Dopo Sala e Lardieri tocca a Stefano Indovino del Pd parlare su decentramento, periferie, scali e mobilità

Dopo avere ospitato sul nostro giornale il Sindaco di Milano e il presidente del Municipio 9, questo mese commentiamo con Stefano Indovino, capogruppo Pd in Municipio 9, i temi emersi nelle interviste a Beppe Sala e Giuseppe Lardieri.
Quali i punti di contatto con Sala e/o Lardieri su cui cercare un proficuo e schietto dialogo e dove invece traspare una visione diversa, non necessariamente opposta, di città?
Io penso che non siano paragonabili. Da una parte c’è il sindaco che ha una visione di una città, che deve coniugare innovazione, solidarietà e internazionalizzazione, che ha spiegato risultati raggiunti, elencando numeri concreti, a cominciare dai milioni di euro destinati ai quartieri periferici, facendo anche autocritica e spiegando dove bisogna lavorare per migliorare. Dall’altra – e lo vedo anche per esperienza personale in Municipio – c’è un presidente con la sua maggioranza che elenca dei non risultati, iniziative spot realizzate utilizzando fondi a pioggia, senza una precisa visione dei nostri quartieri, che non ha sperimentato nulla in questo anno e mezzo, limitandosi a segnalare i problemi senza tentare di risolverli. Ci si vanta di aver diminuito il numero delle segnalazioni, ma basta girare per i nostri quartieri e vedere i cestini per capire che il motivo è che le persone, stufe di non ricevere una risposta, hanno smesso di segnalare, non che sia diminuito il degrado grazie all’azione del Municipio. Cosa è stato fatto oltre a chiedere al Comune di fare cose? Che iniziative ha realizzato il Municipio? Che progetti? Per dirla con una frase: il Comune si assume le sue responsabilità, il Municipio no, preferisce giocare allo scaricabarile in una campagna elettorale permanente che danneggia innanzitutto i cittadini.
Un tema dibattuto nelle due interviste è quello delle periferie. Come vede, dall’opposizione in un Municipio, l’azione di Palazzo Marino? E il Municipio 9 che contributo sta fornendo?
Prendiamo le case popolari. Negli ultimi anni il centrosinistra ha portato avanti una serie d’iniziative che oggi consentono, per esempio, di avviarci verso l’inizio dei lavori per il complesso di alloggi di edilizia residenziale pubblica di via Villani, non manutenuti per più di 30 anni. Per il Comune le case popolari sono una priorità, purtroppo per chi vive nelle case dell’Aler lo stesso non si può dire della Regione: basta fare un giro al Borgo Pirelli in Bicocca. Anche per il Municipio sembra che il problema non esista, visto che la commissione speciale che se ne dovrebbe occupare è stata convocata non più di dieci volte in un anno e mezzo. Per quel che riguarda i nostri quartieri periferici dico che dobbiamo darci da fare sempre di più per migliorare le condizioni in cui si trovano e su questo sono d’accordo con il presidente Lardieri. Velocizzare il passaggio delle deleghe ai Municipi significherebbe dare risposta a piccoli problemi che spesso causano degrado.
Grande attenzione anche al trasporto pubblico e alla mobilità sostenibile in tempi di smog: Palazzo Marino sta andando nella giusta direzione? Quali priorità segnala il Municipio 9?
Mi pare che Milano stia andando nella giusta direzione. Non si scherza con la salute dei cittadini. Bisogna continuare a investire per sostituire le 6000 caldaie che vanno ancora a gasolio, alcune delle quali presenti negli edifici comunali, investendo sull’ampliamento dell’offerta dei mezzi pubblici e i servizi di sharing. Per il nostro Municipio penso al prolungamento della M5 fino a Monza (vedi a pag 5 ndr), che dovrebbe far diminuire il traffico sull’asse Testi-Zara, o la creazione di un parcheggio d’interscambio in via Novate. Purtroppo il Municipio non si è occupato di questo tema fondamentale: la maggioranza si è spaccata sul Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e non ha avanzato alcuna proposta, ha bocciato la Low Emission Zone che consentirà una riduzione dell’inquinamento in città e non ha perso occasione per mostrare una cultura miope riguardo all’inquinamento dell’aria, non discutendo in alcun modo di un problema che invece dovrebbe riguardarci tutti da vicino. Mentre in tutto il mondo si fanno investimenti sull’energia pulita e sui veicoli ibridi nel Municipio 9 ci si rifiuta di limitare il traffico per il benessere delle persone.
