti documenti verranno ancora ospitati qui? Qual’è la capienza massima della Cittadella degli Archivi?
Stiamo trasferendo gli archivi dell’urbanistica dalle sedi di via Catone e via Edolo. Abbiamo in arrivo parte degli archivi della sede di via Bergognone (Risorse Umane), della Ragioneria, e già buona parte degli archivi di Expo 2015 è nei nostri magazzini in attesa di essere “robotizzata”. Ci sono poi gli archivi del cimitero monumentale che sono in via di trasferimento e molto altro ancora. La capienza complessiva è di circa 70 km lineari e in questi 4 anni abbiamo già raggiunto quasi il 60% di capienza. Ma state tranquilli, abbiamo altri capannoni nell’area che possono essere trasformati in archivi meccanizzati, e l’Amministrazione si sta già muovendo in questa direzione.
Quali sono i “gioielli di famiglia”?
Certamente i disegni originali di quasi tutti i grandi architetti milanesi del dopoguerra. Le celebrazioni verdiane e manzoniane, il contratto di acquisto della Pietà Rondanini, gli archivi dei Sindaci, ecc. Tutto è conservato in sicurezza: stiamo lavorando di anno in anno per ottimizzare le condizioni di luce e clima nel nuovo archivio, mentre i “gioielli” sono custoditi sotto chiave in uffici perfettamente climatizzati. Abbiamo due impianti d’allarme antifurto, un impianto di videosorveglianza interno ed esterno attivo 24 ore su 24 oltre a pattuglie di vigilanza in ronda notturna. “Cittadella” ha poi un impianto antincendio a spegnimento con gas argon e le unità di caricamento sono realizzate per impedire la combustione della carta. Direi che si può stare abbastanza tranquilli. Quello che è sempre stato un edificio anonimo, siete riusciti a valorizzarlo con i murales artistici sulla recinzione.
Avete in progetto qualche altra iniziativa per avvicinare i cittadini al loro archivio comunale?
Gli archivi hanno incontrato l’arte grazie al progetto “La Cittadella dell’arte”, ideato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Municipio 9 e a cura di Rossella Farinotti. Nove artisti – che vivono e lavorano a Milano – hanno preso parte all’iniziativa: Irene Balia, Thomas Berra, Linda Carrara, Anna Caruso, Bruno Marrapodi, Isabella Nazzarri, Michael Rotondi Giulio Zanet, Ivan Tresoldi. Il risultato finale è stato presentato al quartiere dal sindaco Giuseppe Sala lo scorso 6 luglio: grazie al lavoro di questi artisti alcuni tesori della Cittadella si sono trasformati in opere d’arte e si raccontano ai cittadini sotto una nuova forma. Le opere realizzate raccontano, attraverso una scala cromatica in armonia con il luogo, parte della storia di Milano custodita negli archivi della Cittadella, aperti al pubblico dal 2016: la spedizione italiana sulla catena del Karakorum del 1929; la donazione di Gian Galeazzo Visconti alla Veneranda Fabbrica del Duomo; Anna Kuliscioff narrata attraverso le sue battaglie in difesa delle donne durante il biennio rosso; il Gonfalone di Sant’Ambrogio, patrono della città; i registri della cittadinanza ebraica del 1938; il boom economico con l’Astro/grattacielo Pirelli da un disegno di Gio’ Ponti; i grandi sindaci partigiani di Milano, Antonio Greppi e Aldo Aniasi; Giuseppe Verdi raccontato attraverso la raffigurazione della sua stanza al Grand Hotel et de Milan; l’acquisto della Pietà Rondanini e, infine, la vendita della Linea Unica della continuità nello spazio di Boccioni da parte di F. T. Marinetti. All’interno delle mura della Cittadella è inoltre ospitato un contributo speciale di Ivan il Poeta che, nel suo stile inconfondibile, reinterpreta alcune carte d’archivio. La Cittadella degli archivi diventa così un incubatore creativo, uno speciale museo che si apre alla città e trasforma in immagini i suoi preziosi documenti, permettendo al dentro e al fuori di coincidere.l progetto di riqualificazione dei muri esterni, è il primo passo della Cittadella dell’Arte, che proseguirà il suo percorso tra il 2017 e il 2018 con artisti contemporanei in stretta connessione con la città. Il prossimo step come annunciato dal Sindaco sarà il recupero della vecchia torre in cemento armato, posta in aderenza al padiglione d’ingresso, e l’installazione di un’opera di illuminazione.