“La forza dell’utopia”, un nuovo libro di Antonio Masi sui niguardesi combattenti nella Guerra Civile spagnola

Antonio Masi, conosciutissimo a Niguarda, in tanti anni ha fatto un lavoro straordinario di raccolta di testimonianze dirette e di ricerche su documenti, anche privati, e archivi, in primis quello dell’Anpi, riportando poi il risultato in libri di storia locale. Con “La forza dell’utopia” porta alla nostra conoscenza la storia di cinque niguardesi che, insieme a più di 50.000 volontari provenienti da tanti Paesi, hanno partecipato alla Guerra Civile Spagnola. Ma ci spiega anche come era la realtà sociale ed economica del quartiere, allora ancora Comune, tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, un comune di contadini e di muratori in cui sono nati e cresciuti i protagonisti di questa avventura. Un pubblico interessato ed emotivamente partecipe ha fatto da cornice alla presentazione del nuovo libro di Antonio Masi domenica 3 dicembre. Erano presenti, oltre all’autore, Roberto Cenati, presidente dell’Anpi provinciale, Antonio Barberini, ricercatore del Centro Filippo Buonarroti, Roberto Camagni, della Fondazione Elio Quercioli, e Renato Sarti, direttore artistico del Teatro della Cooperativa, che ha letto un brano del libro. A fare gli onori di casa Angelo Longhi, presidente della sezione Anpi Martiri Niguardesi, che ha sottolineato il costante impegno della sezione per fare memoria e diffondere una cultura antifascista. Mario Sangiorgio, classe 1897; Giosuè Elli, 1911; Ettore Grassi, 1908; Aniceto Pagani, 1909; Alfredo Terragni, 1911. Con le loro storie riviviamo la Guerra in Spagna e i loro ideali, ma anche la clandestinità, la diserzione e la fuga in Francia (dove Terragni muore in uno scontro a fuoco con i tedeschi), poi la Resistenza in Italia, il confino a Ventotene, il carcere e per Elli anche quello di Stalin (la tristemente famosa Lubjanka): la Storia attraverso le loro storie. Lo ha ricordato Cenati: dalla microstoria si ricostruiscono e si comprendono meglio le vicende della grande storia. E proprio grazie alla sconfitta subita in Spagna l’antifascismo seppe organizzarsi in maniera compatta per affrontare poi la Resistenza e battere il nazifascismo. Fu un’esperienza importantissima. Tanto che il grande comandante partigiano Giovanni Pesce – di cui Masi nella sua introduzione ricorda l’intervento ad un convegno a Niguarda in favore dei popoli in lotta contro i regimi dittatoriali, nel lontano 1972 – l’ha ritenuto il momento più alto della sua vita, per i valori di solidarietà, umanità ed amicizia. Barberini ha sottolineato l’importanza di valorizzare biografie come queste. Conoscerle serve a capire la storia di Milano e di Niguarda in particolare. Il libro di Masi è un bel esempio di storia popolare: descrive vite intense e complicate, di giovani animati dal desiderio di cambiare il mondo, la forza dell’utopia appunto, che possono ancora oggi essere di esempio per i giovani.