Scali ferroviari e aree dismesse occupano in zona 9 superfici importanti come Scalo Farini, Scalo Pirelli e Caserma Mameli. La politica cittadina sta fornendo risposte adeguate affinché si possa disegnare bene e celermente la Milano del futuro?
Potrebbe essere l’ultima grande trasformazione urbanistica della nostra città, e il Municipio 9 ne sarà protagonista con l’area più grande: lo Scalo Farini. Io penso che finora si sia intrapresa la strada giusta, con la collaborazione fra Istituzioni e il tentativo di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte sul futuro dei diversi scali. Credo anche che, firmato l’accordo e individuate le vocazioni delle diverse aree, arriverà il momento dei progetti e delle decisioni da prendere sulla viabilità o i servizi. Il mio auspicio è che si colga l’occasione per ripensare alla viabilità di via Farini, per esempio ridandole quella vocazione di via commerciale che ha perso negli anni e che si crei un collegamento con l’area della Goccia. Per la Caserma Mameli penso sia molto grave che la Giunta di Municipio si sia arrogata il diritto di sconfessare quanto era stato deciso dai cittadini nel percorso partecipato, ridisegnando completamente il futuro di quell’area compiendo scelte che vanno in direzioni diverse. Su questo continueremo a difendere le scelte dei cittadini.
Come sta funzionando la riforma del decentramento approvata prima delle ultime elezioni? Su cosa si deve ancora lavorare? Rispetto ai CdZ cosa è cambiato?
Penso ci sia moltissima strada da fare. Una cosa deve essere chiara. Non stiamo parlando di cose astratte. Stiamo parlando di rendere efficiente la macchina del Comune per risolvere più facilmente i problemi dei cittadini. La scelta di decentrare alcuni sportelli comunali è una prima risposta, ma non basta. Serve che entro qualche mese si garantisca il personale ai Municipi e si continui nel processo di consegna delle deleghe descritte dallo Statuto. Oggi siamo più vicini ai vecchi Consigli di Zona piuttosto che a Municipalità in grado di rispondere alle varie problematiche togliendo al Comune centrale una parte di lavoro gravoso che spesso si perde nei meandri degli uffici centrali e che invece avrebbe l’attenzione che merita se decentrato.
Quali sono i rapporti in Municipio tra Giunta e Consiglio e tra maggioranza e opposizione?
Il presidente ha affermato che il rapporto fra Giunta e Consiglio è idilliaco. Mi sembra un’affermazione un po’ ardita visto che i consiglieri di centrodestra in poco più di un anno hanno votato per ben due volte contro i loro assessori. Mi pare che ci sia una continua tensione mascherata dal presidente che cerca di mettere delle pezze che dubito resisteranno per cinque anni. Penso che i consiglieri di centrodestra siano continuamente scavalcati dalla Giunta, intralciati nello svolgimento della loro funzione d’indirizzo e controllo. Sono rari i casi in cui si è arrivati a una proficua collaborazione. Penso ad alcuni progetti legati alle politiche sociali, mentre sono molte di più le volte in cui la Giunta ha dimostrato di sentirsi padrona del Consiglio. Un errore che maschera qualcosa di ben più grave per chi deve gestire la cosa pubblica: una totale incapacità di ascolto. Dei propri consiglieri. Dell’opposizione. Ma soprattutto dei cittadini.