Si avvicinano le feste natalizie, che corrispondono al momento in cui – finalmente – noi italiani compriamo qualche libro. In realtà, più per regalarli che per leggerli, ma non importa. Li acquistiamo, ed è questo che conta. Al che, per orientarvi nell’oceano delle offerte, ci permettiamo di consigliarvi due bellissimi libri che raccontano lo Sport esattamente come lo intendiamo noi: collegato alla Storia, emozionante, passionale, positivo. In una parola: epico. L’ultimo uscito è una raccolta di poesie di Alberto Figliolia, giornalista, scrittore, animatore insieme a Silvana Ceruti del laboratorio di scrittura creativa del carcere di Opera. Nel libro, intitolato “Cieli di gloria” (Edizioni Il Foglio, 12 euro), l’autore accantona per un momento la poesia civile e gli haiku per tornare a una sua grande passione, lo sport, ritraendo trentatré protagonisti italiani e non delle più svariate discipline: alpinismo (Messner), ginnastica (Jury Chechi), automobilismo (Ascari), ciclismo (Binda e Girardengo, Gimondi e Merckx, Coppi e Bartali), atletica (Bikila, Zàtopek, Mennea…), pugilato (Muhammad Ali, Primo Carnera…). Senza dimenticare l’amata pallacanestro, che l’ha visto anche allenare squadre della periferia milanese “unendo – parole sue – la passione dell’insegnante con i concetti di agonismo, democrazia e solidarietà”. La parte del leone, comunque, la fa il calcio, con i ritratti di campioni che, con la magia dei versi, assumono vesti inedite. Combi diventa così “il padre di tutti i portieri”; Sandro Mazzola ha un dribbling come lo “zigzagare di un fulmine… lo scorgi un attimo e nulla più”; Meazza è il “Balilla, vecchio ragazzo di ricordi in dialetto brillanti e corrosi”; Cruijff assume le sembianze di Gaudì, Rembrandt, van Gogh, Vermeer; il brasiliano Rivelino è un “gatto divino”. E poi l’idolo adolescenziale di Figliolia, Renato Cappellini, Benito Veleno Lorenzi, Valentino Mazzola, Gigi Meroni, la lunga poesia dedicata all’altrettanto quasi interminabile carriera di Rivera: “Golden Boy, Mandrogno, Nato a Betlemme, Abatino… In mille modi ti hanno definito, Gianni, ma come si può inquadrare la fantasia? Quali sono i suoi confini?”. Come ha scritto Darwin Pastorin, autore della prefazione: “Ci voleva un poeta vero, ardente, capace di cesellare parole e ricordi, per mettere in versi quei nomi che ci fanno esaltare, commuovere, recuperare, ancora appassionare: un poeta come Alberto Figliolia. Queste poesie sportive, con ogni protagonista accompagnato da una biografia sentimentale, rappresentano un conforto per la mente e per il cuore, scandiscono il tempo della nostalgia”. Anche il libro del giornalista Davide Grassi, “L’attimo vincente” (Edizioni della Sera, 15 euro) può vantare una prefazione d’autore, quella di Andrea Scanzi: “Non è mai ‘solo’ sport. C’è sempre, in Grassi, la fascinazione per lo sfondo: per il contesto storico. L’evento sportivo non è mai qualcosa a se stante, bensì parte di un mosaico. Davide è una sorta di rabdomante dell’epifania sportiva, insegue lacrime ed emozioni. Memoria e leggenda. Tragedia e redenzione. Insegue tutto questo e lo trova. Trascrivendolo col gusto antico del sognatore indefesso”. Nel testo si ripercorrono le vicende sportive e umane di quarantasei personaggi dello sport (Tazio Nuvolari, Garrincha, Gilles Villeneuve, Jesse Owens, George Best, Ayrton Senna, Marco Pantani e molti altri), spesso intrecciate a momenti storici e drammatici: dall’annessione nazista dell’Austria alla diga del Vajont, dai desaparecidos dei regimi militari argentini e cileni all’arrivo dei carri armati sovietici a Budapest e Praga, dal Sessantotto degli studenti messicani – finito in un bagno di sangue – al commando terrorista alle Olimpiadi di Monaco del ’72, al razzismo del regime sudafricano dell’apartheid fino alla guerra in Iraq. Due di questi racconti sono stati scritti dal padre di Davide, Paolo Grassi, diversi anni fa. Come ha riferito l’autore in un’intervista: “Quando mancò nel 2005, dopo un tragico incidente, andai a rovistare nei suoi dischetti per cercare ricordi, tracce di memoria. Trovai il diario che aveva scritto tra il 1940 e il 1945 e rielaborato durante gli anni della pensione. Curai l’edizione e venne pubblicato dalla Albalibri con il titolo “Il Diario della mia guerra (Storia di un adolescente sotto le bombe)”. Trovai anche dei racconti dedicati ad una delle sue passioni: le corse automobilistiche. A lungo sono rimasti nel cassetto, ma quando ho proposto “L’attimo vincente” li ho inseriti con i miei. E per me questo è stato il vero attimo vincente: vederci, anche se solo con i nostri due nomi stampati sul libro, di nuovo insieme”. In appendice compaiono poi interviste esclusive ad altri campioni (Mario Andretti, Paolo Bertolucci, Pierluigi Marzorati, Pierino Prati, Gustav Thoeni, Valentina Vezzali…) ma anche a Manuela Valletti, figlia di un giocatore del Milan rinchiuso nei campi di concentramento tedeschi. Buone feste e buona lettura sportiva a tutti.